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Paperino e il ritorno a Testaquadra

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

    Re: Paperino e il ritorno a Testaquadra
    Risposta #15: Domenica 11 Ott 2009, 22:51:59
    Uh? A cosa ti riferisci?
    Poiché "Ritorno a Testaquadra" è stata pubblicata la prima volta su ZP 88, che ospitava "Il mistero degli Incas" di Barks con la traduzione d'epoca di Martina, volevo fare ironia sul fatto che forse la traduzione della storia di Rosa sia stata fatta in questo malo modo per omaggiare la traduzione di Martina, che contiene alcune inesattezze. :)

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      Re: Paperino e il ritorno a Testaquadra
      Risposta #16: Domenica 11 Ott 2009, 23:20:02
      Non confondiamo la m* con la cioccolata, please. La traduzione di Martina è bellissima e divertentissima :P
               
      In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

        Re: Paperino e il ritorno a Testaquadra
        Risposta #17: Martedì 13 Ott 2009, 18:57:10
        Dato che è stato aperto questo topic faccio presente una piccola curiosità... in questa storia di Cimino, di tre anni dopo il Ritorno a Testaquadra, c'è una serie di vignette nelle quali (vado a memoria ma il concetto è quello) si vede Pdp e nipoti in missione che, volando sopra ad una fattoria con un tipico mezzo di trasporto ciminiano, turbano il sonno delle galline che per questo... fanno uova quadrate! Che anche Cimino abbia voluto fare una citazione in omaggio al Mistero degli Incas?

        P.S. Chi volesse vedere la scena in questione, una delle vignette è la terza di questo post
        « Ultima modifica: Venerdì 16 Ott 2009, 11:21:21 da Maxi »

          Re: Paperino e il ritorno a Testaquadra
          Risposta #18: Mercoledì 14 Ott 2009, 18:36:38
          Dato che è stato aperto questo topic faccio presente una piccola curiosità... in questa storia di Cimino, di tre anni dopo il Ritorno a Testaquadra, c'è una serie di vignette nelle quali (vado a memoria ma il concetto è quello) si vede Pdp e nipoti in missione che, volando sopra ad una fattoria con un tipico mezzo di trasporto ciminiano, turbano il sonno delle galline che per questo... fanno uova quadrate! Che anche Cimino abbia voluto fare una citazione in omaggio al Mistero degli Incas?
          Ma, non credo che il fatto che tre anni prima ci fosse stato il sequel donrosiano possa entrarci qualcosa, dato che credo la prima pubblicazione in italia sia stata posteriore.
          Piuttosto, so che Cimino ama Barks, ma non so fino a che punto quello possa essere un omaggio :-/
          Personalmente popenderei per un no.
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            Re: Paperino e il ritorno a Testaquadra
            Risposta #19: Mercoledì 14 Ott 2009, 19:36:51
            Ma, non credo che il fatto che tre anni prima ci fosse stato il sequel donrosiano possa entrarci qualcosa, dato che credo la prima pubblicazione in italia sia stata posteriore.
            Piuttosto, so che Cimino ama Barks, ma non so fino a che punto quello possa essere un omaggio :-/
            Personalmente popenderei per un no.
            Anch'io sarei per il no. Anche se non è l'unica volta che Cimino mette in scena dei volatili cubici.

            Fine OT.

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              Re: Paperino e il ritorno a Testaquadra
              Risposta #20: Martedì 20 Lug 2010, 18:59:52
              Di questa storia mi ha colpito particolarmente lo scambio di battute tra Paperino e Paperone in questa scena:

              Paperino dice allo zio, dopo aver sentito parlare un Testaquadratiano condendo le frasi di tanti "Uack" paperineschi, che i Testaquadrati non vedono mai nessuno e quindi copiano tutte le novità della gente con cui entrano in contatto,
              e Paperone commenta: "Sono proprio come gli Americani!"

              Ritengo questo satirico commento sia già presente nell'originale e non credo sia un "volo pindarico" del traduttore.

