Gasp! Che discussione interessante che è venuta fuori, tra ieri e oggi! Purtroppo in questi giorni ho poco tempo per connettermi, ma adesso dico anche io la mia...
Secondo me proprio qui sta il nocciolo della discussione, infatti, se si vuole riflettere sul tema del target delle storie Disney: l'apparenza. Nello stile di narrazione, nelle ambientazioni, nella varietà e tipologia dei generi narrativi esplorati, PKNA è un fumetto secondo me perfettamente accessibile a lettori di tutte le età, pur affrontando riflessioni filosofiche/psicologiche/letterarie certamente "alte" e rare da trovare in un fumetto Disney, perlomeno in modo così sistematico e ben descritto. Pk2, pur affrontando altrettanti temi di quella caratura lo fa in un contesto diverso, più calato nella Paperopoli-metropoli americana moderna che nel colorato spazio fantascientifico, come scrissi qualche giorno fa sul topic di PK2. Il contesto, l'ambientazione, i toni erano codificati in modi comprensibili ovviamente anche da un bambino, ma forse con meno trasporto di un adulto, che poteva immedesimarsi nel Paperino con un lavoro fisso che deve vedersela coi turni e i colleghi. MM era ancora più estremo in questo senso, facendo dell'ambientazione urbana, della claustrofobia, dei toni di narrazione molto forti e di genere la propria bandiera, e quindi forse con scarso appeal nei confronti della grande fascia di lettori, cioè bambini, che si trovavano di fronte un fumetto cupo e hard-boiled. Ovviamente poi qui si differisce da PK anche nelle tematiche, ma tutto questo per dire che un fumetto (Disney ma non solo, Disney di Nuova Generazione ma anche Disney classico) può essere considerato adulto sia per le tematiche affrontate sia per i toni del racconto, e non sempre questi due aspetti vanno a braccetto. Azzardando un ardito paragone che serve solo ed esclusivamente a dare un'idea, in equazione matematica...
PKNA : Barks = PK2 & MM : Don Rosa
... partendo dal post di Everett, e anche dal successivo di Lyla, quindi, con i quali mi trovo perfettamente d’accordo. Sia PKNA che MM sono, seppur a livelli diversi, a seconda di come ognuno la vede, incredibilmente più adulti e maturi della stragrande maggioranza di storie Disney degli ultimi anni, con le dovute eccezioni; ognuno di questi fumetti è stato caratterizzato da una svolta epocale dalla continuity classica, da un impensabile, all’epoca, inserimento di innovazioni e, a loro modo, anche da un recupero di elementi che col tempo erano andati perduti. Sul fatto che nessuno dei due sia un fumetto propriamente adatto a dei bambini non si discute, anche se, secondo me, non sono per loro completamente inaccessibili. Certamente il modo in cui lo affrontano un bambino e un adulto/ragazzo è totalmente differente. Ed è qui che vedo la sostanziale differenza che avete già fatto notare: tanto PKNA che MM mettono sul piatto numerosissime tematiche e spunti di riflessione, ma in un modo diverso. Provo a spiegarmi: PKNA è un immenso oceano di riflessioni, ideali, temi e affini, ma sono abilmente nascosti da una vicenda all’apparenza meno intricata e complessa, che può persino risultare piacevole anche a dei bambini, per certi aspetti, mentre MM, che sotto l’aspetto filosofico e introspettivo ha, inevitabilmente, meno spunti da offrire, ma tutto ciò che ha lo spiattella con un realismo incredibile, facendoti toccare con mano i problemi più drastici e attuali della realtà di oggi, in modo molto più diretto che non PKNA. Per questo, mi trovo d’accordo sul fatto che MM sia meno adatto a un pubblico molto giovane rispetto a PKNA, per quanto poco possa esserlo egli stesso.
Infatti, rileggendo quanto ho scritto appena adesso al riguardo, mi viene in mente anche un altro aspetto interessante: se è vero che le tematiche più forti sono “mimetizzate” sotto una vicenda meno intricata, è anche vero che è senza dubbio esse che lo rendono amato e lodato da noi con tanta insistenza. Il risultato, quindi, è che spesso il principale motivo di apprezzamento per le storie siano questi spunti e queste idee, che però, spesso, risultano effettivamente incomprensibili per un bambino, che così si potrebbe imbattere in un capolavoro senza valutarlo positivamente, appunto perché non capisce tutte ciò che ci sta dietro (ed è qui che calza a pennello l’esempio di Frammenti d’autunno, al quale, però, rispondo tra un attimo).
