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Prologhi Classici Disney (e altri "amarcord")

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Duck Fener
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PolliceSu
    Re: Prologo
    Risposta #45: Venerdì 12 Mar 2010, 00:12:06

    in pratica paperino si rituffa, prende il medaglione e lo rivende ad un rigattiere mi pare ;D
    Beh, sì, sommariamente come si svolgeva la cosa lo sapevo... però vederlo disegnato e dialogato è diverso!

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      Re: Prologo
      Risposta #46: Venerdì 12 Mar 2010, 18:18:30

      in pratica paperino si rituffa, prende il medaglione e lo rivende ad un rigattiere mi pare ;D

      Esattamente ...Sicuramente meglio la seconda storia , dove il medaglione viene ritrovato ;)

      Ma questo era il carattere di Paperino ( il vendere per guadagnare) , in quegli anni, da parte di certi autori ;)
      W i CWD 1 serie, Il libro di Topolino e William Ward.

      Ecco il mio blog disneyano : http://lagrottadelfumetto.blogspot.com

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        Re: Prologo
        Risposta #47: Domenica 14 Mar 2010, 13:01:17
        LOL i prologhi dei mitici classici, da bambino quando leggevo storie inedite non capivo perchè i disegni fossero così diversi però mi piacevano proprio per questo. E adesso quando li trovo nei classici mi soffermo più su di loro che sulle storie :D.

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          Re: Prologo
          Risposta #48: Lunedì 15 Mar 2010, 20:02:32
          Anche in America, mi sembra, hanno usato questo espediente per legare tra loro gli episodi di Disneyland negli anni 60. Anche qui, risultato deludente.

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            Re: Prologo
            Risposta #49: Domenica 18 Apr 2010, 19:02:12
            Anche in America, mi sembra, hanno usato questo espediente per legare tra loro gli episodi di Disneyland negli anni 60. Anche qui, risultato deludente.
            Nella Grande Dinastia dei Paperi c'è un articolo proprio sull'uso dei prologhi e delle storie a grappolo d'uva: mi pare che venne usato per le storie del Duck Album e, non vorrei sbagliare, per quelle del Diario di Paperina e della Fattoria di Nonna Papera.

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            domego
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              Re: Prologo
              Risposta #50: Sabato 5 Feb 2011, 13:41:30
              prendendo in mano un qualsiasi "Classico Disney" vecchia maniera, ci si rende conto che l'intento editoriale era quello di creare un vero e proprio volumetto da "biblioteca"  e non un normale albo a fumetti. Questo lo si evince non solo dai prologhi e dai raccordi, che avevano lo scopo di creare una specie di "romanzo" a fumetti senza soluzione di continuita', ma soprattutto dalla struttura dei volumi stessi e piu' precisamente:

              1) mancanza di numerazione, dimodoche' il volume fosse individuabile dal titolo e non dal numero.
              2) copertina e costola monocromatica es assenza di pubblicita' in 4a di copertina (almeno fino al 1975).
              3) veste editoriale pregiata, con pagine di frontespizio illustrate e 4a di copertina in tema con la copertina stessa.
              4) indicazione accurata di quale edizione trattavasi (prima, seconda ecc.)

              Non sto ad elencare altre accortezze editoriali che rendono i classici Disney prima serie, un caso abbastanza unico nel mondo del fumetto.

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                Re: Prologo
                Risposta #51: Sabato 5 Feb 2011, 16:35:48
                Anche in America, mi sembra, hanno usato questo espediente per legare tra loro gli episodi di Disneyland negli anni 60. Anche qui, risultato deludente.

                Invece a me quelle storie disneylandiane piacevano molte, cornice (frame story) compresa :D
                         
                In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

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                danuota
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                  Risposta #52: Sabato 31 Mar 2012, 09:58:10
                  prendendo in mano un qualsiasi "Classico Disney" vecchia maniera, ci si rende conto che l'intento editoriale era quello di creare un vero e proprio volumetto da "biblioteca"  e non un normale albo a fumetti. Questo lo si evince non solo dai prologhi e dai raccordi, che avevano lo scopo di creare una specie di "romanzo" a fumetti senza soluzione di continuita', ma soprattutto dalla struttura dei volumi stessi e piu' precisamente:

                  1) mancanza di numerazione, dimodoche' il volume fosse individuabile dal titolo e non dal numero.
                  2) copertina e costola monocromatica es assenza di pubblicita' in 4a di copertina (almeno fino al 1975).
                  3) veste editoriale pregiata, con pagine di frontespizio illustrate e 4a di copertina in tema con la copertina stessa.
                  4) indicazione accurata di quale edizione trattavasi (prima, seconda ecc.)

