Questa storia non mi è proprio piaciuta.
Non sono contrario agli omaggi, ma secondo me un fumetto deve anzitutto avere contenuti e gli omaggi, se presenti, devono essere una componente accessoria: qualcosa che, se eliminato, non cambia di una virgola la storia. Invece questa vicenda si basa totalmente su di essi e non ha sostanza, tantochè alla fine della lettura non rimane nulla.
Cosa voleva dirmi questa storia?
Non voleva raccontare una trama, che infatti è molto esile.
Non voleva far ridere, infatti non è particolarmente comica.
Voleva emozionare? Probabilmente sì, ma nel mio caso non c'è riuscita.
Si poteva, per esempio, usare la bizzarria di Pippo a cui i quadri surrealisti paiono normali, quindi far sì che egli capisse perfettamente la loro logica e guidasse gli altri due. Invece il viaggio nelle opere di Dalì si risolve senza che succeda niente.
L'aspetto primordiale, assolutamente inutile e fine a sè stesso, col quale i personaggi sono stati raffigurati mi sembra solo uno squallido metodo per attirare i nostalgici.
Insomma: bei dialoghi, bei disegni, ma da soli non bastano.