Sulla decisione di assegnare i giochi alla Cina si può discutere a lungo, ma non credo sia stata una scelta sbagliata. Nel recente passato la Cina è rimasta isolata dal resto del mondo e allo stato attuale si risentono ancora le conseguenze di questo distacco dal mondo e dalle altre società, non solo per la Cina stessa, ma anche riguardo alle comunità cinesi all'estero. D'altro canto sta diventando la realtà più significativa del nostro pianeta dal punto di vista economico e commerciale ed è impossibile e sconveniente, nonché pericoloso, ignorarla o tentare di arginarla chiudendogli le porte. Questi giochi ci mettono in qualche modo in comunione con la Cina, anche se per due sole settimane e, posso garantire essendoci stato l'anno scorso ed avendo parlato con più di un cinese, che questa apertura è desiderata dalla popolazione locale con grande fervore, che sono in apprensione per l'immagine del loro paese all'estero a causa del Tibet e dei diritti umani, che sono amareggiati che li si definisca alla stregua del terzo mondo per la libertà e per l'inquinamento. Nei giochi trovano però soprattutto la fierezza di mostrare ciò che sono diventati e la felicità di avere gli occhi del mondo intero addosso, ed è su questi impulsi, credo, che è più facile che nasca qualcosa di buono nel paese piuttosto che con l'emarginazione. Con una maggiore apertura, e i giochi sono un momento molto importante da questo punto di vista, la Cina può scoprire nel resto del mondo tanto di quello che ora le manca, e noi possiamo scoprire a nostra volta una cultura sconfinata che inventò il passato e che sarà sicuramente tra i pionieri del futuro.
Ricordo, inoltre, che al momento della designazione di Pechino per il 2008 furono presi accordi riguardo ai diritti umani ed altri temi fondamentale che, poi, una volta avuti i giochi, il governo cinese non ha rispettato e questo è ovviamente un grande dispiacere, così come credevo che sul fronte dell'inquinamento la Cina potesse trovare qualche soluzione di spessore. Qualche rammarico per l'occasione sprecata, insomma, c'è.
Riguardo alle frasi dei ministri Meloni e Gasparri sono, a mio parere, ricerche di pubblicità personale dettate da una certa superficialità nell'affrontare l'argomento.