In proposito ho sensazioni contrastanti.
In un certo senso gli scarni disegni di Perego (peraltro a mio avviso comunque dotati di una grandissima e particolare espressività, come sempre ripeto) che si arrabattavano a continuare e tentare di legare storie spesso assai meglio illustrate, spessissimo ricorrendo al facile espediente del ‘sogno’, mi apparivano un po’ miserevoli. La situazione non cambiava granchè allorché era sostituito da Gatti, il cui tratto appariva almeno più moderno ma non mi soddisfaceva (lo trovo piacevole, gradevole e moderno ma mi pare poco espressivo).
Ma dall’altro canto li leggevo – e ancora li leggo – avidamente, trovandoli interessantissimi ed anzi mentre si legge è superlativo il pungolo di andare a vedere in che modo vengono collegate di palo in frasca le storie. A volte addirittura era necessario aggiungere alcune tavole dopo l’ultima storia.
Ed in effetti il prologo iniziale è una piccola storia a se che, in modo più o meno organico o riuscito, innesta nel suo discorso storie già realizzate tramite le mitiche paginette interstiziali (una, due, molte, moltissime a seconda dei casi !).
Va visto ovviamente nell’ottica di fare del Classico un vero e proprio succedaneo, ‘sui generis’ in quanto fumetto, dei libri Mondadori ‘per grandi’, in cui il tema è unitario. Il tratto semplice e morbido di Perego è giustamente adatto in quanto tendenzialmente neutrale. Intento originale, simpatico, ammirevole e coraggioso che ha dato luogo ad un prodotto che amiamo ancora tanto.
Questa realizzazione ad hoc produce una varietà di situazioni che hanno comunque arricchito ed aggiunto ulteriori motivi alle storie che ne sono state interessate. Pensiamo solo al divertimento e alla stranezza nel vedere come Perego ‘commutava’ la nostra immaginazione, riprendendo i personaggi e gli ambienti con un diverso disegno, allorché una situazione veniva continuata.
Una situazione unica ed irripetibile, indescrivibile, una sensazione da provare. Ed anche allorché si utilizzava la facile scorciatoia del ‘lungo sogno’, quanto era adatta la grafica di Perego alle inquietanti e misteriose malìe dei sogni ! We miss it. L’abbiamo persa, hai ragione Cornelius.
Quindi è chiaro che l’intento di rendere l’insieme delle storie un tutto organico era per forza destinato a fallire, ma è proprio questo tentativo che ha creato mille motivi di fascino ed interesse. Bilancio quindi pienamente positivo.
E pensare che da bambino ero all’inizio felice dei nuovi classici perché ‘non sprecando pagine’ contenevano più storie!
Infine, e qui finalmente finisco, come dimenticare che è stato un prologo a spiegarmi – in poche indimenticabili vignette – che ne è stato di Roberta, la studiosa esperta, per oltre dieci anni ?