              Comunque una frase che non ricordo di aver mai letto in un fumetto Disney, ed è una frase che argutamente ben esprime l'essenza del popolo americano.
              Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                Re: Paperino e il ritorno a Testaquadra
                Risposta #21: Martedì 20 Lug 2010, 21:30:58
                Di questa storia mi ha colpito particolarmente lo scambio di battute tra Paperino e Paperone in questa scena:

                Paperino dice allo zio, dopo aver sentito parlare un Testaquadratiano condendo le frasi di tanti "Uack" paperineschi, che i Testaquadrati non vedono mai nessuno e quindi copiano tutte le novità della gente con cui entrano in contatto,
                e Paperone commenta: "Sono proprio come gli Americani!"

                Ritengo questo satirico commento sia già presente nell'originale e non credo sia un "volo pindarico" del traduttore.

                Comunque una frase che non ricordo di aver mai letto in un fumetto Disney, ed è una frase che argutamente ben esprime l'essenza del popolo americano.

                ho controllato nello pseudo-originale (dico così perchè lo stesso Don nel suo topic ha spiegato che moltie storie, che per noi essendo in inglese sono le "originali", sono state leggermente modificate dagli editori rispetto alla sua vera idea originale...questa sembra comunque sua al 100%), e la battuta è presente (anche se lo scambio è tra QQQ e ZP)

                PS: Valido solo se l'hai letta SOLO in italiano

                comunque in italiano è tradotta davvero da schifo la storia, ti conviene trovare la versione inglese.

                un'esempio di errore, anche se minore: paperino, e dunque anche il popolo di testaquadra, non parla in originale con "Uack, sgurgle e sbarakwak", ma ha un suo accento..è come se parlasse con un accento, che ne sò... mettiamo "romano" o "napoletano" . Lo considero comunque un  errore minore perchè la pronuncia è la cosa più difficile da tradurre... (e non ti ho detto gli errori peggiori)

                se invece l'hai letta in inglese hai fatto la cosa migliore

                se non sai dove leggerla dimmelo!

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                  Re: Paperino e il ritorno a Testaquadra
                  Risposta #22: Sabato 24 Lug 2010, 00:51:02

                  ho controllato nello pseudo-originale (dico così perchè lo stesso Don nel suo topic ha spiegato che moltie storie, che per noi essendo in inglese sono le "originali", sono state leggermente modificate dagli editori rispetto alla sua vera idea originale...questa sembra comunque sua al 100%), e la battuta è presente (anche se lo scambio è tra QQQ e ZP)

                  PS: Valido solo se l'hai letta SOLO in italiano

                  comunque in italiano è tradotta davvero da schifo la storia, ti conviene trovare la versione inglese.

                  un'esempio di errore, anche se minore: paperino, e dunque anche il popolo di testaquadra, non parla in originale con "Uack, sgurgle e sbarakwak", ma ha un suo accento..è come se parlasse con un accento, che ne sò... mettiamo "romano" o "napoletano" . Lo considero comunque un  errore minore perchè la pronuncia è la cosa più difficile da tradurre... (e non ti ho detto gli errori peggiori)

                  se invece l'hai letta in inglese hai fatto la cosa migliore

                  se non sai dove leggerla dimmelo!

                  Io l'ho sempre letta in italiano, comunque ce l'ho anche in un'edizione americana credo Gladstone, vorrà dire che me la rileggerò da lì, come in sostanza è mia intenzione fare per tutte le altre storie straniere.
                  Grazie per avermelo sottolineato ;)
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                    Re: Paperino e il ritorno a Testaquadra
                    Risposta #23: Mercoledì 13 Apr 2011, 23:18:09
                    Molto avventurosa e molto più bella di quanto non l'avessi mai immaginata. L'avventura che mette a confronto nuovamente i Paperi con gli abitanti della mitica Testaquadra resta decisamente fedele all'archetipo descritto da Barks nell'avventura originale, ma sa inserire nuove pieghe all'interno della situazione. La presenza di Paperone e quella di Cuordipietra contribuisce a dare alcune svolte alla trama molto interessanti, e fa il paio con i testaquadresi che hanno atteggiamenti molto azzeccati.
                    Il disegno del Don è ancora acerbo, questa rimane una delle sue prime storie e il tratto grafico risente un po' di ispirazione barksiana e un po' di eccessive legnosità. Nel corso degli anni migliorerà, ma già adesso è visivamente piacevole.
                    Una storia decisamente godibile, quindi, una piccola gemma.

