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Il cambiamento e gli obiettivi di "Zio Paperone"

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Vito
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    Re: Il cambiamento e gli obiettivi di "Zio Paperone"
    Risposta #15: Giovedì 16 Set 2010, 18:02:00
    Penso che il mondo Disney potrebbe esprimersi molto meglio se organizzato senza tenere conto dei personaggi protagonisti di una storia.
    Ma è un paradosso, perché la scelta di pensare a Gottfredson o altre storie che nulla c'entrassero con i propositi iniziali, è proprio futto di una non-organizzazione precisa.

    "Se organizzata", la rivista avrebbe potuto cambiare nome e togliere la dicitura "Barks e i suoi eredi". Ma per i motivi già descritti da scrooge4 non se ne fece nulla.

    Comunque il peso ai titoli c'è, non è questione di campanilismo.

    Topolino è simbolico, è l'icona disneyana per eccellenza ed è sinonimo di "Mondo Disney", quindi un giornale con il suo nome può permettersi di ospitare qualsiasi cosa provenga dall'universo disneyano.

    Zio Paperone non se lo può, imho, permettere, trattandosi di una figura ben particolare e con un suo preciso universo.
    « Ultima modifica: Giovedì 16 Set 2010, 18:02:49 da Dollarone_89 »

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      Re: Il cambiamento e gli obiettivi di "Zio Paperone"
      Risposta #16: Giovedì 16 Set 2010, 18:41:57
      Anch'io ho avuto da zP la stessa illuminazione. Partito dal num.87, mi ha iniziato alla filologia critica e alla passione disneyana. Ma forse, proprio perchè non ero partito da Barks, mi sono sempre trovato bene in quella congerie di belle storie: Barks, Don Rosa, Rota, Jippes, e poi la stupenda serie degli Altri Paperoni. Anzi, questa varietà l'ho sempre preferita alla incessante pubblicazione barksiana della serie colorata. Poi, volete mettere gli articoli, le copertine, la cura, e la posta?
      Zio Paperone ha fatto tanto, e se è vero che non si ricollegava più alla sua funzione originale, e che molte cose che pubblicava erano rarità eccentriche, fino alla fine ha cercato di offrire, contestualizzando, la stranezza con i residui emuli barksiani. Il punto, forse, è che Vicar o Branca o altri, nonostante un buon disegno, non hanno sempre avuto sceneggiatori eccezionali. E per questo rimpiangiamo giustamente una frequenza più assidua.
      Personalmente, poi, mi sarebbe piaciuta una presentazione più critica del Uncle $crooge barksiano, anche se questo voleva dire ripetere altro già pubblicato. Era l'unico modo di uscire dall'impasse: Barks riproposto in maniera nuova, articoli e copertine, più Cimino e altro da Egmont e Italia.
      Ma sappiamo come è andata. Almeno, abbiamo avuto cose difficilmente trovabili, articoli mirabili (anche nell'ultimo periodo), e gallerie iconografiche superbe. Resta, sicuramente, la testata più curata, nonostante la gran varietà di temi.  

        Re: Il cambiamento e gli obiettivi di "Zio Paperone"
        Risposta #17: Giovedì 16 Set 2010, 20:04:37
        Comunque il peso ai titoli c'è, non è questione di campanilismo.

        Topolino è simbolico, è l'icona disneyana per eccellenza ed è sinonimo di "Mondo Disney", quindi un giornale con il suo nome può permettersi di ospitare qualsiasi cosa provenga dall'universo disneyano.

        Zio Paperone non se lo può, imho, permettere, trattandosi di una figura ben particolare e con un suo preciso universo.

