Ero scettico sull'acquistare o meno queste collane edite da Rizzoli/Lizard, avendo già
La Grande Dinastia dei Paperi e
Gli Anni d'Oro di Topolino complete, e quindi avendo già praticamente tutto.
Ma sentendo i vostri commenti positivi mi sono finalmente deciso ad acquistare i primi due volumoni:
Topolino nella valle infernale per Gottfredson e
Paperino e il mistero degli Incas per Barks.
Ne sono rimasto estasiato. I volumi sono meravigliosi, trasudano amore per il fumetto, competenza e professionalità da tutti i pori. Se con il CorSera avevamo avuto delle edizioni, pur eccellenti, di stampo più "commerciale", questa volta siamo IMHO di fronte all'edizione definitiva che i collezionisti sognano da sempre: volumoni pregiati e ben fatti, storie presentate in versione al 100% filologica, apparato critico competente, approfondito e completo. E, aspetto da non tralasciare, un'adattamento italiano veramente ben fatto dei volumi americani.
Pur avendo già le opere del CorSera, ho deciso che seguirò interamente anche queste collane, son parecchi euri ma IMHO ne vale la pena. Ed è quello che consiglio di fare a chiunque ne abbia la possibilità.
Ho appena finito di leggere il primo su Gottfredson ed è meraviglioso.
Il fascino delle strisce in B/N, incredibilmente vintage e moderno al tempo stesso, è insuperabile, e imparagonabile alle versioni colorate che ci hanno presentato sugli
Anni d'Oro (e lo dice uno che non è mai stato un fanatico del B/N): il tratto di Gottfredson è valorizzato al massimo e la lettura è una vera goduria, per chi come me le conosceva solo a colori si ha davvero la sensazione di star leggendo un prodotto originale D.O.C. fresco fresco degli anni '30 e non una sua versione tristemente "rimodernata" come quelle colorate al computer.
Già leggendo la prefazione, ci si rende conto di trovarsi davanti ad un'opera per intenditori: la vita di Gottfredson, i retroscena della sua carriera e l'analisi del contesto storico delle sue storie a fumetti sono quanto di più approfondito e competente abbia mai letto in un volume a fumetti, e consente di inquadrare le storie presentate in un'ottica, per me, completamente nuova e affascinante.
Il lettore viene completamente calato nell'ideologia di Gottfredson e dei suoi collaboratori, con frequenti raffronti tra le storie e i cartoni animati coevi, il periodo storico in cui sono state concepite, i retroscena sulla loro produzione.
Anche gli articoletti di introduzione alle singole storie sono di tutt'altro tenore rispetto a quelli puramente nozionistici di Becattini sugli
Anni d'Oro: se lì si parlava delle pubblicazioni della singola storia negli anni, dell'origine dei nomi dei personaggi, dello stile dei disegni e altre "piccolezze" varie, qui invece per ogni avventura viene analizzato il contesto storico e sociale che l'ha generata, permettendo al lettore di calarsi nell'ottica della storia, per capirla e apprezzarla dal giusto punto di vista: per
Topolino e gli zingari, ad esempio, si parla di come era visto il popolo rom nell'epoca degli anni '30, per
Topolino contro il gatto Nip viene spiegato cosa significavano il controllo del territorio e la distillazione illecita di alcolici durante la Grande Depressione, per
Topolino domatore e saltimbanco si fanno interessanti parallelismi con la produzione di Charlie Chaplin e così via. Tutto molto interessante e affascinante.
Ma veniamo alle storie.
Comprensibilmente hanno deciso di cominciare non dalla primissima storia a strisce,
Topolino nell'isola misteriosa cui Gottfredson non collabora affatto (ma che è comunque inserita nel ricco apparato dei contenuti extra a fine volume): si parte dunque da
Topolino nella valle infernale, che poi è anche la prima vera e propria storia a continuazione visto che la precedente altro non era che un insieme di gag legate da un labile filo conduttore.