                  Non sto ad elencare altre accortezze editoriali che rendono i classici Disney prima serie, un caso abbastanza unico nel mondo del fumetto.
                  Quoto assolutamente !!! ;)

                  Diciamo pure un vero e proprio capolavoro editoriale del mondo Disney e non solo (siamo fine anni '50 e inizi anni '60 non dimentichiamolo), per impostazione della collana , per la cura maniacale del Direttore Mario Gentilini , per le storie straordinarie contenute (soprattutto nei primi albi , i primi 25/30) , per le bellissime copertine (in special modo quelle di Carpi e Perego !!) , per l'impostazione "a tema" di ogni singolo volumetto (a partire dal titolo) , per l'idea brillante dei prologhi e delle vignette di raccordo tra una storia e l'altra.......
                  Insomma dai , in una parola la collana dei CWD è : STRAORDINARIA!!

                   :)

                  *

                  Gongoro
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                    Re: Prologhi Classici Disney
                    Risposta #53: Sabato 31 Mar 2012, 13:10:59
                    A dire il vero (mia personale opinione) la qualità dei prologhi in sè era mediamente bassa soprattutto nei disegni (solitamente di Perego e negli ultimi anni anche di Gatti) e anche i testi di Dalmasso risultavano a volte divertenti solo per l'estrema "scorrettezza" (specie rispetto agli standard dei decenni successivi), come per esempio Tip e Tap che si ubriacano con il liquore destinato a zia Topolinda, Paperone che cerca di sottrarre un tacchino a Nonna Papera, Paperino che beve solo birra e vino dopo una traumatica avventura "acquatica"  e molto altro...  

                    *

                    Cornelius
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                      Re: Prologhi Classici Disney
                      Risposta #54: Giovedì 10 Mag 2012, 01:16:49

                      Quando la seconda serie de 'i Classici' cominciò ad eliminare i prologhi (ci fu un'alternanza fra ristampe dei primi Classici con tanto di prologo e nuovi Classici privi delle tavole di raccordo) provai una sensazione di tristezza; rimaneva la sostanza ma era importante anche la forma. Era come se un corpo umano fosse stato scarnificato, come se un programma televisivo non avesse più un'introduzione di educata buonasera e un conduttore che legasse i vari scomparti o tenesse i fili del tutto. Come se entrando in una casa, il padrone della stessa non ti salutasse e non ti facesse un sorriso di benvenuto, ma passasse direttamente agli argomenti da discutere.
                      Nei successivi Vattelapesca in qualche rara iniziale occasione c'è stato un tentativo di riprendere i prologhi ma la cosa finì lì. Forse le nuove generazioni di lettori che non hanno vissuto l'epoca dei prologhi (pur conoscendoli) non ne sentono (di conseguenza) la mancanza e per gli autori e i responsabili della Disney è un lavoro impegnativo in meno da sbrigare e tutto tempo guadagnato. Però anche quella era arte (per quanto i prologhi fossero criticabili in diverse occasioni), era artigianato che rendeva prezioso un volume altrimenti anonimo (come sono oggi i Classici).

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                      Paperotto il mozzo
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                        Re: Prologhi Classici Disney
                        Risposta #55: Venerdì 11 Mag 2012, 12:26:29
                        In proposito ho sensazioni contrastanti.
                        In un certo senso gli scarni disegni di Perego (peraltro a mio avviso comunque dotati di una grandissima e particolare espressività, come sempre ripeto) che si arrabattavano a continuare e tentare di legare storie spesso assai meglio illustrate, spessissimo ricorrendo al facile espediente del ‘sogno’, mi apparivano un po’ miserevoli. La situazione non cambiava granchè allorché era sostituito da Gatti, il cui tratto appariva almeno più moderno ma non mi soddisfaceva (lo trovo piacevole, gradevole e moderno ma mi pare poco espressivo).

