Procedo con il commento dell’albo. Anche in questo caso, secondo me, è stato fatto un bel lavoro. La copertina è molto bella e, come avevo detto già nel commento del precedente numero, a me non dispiace la foliazione ridotta, perché questo fa sì che il lettore lo inizi e termini in poco tempo, rimanendo immerso nel magico mondo dei paperi senza essere costretto a fare troppe interruzioni. In questo numero sono raccolte per lo più storie brevi, alcune delle quali (Zio Paperone e la caccia al giornale, Paperino e il sogno spaziale e Zio Paperone in forma per il fisco) scritte da Gary Leach e disegnate da Don Rosa. Anche qui mi sono piaciuti molto tutti gli articoli di accompagnamento in cui l’autore ci descrive le storie, ci indica i riferimenti a Barks e mi piace anche molto il gioco di trovare la dedica nella storia.
Don Rosa ammette subito che le storie brevi non fanno per lui, che predilige la complessità e che non si è trovato molto a suo agio nel disegnare brevi scritte da altri, ma ha accettato perché, al tempo, era l’unico disegnatore della Gladstone. E’ interessante vedere, in questo caso, come Don Rosa cerchi comunque di personalizzare un soggetto non suo, come accade in Paperino e il sogno spaziale. Di queste storie brevi, quelle che ho preferito sono sicuramente Paperino e l’albero di Natale e Paperino e la punizione con stile. Nel primo caso abbiamo tutto Paperino..ma non nella sua versione irascibile o scansafatiche, bensì in tutta la sua sfortuna: nonostante si impegni al massimo e metta a punto tutti gli accorgimenti del caso, il suo proposito finirà inesorabilmente nel disastro. E’ questo probabilmente che ci rende Paperino così simpatico..da un lato ci sentiamo vicini a lui perché è un papero così umano..gliene capitano di tutti i colori e si arrabbia, proprio come potrebbe succedere a noi tutti i giorni; dall’altro ci piace proprio per tutte le sfortune che gli capitano, perchè siamo pronti ad ogni storia a tifare per lui, sperando che questa volta vada meglio. In questa breve Don Rosa è bravo soprattutto con le espressioni dei personaggi..le facce che fanno Qui, Quo e Qua, seduti davanti all’albero di Natale durante e dopo il disastro, mi hanno fatta molto ridere. Nel secondo caso, invece, Don Rosa utilizza i tre nipotini nella prima versione di Barks, mostrandoli quindi un po’ monelli, pronti a marinare la scuola, versione che a me non piace particolarmente perché, secondo me, il bello dei nipotini è proprio l' intelligenza e il loro senso di responsabilità, che riescono sempre a trarre d’impaccio gli zii. Ho sempre amato anche il contrasto che si viene a creare: cioè loro, che sono i più piccoli, hanno nella maggior parte dei casi più testa dei grandi. Don Rosa è bravo qui perché nonostante li faccia tornare un po’ monelli, riesce far sì che recuperino il buon senso alla fine..la serie di gag poi è veramente esilarante.
Ma veniamo al pezzo forte dell’albo Zio Paperone e l’ultima slitta per Dawson. Questa storia viene pubblicata proprio a ridosso delle recenti polemiche per l’articolo dedicato a Doretta, che accompagnava uno dei pezzi del plastico I love Paperopoli (circostanza anche curiosa..ma così è capitato). Credo che la migliore risposta possibile alle polemiche che si erano innescate a seguito di quell’articolo, sia data proprio da Lidia Cannatella in apertura dell’albo, dove dice che Barks procura anche allo Zione le palpitazioni d’amore e quando si rincontrano lo sguardo tra i due è ancora tenero e carico di ricordi inespressi. Sono andata a rileggere Zio Paperone e la stella del polo e Barks è veramente un poeta..Paperone non dice niente riguardo al suo amore per Doretta, bastano le immagini a parlare..i suoi occhi quando la ricorda durante il viaggio in barca, il suo pettinarsi le basette prima di incontrarla, l’imbarazzo che prova quando finalmente, dopo anni, se la ritrova di fronte..e del finale cosa vogliamo dire? Lei poi è bellissima, nonostante sia ridotta in miseria e sia pelle e ossa, conserva tutta la grinta e l’orgoglio che aveva da giovane. Don Rosa, anche in questo caso è stato bravo, perché ha ripreso il personaggio ma non ha indugiato molto sulla storia tra i due, anche perché, probabilmente, questo avrebbe significato un po’ far perdere di poesia il tutto. Zio Paperone e l’ultima slitta per Dawson è bella invece sempre per la poesia, ma vista in un altro senso..la poesia che Paperone ha perso nel corso degli anni, circondato dal denaro e dal mondo delle finanze, e che fa di tutto per recuperare, perché con lei recupera anche un po’ della sua giovinezza, quando le cose avevano un sapore diverso. Bello anche il riferimento a Quarto potere, film che devo assolutamente rivedere.