        Guarda, sono d'accordo con questa tua distinzione. Però va ammesso che così come "Topolino" è sinonimo di "Mondo Disney", anche "Zio Paperone" può essere interpretato: Paperone è la creazione più riuscita di Barks e  Barks piace a tutti ma soprattutto agli appassionati. Insomma, l'equivalenza "Zio Paperone"="rivista per appassionati" è sicuramente lontana dagli intenti originari, ma è quella che si è andata a definire negli anni. Alla luce di ciò, Gottfredson avrebbe sicuramente dato nuova linfa alla testata morente e dubito che a qualcuno sarebbe importato il nome della testata, visto che fino a un anno fa, come già detto, la pubblicazione di Floyd&soci era assolutamente utopistica.
        Che poi ZP qualche storia con Topolino l'ha pubblicata (a parte quella di Barks, ricordo almeno il ciclo dell'Isola del Mito e qualche alta storia di Ferioli) e ha pure tentato di piazzare una modesta, ma significativa, tavola di Gottfredson (con dentro Paperino, certo).
        Infine: il peso dei titoli è assai relativo. Si privilegiano più le mostruose leggi del marketing che delle oneste dichiarazioni di intenti e lo hanno dimostrato numerose testate (si veda l'edizione nostrana della CBL, ad esempio).
        No man commanded Jean Louise.
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          Re: Il cambiamento e gli obiettivi di "Zio Paperone"
          Risposta #18: Giovedì 16 Set 2010, 23:42:47
          Penso che il mondo Disney potrebbe esprimersi molto meglio se organizzato senza tenere conto dei personaggi protagonisti di una storia.

          Anche se sarebbe fortemente "contronatura" per una tipologia di fumetto che fa dei "personalismi" uno dei suoi elementi fondanti. Pensa ai titoli delle storie: ne capiterà uno su mille che non presenta il nome del protagonista (Topolino e il..., Paperino e la...).
          Marco Travaglini


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            Re: Il cambiamento e gli obiettivi di "Zio Paperone"
            Risposta #19: Giovedì 16 Set 2010, 23:55:22
            Topolino è simbolico, è l'icona disneyana per eccellenza ed è sinonimo di "Mondo Disney", quindi un giornale con il suo nome può permettersi di ospitare qualsiasi cosa provenga dall'universo disneyano.

            Zio Paperone non se lo può, imho, permettere, trattandosi di una figura ben particolare e con un suo preciso universo.

            Non condivido.
            Il Superalmanacco Paperino (II serie) negli anni '80 aveva storie con Topolino in ogni numero. Quando è diventato Paperino Mese pure. Tanto che negli anni'90 riportava anche in copertina, a mo' di sottotilo, la dicitura "Il Mensile della Banda Disney"; poi sostituito da "Il Mensile della Banda dei Paperi" quando iniziò a distaccarsi progressivamente dall'universo di Topolinia per focalizzarsi, appunto, solo sui paperi. Ma per ben dodici anni il Superalmanacco Paperino prima e Paperino Mese poi, non si sono fatti problemi a pubblicare storie con Mickey.
            « Ultima modifica: Giovedì 16 Set 2010, 23:56:44 da scrooge4 »
            Marco Travaglini


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            Vito
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              Risposta #20: Venerdì 17 Set 2010, 00:56:00
              Zio Paperone mi sembra possa concedersi meno libertà delle "due facce della medaglia" della Disney come Paperino e Topolino.

              Comunque sì, ovvio, qualche topo non mi avrebbe schifato mica, ma da qui a trasformare la testata nell'only Gottfredson che adesso miracolosamente abbiamo, mantenendo il nome di ZP, ce ne sarebbe voluto...
              « Ultima modifica: Venerdì 17 Set 2010, 01:03:42 da Dollarone_89 »

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                Re: Il cambiamento e gli obiettivi di "Zio Paperone"
                Risposta #21: Venerdì 17 Set 2010, 13:15:09
                Chiaro, ma se ZP avesse continuato ad esistere, la presenza di preziose "chicche" (come avveniva negli ultimi tempi) non mi avrebbe disturbato.  Anzi, sarebbero state le benvenute, anche se  esulavano dal mondo dei paperi.  Naturalmente precedenza a $crooge, in quanto titolare della testata.
                « Ultima modifica: Venerdì 17 Set 2010, 13:16:43 da alec »

