Quindi per te é normale che una azienda che pianifica un investimento in un settore nuovo, inserendosi con un "primo approccio" al fumetto Disney e scegliendo di farlo attraverso una pubblicazione già di per se molto particolare, disinvesta dopo 3/4 mesi e soli due albi pubblicati?
La vediamo in maniera molto differente, direi che oramai é chiaro..possiamo anche chiuderla qui.
3/4 mesi? La distanza tra il primo e il secondo numero è stata di un anno.
Il problema è sempre lo stesso a mio parere. Se un editore non trova un ritorno economica non continua a investire tempo, denaro per un'opera che rischia di portarla al fallimento.
Che l'editore abbia commesso delle colpe non lo metto in dubbio.
Ripeto è un cancro del mercato ritardare gli acquisti in attesa che le storie siano concluse o prossime alla conclusione, soprattutto se si è interessati dall'inizio. A meno che non ci siano motivi che non permettano l'acquisto (Per dire la GDDP non l'ho acquistata perché non potevo permettermela all'epoca visto che ero alle superiori). Perché gli editori si spaventano perché magari la richiesta iniziale c'è ma poi nessuno compra il primo numero in attesa che la serie si completi. E la serie chiude perché è un tipo di investimento che gli editori di qualunque tipo fanno e continuano a fare solo se trova il pubblico e l'interesse. Se questo manca giustamente chiude.
Possiamo lamentarci ma c'è poco da fare.
@ Topo_Nuovo
Non è del tutto esatto affermare che sia stato il primo approccio al fumeto disney da parte della RCS. Non dimentichiamoci che il Corriere della Sera è di proprietà della RCS. Più di una volta ha pubblicato fumetti disney.
Ne è un esempio, la stessa opera omnia del Maestro Carl Barks, la famosa GDDP.
Ecco, se proprio si vuole parlare di "fallimento", lo sbaglio è stato quello di voler ripubblicare un'opera uscita in un periodo di tempo relativamente recente.
Per non parlare poi del prezzo. Ok, il volume era rilegato e ben strutturato, ma costava più del triplo rispetto alla GDDP.
Sì, so che Rizzoli e Corriere fanno parte dello stesso gruppo. Il tuo parere resta comunque solo parziale dato che non consideri il mercato totalmente differente tra quello da libreria che richiedere prodotti più curati, con materiali migliori, ed una tiratura più bassa per coprire una distribuzione minore (ci sono meno librerie che edicole. In edicola ci entra qualunque ceto sociale ed è più facile passarci anche quotidianamente quindi c'è più visibilità e quindi è possibile vendere più materiale). E' facile vedere come i libri tascabili venduti in edicola abbiano prezzi bassissimi rispetto anche alle controparti da libreria.
Quindi il prezzo più alto è legato soprattutto a quello. Un prodotto diverso, più di nicchia. Ma è un concetto che qui sul papersera si tende a non concepire e non capisco perché.
Quindi ok se da un lato ho fatto "un'errore" non è sbagliato dire che è stato il primo approccio di RCS al settore libreria con dei prodotti Disney. Esperimento che presumo (non ho dati alla mano, ma sarebbe sciocco pensare il contrario) sia fallito.
Che poi a ben guardare in america funziona un tipo di mercato che propone prima i prodotti a basso costo (ma a meno qualità, gli spillati) e poi ad alto costo (e più qualità, libri cartonati). In Italia a quanto pare no.
C'è anche da dire che dopo l'uscita del secondo numero c'è stato il passaggio da Disney Italia a Panini e non vorrei che questo abbia creato casini.