Tra le cose (tante, troppe...) che mi erano rimaste indietro durante la preparazione del libro su Cimino c'era anche questo numero di ZP; oggi, in spiaggia, ho trovato il tempo per recuperarlo.
Gli articoli di questo numero sono interessantissimi, in particolare per il sottoscritto che, come ben sapete, ha il pallino dei comics Disney USA; per quel che riguarda le storie, a mio avviso la migliore è quella del duo Kinney-Hubbard, cosa avvenuta spesso negli ultimi numeri della rivista, il che, per quanto mi possano piacere, è tutto dire sulla strada che la stessa ha intrapreso. E' inutile che Lidia (o chi per lei) prenda le difese dell'operato della redazione; anzi no, è giusto, è il loro lavoro, credono in quello che fanno, e dunque devono difenderlo. Ma se le critiche, oltre che arrivare ormai copiose da questo forum di nerds, arrivano anche dal "lettore medio" (cit. da altro thread), visto e considerato che, a tutt'oggi, nessuno dei frequentatori di questo forum ha rivendicato la paternità della lettera che occupa pag. 7 della rivista, allora bisognerebbe avere l'umiltà di guardarsi in faccia e di chiedersi: ma non è che stiamo VERAMENTE mandando in malora la storia di questa rivista?
Un esempio: si parla, nel primo articolo, delle storie dedicate alla rivoluzione americana; benissimo, ottimo tema, ben svolto, ed oltretutto anche in linea con la data di uscita della rivista; si nominano le storie con personaggi "dal vivo" come quella di Paul Revere, o la storia tratta dal mediometraggio Ben and me, od ancora belle storie italiane dedicate all'argomento. Bene, a questo punto uno si aspetta di leggere non dico quella di Paul Revere (che, visti anche i disegni di Toth, avrebbe fatto un figurone su ZP, ed oltretutto in Italia è ancora inedita), o quella relativa a Franklin (anche questa mai più pubblicata in Italia dal 1966, ottimo anno anche per altri motivi 8-)), ma almeno una delle italiane, se proprio non si voleva rischiare di mettere come prima storia una dove non appaiono i personaggi "classici" disneyani. Invece che si tira fuori dal cilindro? Una storia nella quale Paperino fa più del solito e senza motivo la figura del cretino, ed una OLANDESE senza capo nè coda.
E poi si ha il coraggio di difendere il proprio operato? Bel coraggio, complimenti...