A parte gli scherzi complimenti per l'enciclopedica e puntuale recensione, con giudizi molto equilibrati.
Grazie mille!
A distanza di cinque anni dall'uscita ho finalmente letto gli ultimi 10 numeri di PK-Pikappa che erano rimasti a fare la muffa su uno scaffale della libreria senza nessuna aspettativa se non la voglia di archiviarli assieme agli altri e, al termine, sono rimasto tutto sommato piacevolmente sorpreso. Certo si può facilmente obiettare che se si parte da aspettative nulle o addirittura negative e facile farsi impressionare positivamente e probabilmente è così tuttavia, leggendo questi dieci numeri, non ho provato il senso di ribrezzo e disgusto e che provai all'epoca all'inizio di questa terza serie.
Boh, io risfogliando gli ultimi 10 numeri vedo sì dei numeri buoni (penso alla bilogia evroniana di Secchi, penso al numero con Urk, penso a
L'Orologio del Mondo, a Uno + Uno che citi tu) ma purtroppo vedo soprattutto una deriva stanca e che non si prende più sul serio, IMHO, con storie formate da spezzoni di micro-avventure legate insieme da un esile filo di trama (
A 9 secondi dalla fine,
Vigilia Bianca) o comunque con frittolazioni sempre più disperate. Di contro, le brevi sembravano migliorare.
Degli ultimi 10 numeri (sui precedenti non mi pronununcio perché non ricordo molto) la storia che più mi è piaciuta è stata sicuramente UNO+UNO con una splendida doppia pagina col titolo, molto dinamica e ben costruita.
Tra l'altro la doppia pagina per il titolo (che in pratica ha sostituito la doppia copertina) è una delle poche idee simpatiche di questa terza serie anche se non sempre sono risultate così efficaci.
Sono d'accordo,
Uno + Uno è una delle migliori storie di questa fase finale della serie e anche dell'intero PK Frittole, anche dal punto di vista dei disegni.
Sulla doppia tavola d'apertura è vero, è un carattere distintivo della terza serie di PK (lo dissero esplicitamente in un
BackStage dei primi numeri), e si può in effetti vedere come palliativo all'assenza della copertina doppia. Condivido il parere che sia stata una bella idea, ma ovviamente a seconda del soggetto della scena e della bravura del disegnatore la sua efficacia variava da numero a numero, ovvio, proprio come le copertina doppie di PKNA del resto.
Mi è piaciuta anche Sotto Zero e anche la storia finale The end? che dai commenti che ho letto ha fatto praticamente schifo a tutti a me non è parsa così brutta anzi...
Per
Sotto Zero quoto, l'ho detto anche sopra, per
The End?... no! L'apocalittica storia, anche a non voler vedere il livello metafumettistico di autoaccusa che ci sta dietro, lo ritengo un pastrocchio abbastanza assurdo, con una trama che non si regge molto in piedi, arruffata, e per di più con disegni che non si possono vedere (e dispiace dirlo pensando che tra quei disegnatori c'era il buon Gervasio o i fratelli Pastrovicchio che sono eccellenti disegnatori). Un pastrocchio immane, frittole all'ennesima potenza senza i pregi della saga, che tenta di annullare se stesso.
Mi ha fatto invece morir dal ridere la PKMail sicuramente la cosa migliore di questa terza serie. Mi ero completamente dimenticato di quanto fossero indisponenti e irriverenti le risposte e di quanto fossero idiote alcune lettere.
La PKMail era meravigliosa, forse il maggior elemento di continuità di "spirito" con le prime due serie di PK. Grazie Fausto
Simpatica anche L’Eco della Macchinetta, una sorta di versione cartacea, limitatamente al soggetto, del programma TV Camera Cafè (come faceva notare anche un altro lettore); in particolare ho trovato bellissima quella dell'ultimo numero: un immagine a volte vale più di tante parole. Sembra quasi voler dire ai lettori: ci avete fatto letteralmente a pezzi.
Anch'io ho un'autentica venerazione per quella rubrica in fondo al giornale. Era geniale, e anche qui un grosso grazie va a Vitaliano. Sempre divertente e assurda, un'ottima appendice alla PKMail.
Non avevo letto l'immagine dei bulloni della macchinetta come un'altra auto-accusa, ma ci potrebbe stare (io l'avevo visto come "sequel" dell'episodio del mese precedente)
A proposito di riferimenti Creature dagli abissi sembra citare in molti punti Sfera, un romanzo di Michael Crichton: il laboratorio subacqueo, l'astronave aliena precipitata negli abissi, gli attacchi al laboratorio di giganteschi polipi, i polipi materializzazioni di creature immaginarie la cui origine è collegata all'astronava aliena...
Anche un altra storia, Lo sciame, guarda caso sempre di Faraci, mi ha ricordato un altro romanzo di Crichton, Preda. In questo caso però il punto di contatto è limitato all'idea alla base di entrambe le storie: uno sciame di insetti biotecnologici che da soli non sono in grado di fare nulla ma che in gruppo riescono a cooperare e addirittura ad evolvere e autoapprendere nuove conoscenze.
Oh, perfetto, grazie mille. Non fatico a credere che Faraci possa aver citato o essersi ispirato proprio ai due romanzi di Crichton che indichi tu, non posso essere certo che sia uno dei suoi autori preferiti ma conoscendo un po' i generi letterari che Tito predilige ci potrebbe stare. Grazie
E ovviamente, se a qualcun altro saltano all'occhio casi di citazioni nelle storie frittolliane, le segnali (anche da fumetti supereroistici statunitensi, che mi sa che abbondano...)