Al raduno natalizio torinese, avevo fatto una promessa a L.Vertighel e agli altri presenti: che avrei provato a scrivere una recensione positiva di PKNA Prima dell’alba, giudicato uno dei numeri più brutti del fumetto (neanche a me è garbato chissà che, ma per me il peggio è Le sorgenti della Luna). Facciamo vedere che non sono un avvocato proprio per caso e proviamoci, va’, anche se non sarà facile.
Leggendo Prima dell’alba, non posso esimermi dal discostarmi dall’accusa mossa alla storia di essere un semplice filler banale e scontato. Si ritiene che la spina dorsale della storia sia solo una trita e ritrita battaglia tra il buono Paperinik e il cattivo Raznor, dove i due altro non fanno se non suonarsele dall’inizio alla fine. Raznor attacca, Pk è in difficoltà, Pk contrattacca, Raznor è in difficoltà, sino alla fine dove il papero mascherato, di riffa o di raffa, riesce a vincere.
Nulla di più falso. Anzitutto la battaglia, come sempre in PKNA, non è fine a sé stessa, ma è il pretesto per qualcos’altro: e in questo numero il fantomatico “altro” cui la lotta bene/male fa da supporto è chiaramente, esplicitamente e indubitabilmente dato dall’umorismo faraciano, dalle battute spiazzanti che costeggiano tutta la storia.
Non serve qui approfondire psicologicamente il cattivone di turno, del quale comunque apprendiamo l’essere un intergalattico cacciatore di taglie pronto a tutto per denaro, né serve soffermarsi più di tanto su Ghoster o sui malavitosi di contorno. Nulla di tutto questo: la storia vive e si regge di battute.
Ed è proprio in questo senso che comprendiamo la verità. Tramite le uscite spiazzanti di Angus, Camera 9 e dello stesso Paperinik, noi approfondiamo quale sia il rapporto di reciproca fiducia che intercorre tra questi tre personaggi.
Al di là delle scaramucce che spesso li vedono opposti, infatti, Camera 9 decide di fidarsi di Angus Fangus per uscire dal guaio nel quale si è ficcato, tanto da domandarne l’aiuto, ed Angus non esita ad aiutare sia Camera 9, sia Paperinik, nel combattere l’alieno Raznor.
La scorza d’ipocrisia che vela Angus di solito qui cade miseramente, rivelando quindi la grande stima che il kiwi nutre sia per l’enigmatico cameraman, sia per il beccuto eroe, e male interpreterebbe la storia chi dovesse ritenere che Angus agisca in favore degli altri due solo per il proprio tornaconto.
E Prima dell’Alba è forse la storia che più di ogni altra dimostra quanto sia complessa la psicologia del giornalista neozelandese, dimostrandoci, una volta di più, che anche il più spregiudicato dei personaggi principali di PKNA in fondo ha un lato positivo, rivelandoci una nuova sfaccettatura del carattere di un personaggio che ormai pensavamo di conoscere.
Ma PKNA è fumetto dalle mille sorprese, e sorprendente è anche l’appunto inatteso finale, dove Faraci è maestro nel ricollegare la storia principale a quelle tavole nel passato che, ad una prima e superficiale lettura, sarebbero apparse insensate al lettore distratto. Al contrario, ogni filo si riannoda in modo logico e coerente, chiudendo il cerchio delineato sin dalle prime pagine di questa sottovalutatissima avventura, che, invece, meriterebbe ben altra approvazione da parte dei lettori.
Oh, di più non potevo proprio fare...