https://inducks.org/story.php?c=I+TL+1569-AQualcuno potrebbe trovare strano che vi proponga in questo periodo una vicenda a tema natalizio e a tal proposito perfetta è la frase detta da Pippo in una delle prime vignette: “E allora? Bisogna aspettare Natale per essere più buoni?”
Premetto che ho sempre trovato piuttosto fastidiosa la presenza di Babbo Natale nei fumetti disney, tuttavia questa volta si sfrutta la sua esistenza come metafora della scomparsa dei valori della festa mentre la sua figura è tratteggiata in modo drammatico. Egli infatti è destinato a morire quando non ci sarà più nessun bambino a credere in lui. Toccherà a Pippo, uno dei pochissimi a cogliere ancora lo spirito più puro del Natale, a cercare di convincere i pargoli dell’esistenza del personaggio.
Divertenti sono i siparietti con Gilberto, la cui mente razionale e scientifica fa da contraltare all’animo sognatore dello zio. Sebbene lo studioso si comporti con una certa insofferenza nei confronti delle sue idee, alla fine dimostra comunque di ricordarsi di lui chiedendo tra i regali anche il trenino desiderato dallo svampito parente.
La storia mostra diversi tentativi del protagonista per portare a compimento la sua impresa: davvero azzeccate sono la scena con il ladruncolo e quella con i ragazzini che conoscono Babbo Natale solo come la mascotte dei centri commerciali (una riuscita metafora dell’età consumistica in cui gli aspetti più autentici di una festività vengono dimenticati, soppiantati nell’immaginario collettivo dalle sue derivazioni commerciali).
Nonostante l’argomento, si evita il facile buonismo e non ci si esime di trattarlo in modo cinico e disilluso.
Il fumetto rende giustizia a Pippo fornendogli una trama che solo lui poteva sostenere, ponendo in risalto gli ideali nei quali crede, senza negargli, malgrado sia solitamente presentato come un personaggio allegro e ottimista, scene di profonda (sebbene molto raccolta) tristezza.
Risulta buono anche l’utilizzo Topolino, Tip e Tap, pur nel loro limitato spazio.
Gli ottimi disegni coronano il tutto.
Contesto solo alla breve sequenza dell’attraversamento delle stagioni, di cui non ho compreso la funzione.
PS: noto che in tale occasione Gilberto viene definito un bambino, mentre io l’ho sempre pensato più vecchio, circa intorno ai 17/18 anni (senza dubbio non meno di 15).