E si inizia col botto. Certo, la storia presenta un bel po' di ingenuità narrative dovute all'inesperienza di Walt e soci con il formato "strisce a continuazione", ma nel complesso è un'avventura veramente molto avvincente e articolata. Floyd Gottfredson vi prende parte solo da un certo punto in poi, e lo "stacco" si nota bene, sia per i testi che per i disegni. Per quanto riguarda i disegni i suoi, pur ancora acerbi, risultano da subito molto più morbidi, tondeggianti e armoniosi di quelli di Smith e King, tanto più che, quando si inseriscono delle sequenze in cui alle matite troviamo un altro artista (ad esempio quella sul treno alle prese con il frenatore) la differenza è ben visibile. Anche ai testi si nota un certo stacco: quelli di Walt Disney sono abbastanza particolari, a differenza dell'
isola misteriosa qui si rinuncia totalmente all'umorismo fisico, e la parte comica è affidata ad una curiosa serie di battute ironiche e sarcastiche pronunciate dai personaggi (ad es. su Lupo vien detto più d'una volta che
"quel tipo ti pianterebbe un coltello nella schiena... e poi ti farebbe arrestare per aver nascosto un'arma!), battute che però hanno il difetto di rendere i dialoghi eccessivamente prolissi e appesantire la lettura. Dall'arrivo di Gottfredson i dialoghi diventano visibilmente più snelli e la narrazione più avvincente e incalzante. I personaggi sono già ben caratterizzati, sia Topolino e Minni che il loro infido antagonista, l'avvocato Lupo (Gambadilegno è ancora piuttosto "anonimo" come caratterizzazione). Memorabile la figura del sinistro "La Volpe" (che quasi anticipa per certi versi Macchia Nera) e debutto dello zio Mortimer (qui, Volabasso).
La sequenza successiva è un altro pezzo da novanta,
Topolino e il bel gagà, seguita senza soluzione di continuità da un pugno di storie brevi (
Topolino e la musica,
Una merenda malriuscita e
Topolino autista): è la prima storia interamente di Gottfredson ed è un Capolavoro. A differenza della storia precedente, qui comicità, gag fini a sé stesse, tensione, mistero e dramma sono miscelati in modo veramente perfetto, e compaiono due antagonisti veramente memorabili e carismatici: l'astuto Felice, il "bel gagà" del titolo (precursore del più noto Topesio) e il rude Sgozza, che diverrà poi la prima spalla comica del Topo. Il clima della Grande Depressione è ben tangibile nell'atmosfera della vicenda, ben rappresentato dall'inquietante spettro della miseria che incombe sulla famiglia di Minni. Memorabile la sequenza in cui Topolino cerca di suicidarsi: fortemente voluta dallo stesso Walt Disney, incredibilmente risulta drammatica ed esilarante al tempo stesso. I disegni del Gott da qui in poi raggiungono subito livelli di eccellenza, tratteggiando armoniosamente un Topolino più sbarazzino che mai, ma per la primissima volta (e in "tempi non sospetti") nel ruolo di
detective.
La storia successiva è più breve e leggera, ma non per questo meno memorabile:
Topolino contro il gatto Nip è una vicenda divertentissima che vede il nostro piccolo eroe in una comica baruffa contro un gatto bulletto di quartiere. Il ritmo è da cortometraggio animato, le gag spassose, e quella che a prima vista sembrerebbe la classica lotta "gatto contro topo" si carica di significati inaspettati, come ottimamente spiegato nell'articoletto introduttivo. Un piccolo grande
cult.
Altrettanto leggera e scanzonata quanto divertente è anche la sequenza successiva, che presenta senza soluzione di continuità due storie diverse ma strettamente legate fra loro in termini di
continuity:
Topolino boxeur e
Alta società, che vedono il ritorno in grande spolvero di Sgozza, l'antagonista di
Topolino e il bel gagà, che diventa un personaggio positivo. La prima storia della "doppietta" è spassosa e presenta due comprimari divertentissimi: il pugile fannullone e sbruffone Ruffo Ratto e il suo avversario, il ferocissimo Spaccafuoco, contro il quale Mickey si troverà a dover combattere. La seconda è invece completamente incentrata sulla figura di Sgozza, criminale redento che, trasformato in personaggio positivo, viene completamente ridisegnato da Gottfredson per addolcirne la figura: il rozzo delinquente diviene simpatico e bonario e la sua rude ignoranza si trasforma quasi in candida innocenza; per certi versi il ruolo di questo personaggio, e il suo accostamento con il più "sensato" Topolino, anticipa quello che sarà di Pippo negli anni successivi. Alla storia è legata un'iniziativa pubblicitaria di grande successo in cui la redazione si offriva di distribuire una foto autografata di Mickey a chiunque l'avesse richiesta.
