Il titolo pecca di poca chiarezza
A me sembra chiarissimo: si tratta della
caratteristica 0, da cui si deriva facilmente il campo dei numeri complessi. [Battuta scema e che pochissimi capiranno, ma con un titolo cosi' dovevo farla.]
Circa il confronto Paperone-Ciccio: se il secondo e' un personaggio molto meno interessante, immagino che sia anche perche' il cibo e' cosa a cui quasi nessuno pensa molto. Tutti ne abbiamo bisogno, ovvio; ma quanto occupa dei nostri pensieri nel corso di una normale giornata? Per dire, quante volte mangiamo senza nemmeno badare a cosa stiamo inghiottendo?
Il denaro, per il bene o per il male, tende a dominare le nostre esistenze (non fosse che per il il fondamentale problema di procurarselo - problema che per quasi tutti ha completamente rimpiazzato la questione di come procurarsi il cibo) e la societa' in cui viviamo. Di conseguenza, le tematiche economiche offrono un'enormita' di spunti narrativi in piu' rispetto a quelle mangerecce.
Quanto a Ciccio, trovo che le ragioni per cui sia rimasto un personaggio secondario ed abbastanza stereotipato, a prescindere dall'ovvia considerazione dei rispettivi "creatori", risiedano principalmente nelle caratteristiche intrinseche dei loro tratti distintivi, che solo nei confronti di PdP hanno consentito di variare ed ampliare l'ambito d'azione del personaggio: come già altri hanno fatto notare, Paperone è intraprendente e, per amor del denaro, è sempre pronto a lanciarsi in nuove avventure; Ciccio, al contario, è pigro: cerca di massimizzare i risultati desiderati - ovvero abbuffarsi - col minimo sforzo possibile. Esempio emblematico è costituito da questa storia
Leggendo il tuo commento, mi e' venuto da chiedermi da dove venga la pigrizia di Ciccio. L'appetito insaziabile c'e' fin dalla
prima apparizione. Ma la pigrizia estrema? E' stato Barks ad attribuirgliela? L'unica cosa che credo di sapere sull'evoluzione del personaggio [correggetemi se sbaglio] e' che fu Barks a farne l'aiutante di Nonna Papera (a cominciare da
qui - ma l'Inducks da' l'autore della trama come incerto); immaginerei che l'oziosita' sia stata introdotta come contraltare comico all'energia della nonna.
Paperone non è avaro, lo è stato in alcune caratterizzazioni sbagliate fatte per cercare la risata facile, ma non lo è. [...]
Non sono io a intenderlo, barks l'ha ritratto così. Nelle sue storie ogni tanto fa capolino qualche atteggiamento da avaro (soprattutto nelle 1 page) ma si tratta per lo più di gag che si esauriscono nel giro di un paio di vignette e che non hanno nulla a che vedere con le esagerazioni che hanno accompagnato per decenni il paperone italiano e che ultimamente, per fortuna, mi sembrano scomparse
D'accordo con te sulla sgradevolezza di certe esagerazioni (immagino che ci sia un'ampia sovrapposizione tra quelle che dispiacciono a me e a te rispettivamente), ma Paperone
e' avaro. In un modo molto diverso da Euclione, Arpagone, papa' Grandet ed altri esempi classici; ma mi sembra assurdo negare che una certa forma di avarizia (intesa sia come taccagneria che come avidita'; per tacere di molte interpretazioni piu' originali, quali il tuffarsi nei dollari) fosse una componente fondamentale del personaggio cosi' come concepito da Barks.
Quanto al Paperone italiano, non lo sminuirei cosi' frettolosamente come sembri voler fare (probabilmente in modo non intenzionale). Paperone e' un grande personaggio anche perche' e' stato interpretato in molti modi diversi da cosi' tanti Maestri; puo' essere sensato decidere di trascurare alcune delle loro versioni meno riuscite (e magari in insanabile contrasto con altre storie dello stesso autore), ma Martina, Cimino, Scarpa, Bottaro, Chendi, Pezzin, i Barosso, etc., hanno tutti dato apporti fondamentali alla caratterizzazione del papero piu' ricco del mondo, creando una serie di sfaccettature che ce lo rendono molto piu' interessante, divertente e (anche grazie alle loro contraddizioni) umano.