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                Bramo
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                  Re: Il cambiamento e gli obiettivi di "Zio Paperone"
                  Risposta #22: Venerdì 17 Set 2010, 21:51:34
                  Avete già detto tutto voi, forse stavolta evito di sbrodolare.
                  Condivido in generale le argomentazioni di Grrodon e Vito, forse più quelle di ques'ultimo. Io a ZP mi sono appassionato grazie a una Raccolta ZP che navigava sui numeri immediatamente prima e immediatamente dopo il 100. Praticamente il primo ZP che ho letto è dunque stato quello sul compleanno di QQQ con tanto di Questione di gergo di Don Rosa a deliziarmi e che mi fece innamorare dell'autore che già amavo per la Saga e le storie contenute in "Paperdinastia", uno dei volumi della mia biblioteca papera letto più volte.
                  Da lì ogni volta che trovavo in edicola una nuova Raccolta la prendevo al volo, anche se confesso che più che altro speravo in numeri con storie del Don, o di Barks che non avevo in altre pubblicazioni... poi però mi innamorai della sezione "Gli altri Paperoni", molto interessante davvero pur non presentando magari sempre autori che poi apprezzassi davvero. Ma era una specie di rubrica molto gradita.
                  Solo in seguito ho recuperato i primi 6 numeri nella ristampa offerta da un Topocatalogo, e recenemente grazie alle fumetterie numeri della serie bianca che valeva la pena avere (con storie di Don Rosa, di solito).

                  Obiettivi... mi pare che abbiate parliato chiaro: ZP nasceva come corripsettivo dell' "Uncle Scrooge" americano e poi come CBL nostrana, pur disordinata, e così fino al n. 69. Il dopo, la celebre serie bianca inaugurata con la Saga di Don Rosa, ha cercato giustamente di allargare gli orizzonti riproponendo Barks ma aprendosi anche ad altri autori che in qualche modo ne raccolgiessero l'eredità. E secondo me è stato un buon modo di reinventarsi, fino al 150 circa, dove poi inizia un lento ma inesorabile declino. Quello che mi piaceva era la posta, sicuramente molto dotta e nerd ma anche ironica e divertita con chi scriveva, non sfiorando nemmeno i vertici di PK ma comunque informale. Il rapporto informale con i lettori si vedeva anche nella pagina del next, che spesso era ironica anticipando quello che sarebbe stato pubblicato il mese successivo.

                  Più o meno dal 150, con la pubblicazione dei Dragon Lord (di cui non ho letto tutte le puntate) il giornale iniziava IMHO ad arrancare, è stata buona l'incentivazione di Romano Scarpa che è sicuramente degno autore paperoniano, forse la salvezza era davvero come dice Vito buttarsi a pesce su autori anche italiani che hanno dato lustro a Paperone, titolare della testata, ora che Barks era finito e Don Rosa arrivava una volta l'anno.
                  Invece si è preferito vedere il taglio del "mensile per collezionisti" piuttosto che "dedicato al papero più ricco del mondo", così che invece che farne un giornale su Paperone lo si è fatto diventare un contenitore di nerdate anche assurde alle volte. ZP era dedicato ai fanatici Disney, non solo (forse non più) a quelli che amavano Paperone ma ai nerd che sbavano se hanno finalmente una storiellina insipida e misconosiuta, ma mai ristampata prima d'ora. E allora vai di Mowgli, di Chiken Little, di cosette banali o poco rilevanti ch facevano cadere la mascella. Luca Boschi, la Cannatella e Becattini riversarono la loro smisurata passione disenyana anche per le minuzie rarissime in ZP che non avendo di meglio da pubblicare in attesa del Don si dava a avventurelle infime ma rare e a storie in latino. Poi venne la bimestralità, la scomparsa della posta (peccato, spesso avevano anche l'onestà di pubblicare lettere di lettori scontenti di certe decisioni editoriali) e del next, forse perchè non voleva spaventare subito l'acquirente. Nellì'ultimo anno ci si è aperti a Topolino per il suo compleanno, ma è stato il canto del cigno.