Anche la sequenza successiva è una doppietta di storie brevi:
Topolino domatore e saltimbanco e
Topolino incontra Pluto. Entrambe simpatiche e divertenti ma nulla di veramente memorabile: nella prima Topolino trova lavoro presso un circo e dovrà proteggere la bella cavallerizza Madamigella Maltese dai sabotaggi del losco Ambrogio Ossa, da notare come Sgozza scompaia improvvisamente dalla strisce senza preavviso né spiegazione; la seconda è poco più che un insieme di gag plutesche atte a introdurre questo nuovo personaggio.
E' invece una lunga avventura di ampio respiro
Topolino e gli zingari, storia molto bella e memorabile che però soffre qualche problema strutturale: all'inizio una lunga serie di gag con Topolino, Minni, Orazio e Clarabella che vanno al lago e combinano guai e disavventure varie; poi incontrano degli inquietanti zingari e la storia si tinge di tensione drammatica di alto livello (mozzafiato la scena in cui Minni sta per essere uccisa dallo zingaro mentre Topolino lotta contro il tempo - e i lupi - per raggiungerla)...per poi risolversi in quattro e quattr'otto e tornando nuovamente alle gag fini a se stesse. La storia è molto bella e memorabile, ma soffre un po' di questi repentini e sconclusionati cambi di registro, dal comico al drammatico e viceversa, che forse andavano gestiti meglio. Interessanti comunque le figure di Orazio e Clarabella, le cui personalità ben delineate iniziano a imporsi. Non un capolavoro per i motivi sopra citati, ma quasi.
Chiude la sezione dedicata alle storie un'altra formidabile doppietta:
Topolino pompiere e
Topolino e la pensione di Clarabella. Più che legittima la scelta di metterle insieme visto che entrambe le storie, che si susseguono senza soluzione di continuità, sono basate sul controverso rapporto fra Orazio e Clarabella e sul delicato problema del matrimonio (che poi si conclude comunque con un nulla di fatto), con Topolino a fare da Cupido (letteralmente) fra i due. Fra le molte gag divertenti che costellano le storie, appaiono due nuovi comprimari: il simpatico Nonnino Pop e Patrizio Porcelli, che diverrà una comparsa ricorrente. Come ben spiegato nell'introduzione, le due storie sono notevoli per il fatto che il Gott si dedica a indagare i rapporti fra i personaggi e la loro quotidianità.
Le traduzione con cui sono presentate le storie è quella fatta nel 2010 per
Gli Anni d'Oro di Topolino da Alberto Becattini e Luca Boschi, riportata quasi identica, con adattamenti veramente minimi.
MA, qui c'è un ma. Se le traduzioni del volume 31 degli
Anni d'oro (fino a "Topolino boxeur", per intenderci) sono ben fatte, quelle del volume 32 erano abbastanza lacunose, e come tali ci sono state ripresentate.
Da "Alta società" in poi, frequentissimi sono i
baloons lasciati mezzi vuoti da dialoghi eccessivamente semplificati e "accorciati" nella traduzione: quando questo accade, il letterista non è sempre attento a centrare bene questi miseri dialoghi nelle nuvolette, e capita, come nelle strisce di pg.169, di trovare fastidiosissimi
balloon con enormi spazi lasciati vuoti, veramente sgradevoli da vedere. Alcuni errori fatti nel 2010 sono stati riportati pari pari, ad esempio a pag. 185, prima striscia, la zingara chiede a Clarabella se Minni è sua sorella, quando nel testo originale si parlava di "figlia": negli
Anni d'Oro l'errore fu corretto nell'Errata Corrige, qui invece è tranquillamente ripresentato. Lo stesso zio Mortimer che nella
Vall infernale era stato chiamato Volabasso, negli
Zingari ridiventa Mortimer; in una pagina (non ricordo quale) compare un
balloon vuoto.
