Seguono super-mega spoiler su PK2!
E allora eccomi qua, a dire finalmente anch'io la mia su questa serie, fresco fresco della lettura di qualche settimana fa. Per quanto possa sembrare strano, infatti, non la seguii all’epoca dell’uscita in edicola, non riesco nemmeno ora a darmene una motivazione valida, ma fu così. Negli anni seguenti sono sempre stato piuttosto restio a recuperarla, forse temendo di rimanerne deluso, che non sarebbe stata capace di confermare le aspettative piuttosto alte che mi si erano create leggendo i commenti più che positivi qui e, in generale, sul web, e che non sarebbe riuscita a ridonarmi le stesse sensazioni, le stesse emozioni fortissime della prima serie; forse era la convinzione che ciò in cui mi sarei imbattuto sarebbe stato “diverso”, in particolare per l’assenza, di cui naturalmente ero a conoscenza, di Uno, personaggio al quale devo tantissimo, figura azzeccatissima, che sempre mi ha fatto divertire, emozionare, sentire a mio agio con tutta la vicenda; o forse, invece, era stato solamente il fatto di non essermi mai imbattuto nell’occasione giusta per recuperare la serie, chissà.
Fatto sta che, al maggio appena passato, sono incappato in un’offerta talmente vantaggiosa da non potervi rinunciare, che mi ha permesso di recuperare quasi tutta la serie, sino al numero 11. Tra impegni vari, letture arretrate sia di libri che di fumetti, studio e compagnia bella, non ho avuto molto tempo per affrontare la lettura della serie sino a giugno. Insomma, non è passato molto tempo da quando, finalmente, ho preso in mano il primo numero. Mi sono spaparanzato sul letto. Ho acceso la luce. Sospiro. Ducklair. Si comincia. Non devo girare molte pagine per capire tutto quello che sta dietro al cambio di rotta della testata, le intenzioni future, le motivazioni che ci stanno dietro. Loro, del Pkteam, la loro sfida l’hanno già vinta, e con un successo strepitoso. Che si siano annoiati? Possibile. Certo, c’è la voglia di ricominciare da capo, di cimentarsi in una nuova avventura, di tentare l’impossibile. Proseguire con Pkna all’infinito? Troppo facile, troppo noioso. Occorre un punto di svolta, da cui ricominciare da zero. Eccolo. Con mio grande, grandissimo piacere, noto che la mail è rimasta la stessa, che l’umorismo del tutto fuori dalle righe è ancora quello, così come le risate che suscita l’impavido Vitaliano, sempre pronto a farsi beffe dei poveri fan e a uscirsene con battute simpaticissime.
Ma basta con le parole. E che nessuno mi disturbi, ora: chiudiamo porta e telefono. E’ giunto il momento di iniziare a leggere la storia vera e propria. Che storia. Magia. Vedo quello che già sapevo prendere forma, man mano che giro le pagine. Everett comunica lo spegnimento di Uno. E chissà perché, dopo tutto, non me ne ero ancora convinto. Che io lo credessi immortale, come Paperinik? Everett caccia Paperino. Paperino si incazza e se ne va. In questo momento registro delle reazioni anomale... simili a ciò che voi chiamate dolore... e di questo sono felice. Il messaggio di Uno. Insieme abbiamo scoperto tante cose, ma la più importante è la certezza che non esiste l’impossibile. Dio mio, il messaggio di Uno. Io sono vivo... e finché tu ti ricorderai di me, allora io continuerò a esistere. Lacrima. Ma giuro, lacrima. Che emozioni. Il momento più intenso dell’intera serie e, che io ricordi, anche di tutto Pk in generale.