                  Peccato, la chiusura del mensile mi fece molto dispiacere. Ma di certo più per l'affettività e la storia, pur non comprandolo regolarmente, che per la qualità che ormai spesso non era altissima. Stupiva vedere Boschi sperticarsi in articoli sulla tal storiella infima e non scrivere una riga che è una per La Prigionera del Fosso dell'Agonia Bianca , cosa che era forse termometro dei tempi. Non era più il giornale di Paperone e Barks, ma una raccolta di materiale recuperato dall'oblio dai filologi Boschi e Becattini, materiale che a volte stava meglio nel suo oblio, per una testata che non poteva interessare il lettore casuale che voleva leggere disney di qualità ma solo l'aficionados fissato disneyano. Purtroppo.

                  PS: ecco, ho sbrodolato lo stesso... :P

                    Re: Il cambiamento e gli obiettivi di "Zio Paperone"
                    Risposta #23: Sabato 18 Set 2010, 13:21:18
                    Io non ho mai letto Zio Paperone...ma complimenti davvero per questo messaggio, di solito non scrivo mai sul forum per fare i miei apprezzamenti, ma stavolta faccio un'eccezione.
                    Mi hai fatto venire la voglia di comprare tutta la colelzione, di leggere la posta, di seguire albo per albo la storia della collana.
                    Complimenti davvero, Everett, riesci a trasmettere delle emozioni con le tue parole che valgono più d mille analisi critiche!

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                      Re: Il cambiamento e gli obiettivi di "Zio Paperone"
                      Risposta #24: Sabato 18 Set 2010, 13:47:56
                      Io non ho mai letto Zio Paperone...ma complimenti davvero per questo messaggio, di solito non scrivo mai sul forum per fare i miei apprezzamenti, ma stavolta faccio un'eccezione.
                      Mi hai fatto venire la voglia di comprare tutta la colelzione, di leggere la posta, di seguire albo per albo la storia della collana.
                      Complimenti davvero, Everett, riesci a trasmettere delle emozioni con le tue parole che valgono più d mille analisi critiche!
                      Be', Nubulina, sei molto gentile, davvero, grazie mille per le tue belle parole che mi fanno davvero un grandissimo piacere.
                      Avvicinare qualcuno alla lettrura o conoscenza di qualcosa che bene o male trovo valido (pur con i limiti del tempo, che ho evidenziato) è sicuramente gratificante, così come il riuscire a trasmettere emozioni con le parole, che sarebbe un po' il mio sogno per il furturo in fondo :)

                      Citi la posta... volevo sottolineare, che forse l'ho detto velocemente nel mio post, che la posta oltre che essere una miniera di informazioni sempre interessanti sui fumetti Disney aveva una complicità simpatica e "amica" verso il lettore incredibile. Se la posta di PK raggiungeva il lettore attraverso lo sberleffo esagerato e divertentissimo, la posta di ZP riusciva a catechizzare su Barks, Don Rosa ecc senza risultare pedante ma simpatica e alla mano, anche prendendosi bonariamente in giro. La pagina dell'anteprima del numero successivo era anch'essa condotta in modo intelligente accennando spesso alla vita di redazione mentre si preparava il nuovo albo. Era un bel modo di condurre il giornale, dotto sì grazie agli articoli precisi di Boschi & co. e alle risposte puntuali alle lettere, ma il tutto come se fosse un club di amici che condividono le stesse passioni in modo divertente e alla buona.
                      Peccato che, come dicevo, questa cosa come la qualità delle storie proposte ha iniziato a scemare negli ultimi 60 numeri prima della chiusura, e solo nell'ultimo numero si è tornati a respirare quel clima di amicizia tra noi e i redattori, per dare almeno un bell'addio.