                    *

                    Gancio
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                      Re:Paperino e il ritorno a Testaquadra
                      Risposta #24: Lunedì 15 Gen 2018, 12:54:51
                      Con la recente uscita sul terzo volume della Don Rosa Library "de noaNtri", finalmente ho potuto leggere (e discretamente apprezzare) questo sequel che da tempo mi incuriosiva.
                      Vorrei quindi condividere con tutti gli interessati alcuni considerazioni personali che, per forza di cosa, non troverebbro spazio all'interno della recensione.

                      Parto dalla questione principale, la storia mi è piaciuta? Certamente la risposta è positiva, tuttavia devo ammettere che forse ha in parte deluso le mie aspettative...
                      Trattandosi di un sequel è inevitabile operare dei confronti con la storia d'ispirazione, e personalmente non trovo nulla di male nel farlo: se un autore ha scritto una storia partendo da un'altra e dandovi un seguito, io semplice lettore posso anche confrontare le due "parti" per farmi un'idea di massima.

                      Bene, ricordando la storia barksiana noto che "Paperino e il mistero degli Incas" presenta alcuni elementi caratteristici che ne accompagnano lo svolgimento, dall'inizio alla fine.

                      Il primo di questi, ironico quanto si vuole, è costituito dalle... uova: dalle battute iniziali al viaggio in nave, dai tentativi di truffare Paperino con uova false al mono-menù dei Testaquadra fino al finale a Paperopoli, tutta la storia puzza è intrisa di uova. Queste costituiscono un forte elemento comico che svolge un ruolo non secondario nel reggere la trama. Nella storia del ritorno, invece, questo elemento specifico manca (e fin qui ok, la cosa sarebbe risultata troppo ripetitiva), però manca anche un qualunque succedaneo: c'è solo lo scopo che muove i protagonsiti (lo sfruttamento delle uova quadre), eppure non ha la stessa forza ne lo stesso impatto comico.

                      Il secondo elemento è quello del viaggio: lo spostamento, la ricerca, caratterizzano non solo la parte iniziale con il trasferimento via nave, ma anche quella centrale dove i paperi si perdono nelle Ande alla ricerca delle fantomatiche uova. Quindi il lettore quasi "partecipa" con i protagonisti in questa strana caccia, e le tavole di Barks trasmettono sensazioni molto vivide, in particolar modo nella parte che va dallo sbarco al ritrovamento della città perduta (ma il tema è presente anche nel finale dove fondamentale si rivela la presenza della bussola). In Don rosa questo è si presente, ma più annacquato: le tavole dedicate sono in numero inferiore, e comunque manca - per ovvi motivi - il senso di "mistero" che accompagna la ricerca nella storia barksiana.

                      Il terzo elemento è quello della sorpresa: in Barks l'impatto con il popolo che abita Testaquadra è notevole, i paperi sono parecchio impressionati dai locali per la stranezza del loro mondo e dei loro usi. Chiaramente tutto ciò non può valere nel sequel, dove i protagonisiti sanno bene cosa li aspetta; di conseguenza, Don Rosa cerca di "compensare" enfatizzando molto l'aspetto della condizionabilità degli indigeni, che in un primo momento vengono ritratti come emuli di Paperino e successivamente dello stesso Paperone/Cuordipietra (come archetipo i due non differiscono poi tanto, specie ad una prima occhiata). La scelta di Don Rosa certamente permette di recuperare l'elemento-sorpresa, però risulta (a mio avviso) un tantino esagerata.
                      In Barks gli indigeni si limitano a parlare con un dialetto del sud appreso dal prof. Sentimento Cuorcontento: nulla di strano, è il primo (e unico) americano che incontrano, è chiaro che essi non possano che imparare l'inglese proprio come lo parla lui, con le sue inflessioni ed il suo accento; per il resto, tuttavia, mantengono le proprie usanze ed abitudini, quindi non è che li si possa definire particolarmente suggestionabili.
                      Nella versione donrosiana, invece, questo elemento risulta molto accentuato, tanto è vero che non solo hanno adottato il modo di parlare di Paperino (cosa non proprio inevitabile, dato che la lingua ormai la conoscevano) ma li si vede tutti passeggiare con degli abiti chiaramente ispirati alla sua blusa; e successivamente decidono di "imitare" ZP e CdP arrivando al punto di edificare una specie di Depo$ito.

