È questo il primo volume delle Special Edition a uscire un po' dal seminato. Per la prima volta non ci si concentra infatti su un autore solo ma sua una "coppia d'arte", e per la prima volta l'albo si configura come un'omnia, visto che al suo interno ci sono tutte le storie realizzate insieme dai due artisti in questione, cioè Marco Bosco e Silvia Ziche.
Rispetto a Casty, Faccini, Artibani e gli altri che si sono visti protagonisti di questa collana, questa Topolino Pink Edition appare come una raccolta meno necessaria nelle librerie degli appassionati. Cionondimeno, la lettura delle storie contenute risulta assai godibile, permettendo di vedere i punti in comune delle sceneggiature di Bosco in questo tipo di storie, nate con ben presenti in testa gli esperimenti di storie in tante puntate brevi che la Ziche ha inaugurato nel 1996 con la Papernovela.
E si scopre che sono proprio le Papere il filo rosso che lega questa particolare produzione. Se è facile assimilare Silvia Ziche alla sensibilità verso l'universo femminile Disney, poteva sfuggire il lavoro fatto da Bosco al riguardo, vista la sua produzione decisamente varia.
Bosco dimostra di capire bene le psicologie di Paperina, Brigitta, Nonna Papera e Miss Paperett, e di saperle usare in modo credibile e vivace quando si relazionano tra loro. Ognuna con le sue manie e paturnie, ognuna con i suoi problemi e obiettivi, le quattro protagoniste sanno collaborare e convivere dando il meglio di sé e dimostrandosi tutt'altro che il sesso debole.
Lo sceneggiatore mantiene anche una certa coerenza nella caratterizzazione delle singole papere, che si può ravvisare da Papere alla deriva a Papere alla riscossa, passando per la fondamentale Dove osano le papere, punto qualitativamente più alto del volume.
Già, perché se già la prima aveva in sé tutte le qualità per farsi apprezzare, mettendo in scena situazioni divertenti, isterismi simpatici tra le protagoniste e soprattutto la loro attitudine a non abbattersi e a saper trarre il meglio dalle situazioni difficili, è in Dove osano le papere che tutte queste istanze vengono portate avanti in modo riuscito, collocando le protagoniste in un contesto moderno e realistico come una metropoli cittadina e calandole in uno scenario riconoscibile da molte lettrici e lettori. Il dover coniugare lavoro e sentimenti, capire se andare avanti o insistere nel proprio amore infelice, cercare nuove soddisfazioni lavorative... sentirsi realizzate, insomma, motivo cardine per cui battersi ogni giorno.
Le quattro sono assai battagliere anche in Papere alla riscossa, ma in questo caso Marco Bosco fa un'operazione assolutamente peculiare che, pur apprezzabile, si rivela un boomerang nel gradimento complessivo della storia: realizza un'avventura seria e dalle implicazioni socio-politiche non banali. Al contrario di quello che può pensare la massa, il fumetto Disney è talmente duttile da consentire ai suoi personaggi di affrontare agevolmente anche argomenti di questo tipo, e Bosco ha il pregio (di pochi, attualmente) di non aver paura di "sporcarsi le mani" mirando più in alto della media. Nel far ciò però la storia perde quasi completamente il connotato dell'umorismo, riservato a pochissime gag e sostanzialmente al tratto dinamico e caricaturale della Ziche. Il risultato è così controverso, la sensazione è di avere in mano un esempio di fumetto Disney "impegnato" come ce ne sono ben pochi, ma che per far ciò ha perso per strada determinati elementi che non possono essere ovviati senza stonature. Casty con Il mondo di Tutor, del resto, ci ha insegnato che il tema dell'ambiente può essere trattato anche mettendo al primo posto fantasia e leggerezza.
Silvia Ziche disegna con il suo tratto tipico queste storie, riservando loro l'amore che avrebbe riversato in avventure scritte da lei: segno, secondo me, dell'apprezzamento della disegnatrice verso questi soggetti, così rispettosi verso la dignità e le sfaccettature di questi personaggi femminili.
Nota a parte per Pillole di Pico e Paperi nella torre. Se la prima è un divertissement breve come tante altre prove di questo tipo scritte da Bosco nel corso degli anni, gradevole e divertente ma nulla più, Paperi nella torre all'epoca fu un colpo. Una storia comica a puntatine disegnata dalla Ziche... la sua nuova saga con questa struttura? Il nome nei credits ovviamente sbugiardò la cosa, e anche il tenore dei dialoghi non riusciva ad essere allo stesso livello dell'autrice, ma rileggendola oggi si vede comunque un lavoro di tutto rispetto e una certa attitudine briosa nell'uso dei personaggi e delle relazioni tra di essi.
Insomma... volume minore? Sì, ma perché i precedenti puntavano molto in alto. Qui abbiamo un albo di tutto rispetto con storie scritte con mestiere e con gran bei disegni. Ci sta.