Tutto Ducklair è un po’ lo specchio dell’intera serie, almeno per come l’ho inquadrata io: un ottimo connubio di scene d’azione, trovate divertenti e scene più toccanti, riflessive, profonde. Pur essendo vero che queste ultime siano tra le meno dominanti, lo è altrettanto, ai miei occhi, che siano le più riuscite, capaci di donare emozioni molto intense, toccando il loro apice nel primo numero, ma anche nei successivi, in particolare nel rapporto tra Everett e le due figlie. Le scene d’azione sono le più presenti, prevalgono in gran parte degli episodi, e sono anch’esse coinvolgenti, appassionanti, e ricordano in tutto e per tutto quelle della storica serie. Un po’ come gag e battute, sempre cariche dello stesso, intenso umorismo, mai superficiale, ma sempre divertente. Sono probabilmente questi aspetti a rendere il target di riferimento della testata ancora più maturo, più adulto di quello originale, che potrebbe aver portato a un minor numero di acquirenti e, quindi, alla chiusura anticipata della serie. Le trovate originali nella serie non mancano di certo: spunti per la trama, creazione di nuovi personaggi, rivisitazioni di quelli vecchi, luoghi e ambienti. Ecco a proposito degli ambienti... devo ammettere che la mancanza dei da me tanto amati viaggi nel tempo, nel futuro e nel passato, dei deserti assolati, delle montagne neozelandesi, dei pianeti alieni l’ho proprio sentita. Sì, la scelta di ambientare la (quasi) totalità delle vicende nella sola Paperopoli è certamente voluta, ma non mi sarebbe dispiaciuto imbattermi in alcuni dei vecchi elementi ricorrenti del passato. Ma la decisione di ripartire da zero era chiara, ed è per questo stesso motivo che la presenza dell’esercito è del tutto scomparsa, così come, in gran parte, quella dell’FBI, che però è stata spiegata in modo esauriente, e di diversi altri personaggi, amici o nemici, che sono stati o eliminati o totalmente rivisti in ruoli differenti, ma sempre con la stessa, immancabile originalità. Lo stesso vale anche per i luoghi, o i personaggi, che sono stati sostituiti. Il primo esempio a venirmi in mente è il nuovo rifugio pikappico nella vecchia fabbrica: originale e stravagante, proprio come il burbero e bizzarro personaggio di Lyo.
E che dire allora della misteriosa Korinna, della dolce Juniper, del nuovo, interessantissimo stravolgimento del personaggio di Everett, della Starcop e dei nuovi colleghi di Paperino... Simpaticissimo Rupert e il suo atteggiamento da massiccio tontolone, specie con la bella Stella. L’ambiente della Starcop è allegro e vivace, e le personalità di ogni agente è ben caratterizzata, non solo Rupert, ma anche Tempest Gale, Fitzroy, e il capo Mortimer. Per fortuna, qualche punto di contatto con la vecchia serie è rimasto. E così il buon vecchio Angus è rimasto lo stesso scorbutico divoratore di merendine al colesterolo e Lyla sempre la buona, affascinante amica del supereroe, pronta ad aiutarlo in caso di difficoltà.
Le trame dei singoli episodi sono sempre ben sviluppate, coinvolgenti, imprevedibili e si amalgano alla perfezione l’uno con l’altro, rendendo il tutto visibile come un’unica grande vicenda, molto più che non la prima serie, i cui episodi erano più indipendenti e slegati fra loro, forse a causa del numero di sottotrame e nemici davvero superiore. I disegnatori, in gran parte gli stessi di PKNA, continuano a svolgere il loro lavoro in modo sublime, rendendo impagabile anche la qualità visiva dell’opera. Insomma, si sarà capito, sono soddisfattissimo di essermi tuffato in questa esperienza. E’ un po’ come vedere la tanto attesa nuova stagione del tuo telefilm preferito, un po’ come rivedere un vecchio, vecchissimo amico e scoprire che siete cambiati un sacco, che siete diventati grandi, ma che tra voi c’è ancora quell’indissolubile legame della vostra infanzia, che ancora vi volete molto bene, come due fratelli. Non penso smetterò mai di ringraziare il Pkteam per tutte le emozioni che mi ha donato. Grazie.
_Gunni Helm