                      Ecco, queste differenze (probabilmente non le uniche) che ho provato ad accennare segnano la diversità tra le due storie: la prima più lenta nel ritmo, più interiore se vogliamo, la seconda più rapida e movimentata; ma anche la comicità cambia, rispecchiando gli stili dei rispettivi autori.
                      Insomma, si tratta di due storie diverse tra loro, molto più di quanto trait d'union che le accomuna non lasci intuire.
                      « Ultima modifica: Lunedì 15 Gen 2018, 14:31:02 da Gancio »
                      Tritumbani fritti!

                        Re:Paperino e il ritorno a Testaquadra
                        Risposta #25: Lunedì 15 Gen 2018, 14:08:59
                        Con la recente uscita sul terzo volume della Don Rosa Library "de noattri"...
                        "De noaNtri"!
                        Tzé, 'sti siciliani che vonno fa' i romani! ;D

                        (Si scherza, eh! ;) )

                        Il primo di questo, ironico quanto si vuole, è costituito dalle... uova: dalle battute iniziali al viaggio in nave, dai tentativi di truffare Paperino con uova false al mono-menù dei Testaquadra fino al finale a Paperopoli, tutta la storia puzza è intrisa di uova. Queste costituiscono un forte elemento comico che svolge un ruolo non secondario nel reggere la trama...
                        Questa è una caratteristica tipica delle storie di Barks, l'ho vista spesso! :)

                        Il secondo elemento è quello del viaggio: lo spostamento, la ricerca, caratterizzano non solo la parte iniziale con il trasferimento via nave, ma anche quella centrale dove i paperi si perdono nelle Ande alla ricerca delle fantomatiche uova. Quindi il lettore quasi "partecipa" con i protagonisti in questa strana caccia, e le tavole di Barks trasmettono sensazioni molto vivide, in particolar modo nella parte che va dallo sbarco al ritrovamento della città perduta (ma il tema è presente anche nel finale dove fondamentale si rivela la presenza della bussola). In Don rosa questo è si presente, ma più annacquato: le tavole dedicate sono in numero inferiore, e comunque manca - per ovvi motivi - il senso di "mistero" che accompagna la ricerca nella storia barksiana.
                        Devo ancora rileggere la storia sulla library, ma ricordo bene che questa è la cosa che mi è meno piaciuta nella storia che mi è meno piaciuta di Don Rosa!
                        Nella storia di Barks, si percepisce bene il mistero, l'irraggiungibilità della città, la difficolta di uscirne; nella storia di Don Rosa, invece, vanno e vengono come vogliono, e si perde moltissimo dell'atmosfera originale! :(
                        Io son nomato Pippo e son poeta
                        Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
                        Verso un'oscura e dolorosa meta

                        *

                        Gancio
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                          Re:Paperino e il ritorno a Testaquadra
                          Risposta #26: Lunedì 15 Gen 2018, 18:31:51
                          Nella storia di Barks, si percepisce bene il mistero, l'irraggiungibilità della città, la difficolta di uscirne; nella storia di Don Rosa, invece, vanno e vengono come vogliono, e si perde moltissimo dell'atmosfera originale!
                          Perfetto, è proprio la stessa sensazione che ho avuto io.

                          Con tutto ciò non voglio dire che la storia non mi sia piaciuta, tutt'altro, però è abbastanza diversa da quella da cui trae origine.

                          Tzé, 'sti siciliani che vonno fa' i romani!
                          Non ti scaldare, ho sistemato!  ;D ;D ;D
                          Tritumbani fritti!

                           

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