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                      alec
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                        Re: Il cambiamento e gli obiettivi di "Zio Paperone"
                        Risposta #25: Sabato 18 Set 2010, 19:56:22
                        Consiglio caldamente a Nubulina di comprarsi più ZP possibili.  Se i primi numeri sono in po' cari puoi saltarli, tanto le storie dei primi 15 sono state ristampate, e le trovi negli albi più recenti. ;)
                        « Ultima modifica: Sabato 18 Set 2010, 19:59:21 da alec »

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                          Re: Il cambiamento e gli obiettivi di "Zio Paperone"
                          Risposta #26: Domenica 19 Set 2010, 14:32:06
                          Io ho seguito quest'interessantissima discussione da lontano, ho letto tutto ciò che avete scritto, ma purtroppo non sono in grado di aggiungere qualcosa di nuovo al dibattito per il semplice fatto che in vita mia ho letto, sì e no, una decina di numeri di ZP. Attualmente, di quella decina, me ne sono rimasti solo quattro.
                          A proposito del cambiamento di questa testata, mi avete fatto venire in mente un paio di lettere di lettori - perdonate il gioco - delusi proprio da questo cambio di rotta. Quelle a cui mi riferisco le trovate nel n° 178.
                          Personalmente, dalla mia miserrima esperienza con questo giornale, posso dire che avevo iniziato a comprarlo da piccola proprio perché presentava storie solo su Zio Paperone. I miei primi numeri appartengono a quelli della serie colorata, non leggevo la posta né tantomeno gli articoli di approfondimento essendo una bimbetta. Non lo compravo spesso perché avevo un limite di giornalini che potevo acquistare in un mese (imposto da mia madre!), quindi diverse volte mi è capitato di leggerlo tramite terzi, un mio cugino del mare ha ancora diversi numeri.
                          L'ho sempre creduto un giornale che avesse come obiettivo l'essere semplicemente un contenitore di storie dedicate a Zio Paperone, più in generale ai paperi, sia di autori conosciuti e apprezzati quali Barks, Don Rosa e i nostri italiani, sia storie minori provenienti dal resto di Europa/mondo che difficilmente trovano delle pubblicazioni da noi (anche perché, diciamocelo, molte sono parecchio insipide, ho comprato diversi volumetti di pubblicazioni Disney tedesche e sono rimasta parecchio delusa). Invece no, o meglio, magari l'obiettivo, finito Barks e finito Don Rosa, poteva essere quello, salvo accadere qualcosa che l'ha fatto perdere di vista, curatori in primis. Apprezzo Luca Boschi di cui leggo volentieri il blog, apprezzo e invidio anche il piglio filologico di chi se ne intende, però a questo punto sono d'accordo con chi dice che ZP, in quanto testata dedicata al papero più ricco del mondo, era ormai da considerarsi chiusa.
                          Il mio parere è che sia stata anche un po' una strategia di marketing, da parte della Disney Italia, decidere di mantenere quel nome: se avessero pubblicato un mensile contenente solo "nerdate", con articoloni per storielle scialbe dedicate a Mowgli, il successo e le conseguenti vendite sarebbero state nettamente diverse e in negativo. Mantenere il nome "Zio Paperone" poteva essere invece ottimo per chi non era a conoscenza dei dettagli ed era quindi convinto di star comprando un giornalino con storie dedicate allo zione. Che poi forse è ciò che è successo a qualcuno di noi, magari tra i più giovani.
                          Al momento ho intenzione di recuperare e possibilmente completare la collezione di questa testata, anche se per gli ultimi numeri non ne vale la pena. Ormai penso di avere l'età per capire quello che c'è scritto negli articoli di approfondimento!
                           ;)

                           

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