                        Ma dall’altro canto li leggevo – e ancora li leggo – avidamente, trovandoli interessantissimi ed anzi mentre si legge è superlativo il pungolo di andare a vedere in che modo vengono collegate di palo in frasca le storie. A volte addirittura era necessario aggiungere alcune tavole dopo l’ultima storia.
                        Ed in effetti il prologo iniziale è una piccola storia a se che, in modo più o meno organico o riuscito, innesta nel suo discorso storie già realizzate tramite le mitiche paginette interstiziali (una, due, molte, moltissime a seconda dei casi !).
                        Va visto ovviamente nell’ottica di fare del Classico un vero e proprio succedaneo, ‘sui generis’ in quanto fumetto, dei libri Mondadori ‘per grandi’, in cui il tema è unitario. Il tratto semplice e morbido di Perego è giustamente adatto in quanto tendenzialmente neutrale. Intento originale, simpatico, ammirevole e coraggioso che ha dato luogo ad un prodotto che amiamo ancora tanto.
                        Questa realizzazione ad hoc produce una varietà di situazioni che hanno comunque arricchito ed aggiunto ulteriori motivi alle storie che ne sono state interessate. Pensiamo solo al divertimento e alla stranezza nel vedere come Perego ‘commutava’ la nostra immaginazione, riprendendo i personaggi e gli ambienti con un diverso disegno, allorché una situazione veniva continuata.
                        Una situazione unica ed irripetibile, indescrivibile, una sensazione da provare. Ed anche allorché si utilizzava la facile scorciatoia del ‘lungo sogno’, quanto era adatta la grafica di Perego alle inquietanti e misteriose malìe dei sogni ! We miss it. L’abbiamo persa, hai ragione Cornelius.
                        Quindi è chiaro che l’intento di rendere l’insieme delle storie un tutto organico era per forza destinato a fallire, ma è proprio questo tentativo che ha creato mille motivi di fascino ed interesse. Bilancio quindi pienamente positivo.

                        E pensare che da bambino ero all’inizio felice dei nuovi classici perché ‘non sprecando pagine’ contenevano più storie!

                        Infine, e qui finalmente finisco, come dimenticare che è stato un prologo a spiegarmi – in poche indimenticabili vignette – che ne è stato di Roberta, la studiosa esperta, per oltre dieci anni ?
                        « Ultima modifica: Lunedì 14 Mag 2012, 11:24:39 da dr.Strano »
                        'Specchio magico, specchio rotondo, sono il piu' stupido di tutto il mondo?'
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                        Cornelius
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                          Re: Prologhi Classici Disney
                          Risposta #56: Venerdì 11 Mag 2012, 13:49:44
                          Infine, e qui finalmente finisco, come dimenticare che è stato un prologo a spiegarmi – in poche indimenticabili vignette – che ne è stato di Roberta, la studiosa esperta, per oltre dieci anni ?

                          Non ricordo questo prologo su Roberta. In quale Classico si trova?

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                            Re: Prologhi Classici Disney
                            Risposta #57: Venerdì 11 Mag 2012, 17:06:18
                            per la precisione
                            non è esattamente nel prologo iniziale ma nel suo proseguimento (continuazione-congiunzione della storia del 'turbinio magitecnico')
                            mi pare sia il n.5 della nuova serie 'il miliardo'
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                              Re: Prologhi Classici Disney
                              Risposta #58: Venerdì 11 Mag 2012, 17:26:56
                              per la precisione
                              non è esattamente nel prologo iniziale ma nel suo proseguimento (continuazione-congiunzione della storia del 'turbinio magitecnico')
                              mi pare sia il n.5 della nuova serie 'il miliardo'

                              Il turbinio magitecnico è ristampato in Paperone Special (n. 20), nelle cui pagine di raccordo appare appunto Roberta.
                              « Ultima modifica: Venerdì 11 Mag 2012, 17:28:33 da Paperino100 »

                              Ciao Rodolfo, e grazie di tutto.

