Ormai comperare una pubblicazione di ristampe e' diventato peggio che comprare le figurine... (a dire il vero mi succedeva lo stesso gia' nel 1994). Troppe storie che possiedo gia'.
L'unica cosa che potrebbero fare di buono, al posto che inventarsi classificazioni improbabili come quelle che ho trovato nel Disney BIG e' quella di riproporre le ristampe per disegnatore. Almeno me le prenderei tutte una volta per tutte (e solo dei disegnatori che preferisco, a parte qualche eccezione sulle trame s'intende). Ed in seguito potrebbero riproporle per chi non le avesse comprate. Una cosa seria e ordinata insomma.
Dopo anni e anni che non compravo piu' niente (le storie, gli stili "nuovi" e le nuove etiche/morali da 10-15 anni a questa parte non le ho mai digerite), Domenica scorsa ho comperato, tanto per vedere a che punto erano, il Disney BIG, I Grandi Classici e I Classici: molte storie come Topolino e lo spettro fallito io gia' le ho nei classici di WD degli anni 70... e cosi' per molte altre che rendono la spesa, per le storie che mi mancano troppo elevata e indeterminata nel tempo.
Scusate la sortita
Per molti versi hai ragione. Le storie ritornano spesso quanto le figurine e le monografie sugli autori attirano tanto, specie gli appassionati.
Ma la soluzione che proponi non credo sia risolutiva, per varie ragioni.
In primis, anche nel modo che hai proposto, ci sarebbero ripetizioni e sovrapposizioni. Non solo, alcuni disegnatori hanno dalla loro centinaia di storie, mentre altri poche decine. Con quale criterio scegliere quale disegnatore è degno di essere pubblicato e quale no?
E poi, dove li mettiamo gli seneggiatori? Dando rilievo solo a chi disegna si finirebbe per eclissare completamente chi scrive. Per non parlare delle saghe scritte da un unico sceneggiatore, ma disegnate a più mani. Un esempio? La ricerca della pietra zodiacale conta la maggior parte dei 12 episodi disegnati da De Vita, mentre 3 o 4 da Valussi. In una rassegna di De Vita cosa si fa, si eclissano gli episodi altrui e li si sostiuisce con un riassuntino?
Inoltre sussistono anche meri motivi di "tradizione". Le testate Disney, per accontentare il maggior numero di lettori possibile, dai gusti e dalle età diversissimi, ha sempre dato rilievo alle testate "contenitori", come quelle che ricordi tu. Cambiare rotta completamente e proporre delle monografie significherebbe dare un taglio netto alla Disney italiana tradizionale e puntare solo su un pubblico di affezionati e storici, quanto rari, lettori non occasionali.
Come vedi, tanti, troppi fattori contro... (e scommetto che ne ho dimenticato qualcuno!
)