Trovato la settimana scorsa in fumetteria, dopo qualche riflessione ho deciso di acquistare questo allettante libro.
Che mi ha fatto ricordare perchè sia così attratto dai volumi di saggistica sul fumetto disneyano, nonostante me ne tenga lontano causa costi in linea generale troppo alti per me che acquisto anche volumi di fumetti, e non solo che ne parlino.
Ma di certo leggere un libro, strutturato proprio come un saggio a tutti gli effetti, uno studio serio e ragionato su un aspetto del mondo disneyano che finalmente viene trattato come media con una sua dignità tutt'altro che infantile o sciocca, è qualcosa che scalda il mio animo di appassionato di fumetti Disney.
Ho optato per questo, lo ammetto, per il prezzo non eccessivo rispetto agli altri volumi di critica ragionata sul mondo Disney, e perchè da quando nell'estate del 2000 ho letto la Saga di Don Rosa, Paperon de' Paperoni è senza dubbio uno dei miei tre personaggi preferiti del fumetto disneyano, al pari con Paperino e Paperinik.
Il libro è strutturato in 5 capitoli, più una prefazione di Lidia Cannatella e una postfazione di Luca Boschi.
I capitoli seguono un ordine praticamente cronologico nel trattare la figura di Paperone, partendo nel primo a sviscerare lo splendore e la capolavosità della commedia umana che ha messo insieme Carl Barks nelle mitiche storie in cui lo Zione recita da protagonista e mattatore, evidenziando le varie fasi e i vari elementi (personaggi amici, antagonisti, ambientazione, caratteristiche) che Barks ha costruito attorno alla figura del vecchio Scrooge.
Il secondo capitolo si concentra sui primi passi degli autori italiani alle prese con questo character, evidenziando l'evoluzione grafica e soprattutto narrativa che disegnatori e sceneggiatori hanno sviluppato dagli anni '50 in avanti. In un buon numero di pagine vediamo sfilare davanti a noi i grandissimi Maestri come Martina, Chendi, Scarpa, Bottaro, Carpi... per poi arrivare a Cavazzano, De Vita fino alle più recenti leve come Celoni o Sciarrone, tutti visti nell'ottica del loro impegno in campo paperoniano. Se la prima parte è bella come "commemorazione" (tra l'altro pochi mesi dopo la data di uscita del libro sarebbe morto Barks) delle storie del Maestro dell'Oregon, dato che come informazioni non ha aggiunto molto di nuovo a ciò che sapevo già, ecco che questa esplorazione italiana è certo stata molto informativa.
Terzo capitolo, di una decina di pagine, è dedicato agli artisti d'oltreoceano quali Murry, De Lara, Lockman per arrivare Branca, Vicar e Jippes.
Il quarto capitolo si occupa di incensare alla grande Don Rosa, ritratto come l'unico che sia riuscito davvero a ripercorrere la strada aperta da Barks e a rimettere in scena il Paperone più vero e profondo. Ne analizza anche i demeriti, e questo fa sì che il capitolo non pecchi di idolatria, ma il tutto pende abbastanza verso gli elogi, comunque sempre motivati e condivisibili.
Quarta sezione dedicata a interventi molto gustosi di gente che ne capisce e che è dentro al mito disneyano, da Concina a Salvagnini a Goria a Panaro al "nostro" Barlotti fino addirittura a Don Rosa stesso.
Infine, interessanti appendici sul Deposito, Paperopoli e cose così.
Ho notato anch'io la severità usata dagli autori verso l'Italia, ma più che altro la cosa è verso una certa concezione di Paperone, il quale dipinto come sappiamo tutti da Guido Martina ha portato sulle spalle questa eredità anche in altri autori che tenevano molto presente l'opera del Professore. Per il resto non vengono certo sminuiti autori come Scarpa, Carpi e Bottaro, che anzi vengono lodati. Quello che mi è piaciuto meno è forse una leggera paura, in quel 2000, per il "nuovo" che soprattutto graficamente si stava sviluppando dalla metà degli anni '90, e che viene criticato molto (così come il mio caro PK
/ ).
Ma in generale il libro si mantiene abbastanza bilanciato nelle sue osservazioni, senza scadere in partigianate per gli autori preferiti ma sempre giustificando le proprie preferenze e sottolineando, quando è il caso, la soggettività di talune dichiarazioni. Un libro decisamente colmo di informazioni, richiami ad avventure storiche, a vari elemnti interessanti, e ricco di osservazioni e riflessioni sulla figura stessa di Paperone di sicuro interesse. La conclusione che si sono molti paperoni, è decisamente logica e pertinente e direi che può far apprezzare moltissime storie valide anche se non si concatenano l'una con l'altra o se presentano un personaggio con caratteristiche un po' diverse di storia in storia.
Un volume quindi che consiglio sicuramente per la pertinenza con cui è scritto e per le interessanti riflessioni.