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                                Re: Prologhi Classici Disney
                                Risposta #59: Domenica 13 Mag 2012, 02:01:28
                                I post delle settimane scorse di Danuota, Gongoro, Cornelius Coot e Paperotto il mozzo
                                sono la prova di un affetto verso i Prologhi e i loro autori a cui voglio aggiungere
                                la mia testimonianza, anche se ripetendomi, riportando qui un mio vecchio post
                                nel topic Omaggio ai famigerati Prologhi dei Classici
                                Prima di parlare dei prologhi, sono venuto a elogiare Perego.
                                Nella mia adolescenza Perego era onnipresente: poichè acquistavo prevalentemente CWD e Albi della Rosa,
                                il suo stile mi era diventato familiare appunto per i prologhi,  e perchè negli AR spessissimo erano ristampate storie disegnate da lui.
                                Insomma ha contribuito a formare il mio imprinting disneyano, e quando penso alla posa di un papero,
                                come se lo volessi disegnare io, mi tornano in mente gli atteggiamenti un po' legnosi di Perego,
                                piuttosto che quelli dinamici ed inarrivabili di Scarpa.
                                Non posso negare che l'espressività dei paperi di Scarpa, Bottaro o Carpi fosse di gran lunga maggiore,
                                ma questo scollamento tra testo e disegni spesso evidenziava e esaltava una battuta.
                                Non tutto il male viene per nuocere, ed è bene ricordarsi che
                                i testi erano allora molto più ricchi di quanto siano ora: ne abbiamo parlato a lungo qui.

                                Chiuso questo mezzo OT, trovo che molte critiche ai prologhi sono ingenerose.  Concordo che talvolta il legame tra le storie è un po' sfilacciato, ma in fondo è solo un onesto lavoro artigianale per non fare fredde antologie di ristampe. Però mi sarebbe piaciuto vedere anche qualche apprezzamento, per esempio per i prologhi di Topolinissimo o Il Milione, che a mio parere svolgono egregiamente il loro ruolo.

                                Non credo che la preparazione di un CWD fosse così casuale, come sostenuto da qualcuno. Intanto non c' erano poi tante storie tra cui scegliere: i 3 o 4 CWD pubblicati ogni anno richiedevano tra le 12 e le 16 storie a due puntate: assumendo che ogni TL avesse in media una puntata di una storia lunga e una autoconclusiva, che di solito finiva negli AR,  il materiale usato per le ristampe veniva da 25-30 TL pubblicati 4 o 5 anni prima, cioè era a disposizione circa il doppio del necessario; c' era da scegliere, ma non da scialare.
                                Il prologo doveva unire queste storie, spesso distanti ma comunque di grande qualità, portandosi al loro livello e  confondendosi tra loro, oppure facendo ricordare al lettore una timida trama, lasciata in sospeso per dare il proscenio a una grande storia: insomma un ruolo ingrato :-X.
                                Perchè allora auguro nuova vita ai prologhi, viste anche le difficoltà implicite nella loro natura?
                                Perchè ne abbiamo, e ne avremo sempre più bisogno, per contestualizzare le grandi storie del passato.
                                Anche le presentazioni filologiche, invocate da qualcuno come collante da usarsi nelle ristampe, sarebbero un arricchimento critico, ma non narrativo, e per un lettore non interessato alla filologia disneyana, risulterebbero alla fine scoccianti tediose (mantengo alto il tono ;D).
                                In questo post di pkthebest e nei successivi ci ponevano il problema di come adattare storie in cui oggetti obsoleti abbiano un ruolo essenziale, per esempio l' unghia di zaffiro di Kalì come puntina per dischi microsolco in vinile.  
                                A mio parere l' unico modo di riproporre queste storie è di incorniciarle in un prologo in cui si dice cosa erano le puntine dei giradischi, per esempio durante una visita un museo, per un ritrovamento in soffitta, per una foro sull' album di famiglia...
                                Ovviamente tutto ciò deve essere gradevole e più attraente che una introduzione storico-critica. Come ho detto prima, scrivere prologhi è un lavoro ingrato, ma qualcuno deve pur farlo ;)
                                « Ultima modifica: Domenica 13 Mag 2012, 02:04:31 da Hon-ki-ton »

                                 

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