Paragone azzardato per paragone azzardato, ne faccio uno anch’io, per provare a farmi capire meglio. Pensiamo ai due come a due film, PKNA e MM, due film che non c’entrano niente con ambientazioni e tematiche dei due fumetti, due film qualsiasi. PKNA è il classico esempio di film che tutta la famiglia guarda insieme spaparanzata sul divano, figli e genitori: è anche, però, il classico esempio di film in cui, a certe uscite, i genitori e i figli grandi sghignazzano e i figli piccoli li guardano allibiti chiedendosi cosa cavolo ci sia da ridere in quella scena; insomma, è il classico tipo di film che anche i bambini possono vedere senza problemi, senza però riuscire ad apprezzarlo pienamente, andando a letto, alla fine un po’ annoiati. OK mi sono spiegato male, non è che mi riferisca alle battute, comprensibili da chiunque, (e nemmeno a scene osé, nel caso abbiate iniziato a pensar male
) ma in generale al fatto che quanto di più profondo ci sta dietro non è perfettamente comprensibile da un bambino. MM, invece, è un film che non tutti i genitori fanno vedere ai propri bambini, perché i temi che presenta sono per loro ancora troppo maturi, se non persino incomprensibili, e, in generale, è meglio metterli a nanna con un bel cartone animato, che fa sempre bene.
Insomma, Come Volevasi Dimostrare, non è che dei bambini possano imbattersi in qualcosa di inappropriato per la loro età, semplicemente le storie in sé, leggendole, non potrebbero trasmettergli quelle emozioni, quelle riflessioni e quelle situazioni che inevitabilmente sono nate in noi, col risultato, inevitabile, che ad essi preferiscano nettamente le storie classiche che leggono tutti i giorni.
Non posso non fare l'esempio (uno per tutti) di Frammenti d'Autunno: se non si coglie la profondissima disamina finale che Enna compie tramite Vertighel (e che tu hai perfettamente analizzato nella tua splendida recensione) e tutti gli altri numerosissimi spunti di riflessioni tematiche disseminate e nascoste lungo la narrazione, che cosa ci resta? Una storiellina d'amore all'acqua di rose? Un fanta-thriller giudiziario? Non è cosa molto allettante, specie per un bambino, sono sicuro che si annoierebbe abbastanza.
Come avevo annunciato, l’esempio calza a pennello con quanto ho appena scritto. Più che in ogni altro numero, Frammenti d’Autunno basa la propria forza, il proprio impatto sul lettore sulle fortissime emozioni di cui è ricco, sulla sua struggente poesia, sui suoi numerosi e interessantissimi spunti di riflessione: se uno non riesce a cogliere tutto questo, e non è poi così strano, per un bambino, è inevitabile che gran parte del fascino della storia si perda. Se togliamo tutto questo, quello che resta è la trama più pallosa e meno accattivante che un gormitico bambino possa trovare in un fumetto disney: “una storiellina d'amore all'acqua di rose e un fanta-thriller giudiziario”, sì. Anche io, quando l’ho letta per la prima volta, come tutto PKNA del resto, recuperato da bambino, all’inizio del nuovo millennio, non ero naturalmente riuscito a innamorarmene come è successo poi, anno dopo anno, lettura dopo lettura, che sì, sono state tantissime, di questa storia, capace di regalarmi ogni volta emozioni fortissime, con rinnovata e sorprendente carica, anche quando ormai, l’avevo già imparata a memoria.
Ecco, Frammenti d'Autunno è una di quelle cose che, tanto sei d'accordo, andrebbe schiaffata ovunque come esempio di vetta pknaica, affiancato da tanti altri, ma rappresenta, per quanto mi riguarda, quella del tutto Intoccabile.
Ma, in realtà, ho maturato questa opinione di Frammenti solo dopo una seconda, più attenta, lettura: non mi era rimasto granché di quel numero, lì per lì, dato che sulle prime gli prestai l'attenzione di un bambino che guarda dei disegnini su un foglio, pieno di paperi antropomorfi che squaquerano un po' di cazzate, in una giornata di noia e non certo per diletto (che paroloni), e quindi, insomma, mi sono messa a leggiucchiare sfruttando l'abilità mnemonico-cognitiva di uno scoiattolo.
Aggiungendo una piccola cosa, alla luce di questo post, che quoto in pieno. Come ho scritto, ho letto la storia da bambino, ma se anche l’avessi letta adesso, una singola e distratta lettura, non sarebbe certo bastata a farmene cogliere le più piccole sfumature e le grandissime emozioni nascoste nelle pagine. Ogni grande storia, che sia essa un film, un libro, un fumetto come in questo caso, qualsiasi cosa, a ogni rilettura/visione ecc... riserva sempre dei nuovi particolari o dei dettagli apparentemente insignificanti, che si tramutano però in nuove emozioni, nuove riflessioni che prima ti erano sfuggite, ma che, di volta in volta, ti appaiono più determinanti e significativi.
_Gunni Helm