"Mi piacerebbe davvero capire dai lettori più ostili come dovrebbe essere fatto un buon Topolino - e per buono intendo un giornale che la gente compra e legge".
E' la domanda che Artibani pone nel topic delle anteprime di Topolino, nell'ambito dell'ennesimo scontro su questo argomento.
Io penso che questa domanda meriti una risposta o, più esattamente, delle risposte perché come mi pare molto ovvio, il fronte degli "ostili" è assai variegato a differenza di quello, sicuramente maggioritario dei forumisti che sostanzialmente, magari con qualche distinguo, sono contenti di come è l'attuale Topolino.
Per affrontare un discorso di questo genere, sarebbe necessario, quanto meno, avere dei dati certi, relativi alle vendite reali di Topolino oggi, rispetto, non al 1974, tanto per dire un anno remoto, ma rispetto a due anni fa o qualche anno fa tuttalpiù.
Una volta appurato - se naturalmente così fosse - che Topolino nella sua storia recente, ha raggiunto un determinato picco in un certo periodo e poi, da quel momento ha cominciato a scendere nelle vendite, la discussione potrebbe avere un senso veramente reale e basarsi sul concreto.
Non avendo questi dati io non posso che affrontare l'argomento basandolo solo su mie sensazioni. Sensazioni che vengono dettate sostanzialmente da due punti.
Il primo che avendo due figli adolescenti e dunque usciti dall'infanzia da poco tempo, ho riscontrato in loro, nonostante che si siano trovati immersi in una casa piena di Topolini, una, non totale, ma però abbastanza sostanziale indifferenza verso il tipo di fumetto. O meglio direi, un po' di interesse per il Topolino originario e molto più relativo per quello attuale. Se allargo lo sguardo verso i loro coetanei vedo che, a differenza delle generazioni passate, di Topolino non frega praticamente quasi nulla.
Il secondo, assolutamente parziale naturalmente, è la possibilità che ho di verificare un punto vendita e di potermi rendere conto che i resi - mi riferisco al settimanale - sono quasi la totalità. Ce ne saranno altri, sicuramente, che andranno meglio, ma quello che io posso monitorare così dice.
Dunque ... io penso che il problema Topolino, al netto di certi fattori contingenti che riguardano tutto il mondo dei fumetti, sia reale e non una paranoia di qualche lettore "ostile".
Come dovrebbe essere il Topolino per vendere di più? Ognuno di noi "ostili" ha sicuramente una sua ricetta in mente ma penso che siamo tutti consapevoli di quanto questa, comunque sia, è assolutamente relativa e dettata dai nostri gusti personali.
Posso dunque parlare per me stesso e ... per quello che vale!
Io penso che un Topolino, innanzi tutto, non possa essere senza Topolino. Perché se è assolutamente vero che i paperi sono più amati del Topo - poi bisognerebbe chiedersi come questo è avvenuto - è altrettanto vero che quelli che amano più il Topo poi si stancano di comprare Topolino che è, sostanzialmente un Paperino camuffato! E quando dico Topolino intendo Topolino, non un Indiana Pipps o chi per lui che lo sostituisce.
La redazione, l'editore devono impegnarsi ad assicurare questa cosa e devono rinvestire sul personaggio Topolino perché ha ancora tantissime possibilità, questo però a patto se non lo si svilisce ed emargina come spesso accade a tutt'oggi.
Da troppo tempo, Topolino viene percepito dai lettori, come un perfettino, un rompiscatole, un insopportabile so tutto io. Ma se Topolino è diventato così, cari autori di oggi e anche di ieri, la colpa non è la sua ... ma la vostra!
Topolino e un personaggio generoso, onesto, disponibile, buono, coraggioso, spericolato, avventuroso e sempre pronto a partire e a farsi carico per sanare là dove il male attacca ed è anche simpatico in verità! Vogliamo parlare di attualità, come Gagnor esorta? Bene quanto di più attuale e importante ci potrebbe essere oggi, in un mondo dove i furbi e i disonesti, dove tanti pericoli e fobie antiche risorgono, di un personaggio positivo e attivo come Topolino?
Ma bisogna essere capaci di valorizzarlo: valorizzare lui e le sue controparti che non possono apparire assolutamente addomesticate come da tempo immemorabile si cerca di fare. Il mondo del 2018, purtroppo, è sempre quello di Abele e Caino e di Romolo e Remo e non si può pensare di addolcirlo per far credere, agli innocenti puerperi che le cose così non sono. Tanto poi ci pensa il resto, reale o virtuale, a fargli vedere come sono veramente.
Dunque restituite ai personaggi le loro reali potenzialità, le loro personalità originarie che avevano tutte un loro perché che è assolutamente attuale oggi come 50, 80 o 90 anni fa.
Altro argomento è il discorso dei servizi che intercalano le storie a fumetti. Topolino una volta parlava tanto di musica ma lo si faceva affrontando tutta la musica compresa quella d'arte. Si parlava in modo semplice di grandi problemi, di scoperte scientifiche, di cultura ... oggi questo è mooolto soffuso fra un racconto e un piccolo servizio dove a dominare sono sempre le immagini e non i testi.
La realtà è che fino agli anni 70 erano molto più i contenuti che importavano e non le apparenze come accade poco dopo e, a tutt'oggi.
Attualizziamo i paperi a cominciare da Zio Paperone che oggi, non rappresenta certo più il "capitalista" del XXI secolo, ma continua ad essere ancorato ad un tipo di capitalismo ormai completamente defunto da tempo.
Liberiamoci dagli orpelli che legano i nostri personaggi a "cliché" completamente inattuali e questo a cominciare dalla vita di coppia.
Io Topolino lo vorrei così ... poi non so se così venderebbe di più o meno, ovviamente, ma penso che sia necessario per rilanciarlo che sia un prodotto in cui potersi e riconoscersi come un tempo accadeva.