L'unico errore che hanno corretto è quello della seconda striscia di pg.163, laddove nel 2010 erano state scambiate le battute di madamigella Maltese e del clown.
Piccole pecche che non inficiano affatto la godibilità dell'opera, ma tutto sommato correggibili.
In coda al volume, la GODURIA: una bellissima, ricchissima e gustosissima sezione di contenuti speciali, approfondimenti, apparato critico e materiale d'epoca da far leccare i baffi a qualsiasi amante del fumetto!
E' presente innanzitutto la storia completa
Topolino nell'isola misteriosa, primissima e unica sequenza a strisce di Mickey Mouse prima dell'arrivo di Gottfredson, realizzata da Disney (testi), Iwerks e Smith (disegni). La vicenda altro non è che una compilation di divertenti gag prese di peso dai cortometraggi coevi, unite da un labile filo conduttore e in molti punti prive anche di coerenza interna: si pensi al fatto che Topolino, dall'isola misteriosa, da una striscia all'altra si ritrova di un punto in bianco a casa, come se gli autori a un certo punto si fossero "scordati" che Mickey si trovava su un'isola. Per questo motivo, in Italia il disegnatore Scudellari realizzò delle nuove strisce che raccontassero il ritorno a casa del protagonista, pubblicate in coda alla storia esclusivamente nella versione nostrana del volume.
Poi, abbiamo un sacco di materiale ricchissimo e, per me, inedito, a cominciare dalle interessantissime e complete panoramiche sulla vita e l'opera di Ub Iwerks e di altri autori solitamente ignorati come Win Smith, Roy Nelsen, Jack King e Hardie Gramatky.
Un articolo interessantissimo getta luce sulla creazione di Topolino, cercando di distinguere la verità dalla "leggenda storica" e chiarendo che in realtà, nella creazione di Mickey, il merito di Walt fu molto minore di quello che gli viene solitamente attribuito...anzi, pare che l'allontanamento di Ub dagli studios fu dovuto proprio al fatto che il suo socio si era preso tutto il merito di una creazione che era al 100% di Iwerks! Un articolo molto illuminante e approfondito, ricco di informazioni per me inedite. Per il resto, gli articoli hanno cura di scavare nella storia e negli archivi degli studios per rintracciare testimonianze dirette sui rapporti controversi fra Walt e il suo staff, per far comprendere esattamente il clima che si respirava negli studi Disney dell'epoca, cosa comportò l'avviamento di una striscia a fumetti e perché, quali erano le differenze di registro fra i cartoni e i fumetti ecc... Tutto veramente molto interessante e approfondito.
A corredo, un ricchissimo apparato grafico comprendente bozzetti delle strisce di Gottfredson, copertine europee degli albi con le sue storie (tra cui molte italiane di Antonio e Michele Rubino), strisce apocrife di Scudellari e del tedesco Behmak, libri illustrati ecc.
Curiosissimi sono, infine, due articoli d'epoca apparsi nel 1931/32 sui giornali
Screenland e
Los Angeles Illustrated Daily News, che raccontano interviste immaginarie a Topolino e Pluto, alla stregua di veri e propri divi di Hollywood. Agli occhi del lettore odierno possono sembrare bizzarri e carichi di ingenuità tali articoli, ma sono una bella testimonianza della considerazione che il pubblico americano dell'epoca aveva per questi personaggi.
Chiude il volume un articolo esclusivo per l'edizione nostrana, che parla dell'arrivo di Topolino in Italia.
Insomma, un volume CONSIGLIATISSIMO, imprescindibile per ogni appassionato disneyano che voglia approfondire l'Arte delle strisce di Gottfredson.
Mi perdonerete il post CHILOMETRICO ed esagerato ma sono rimasto estasiato dalla lettura di questo volumone e ho voluto recensirlo per bene.
Prossimamente pubblicherò la mia recensione sul primo volume di Barks, che non ho ancora letto ma che promette di non essere da meno.