Ciao, premetto che sono nuovo e che potrei facilmente sbagliare qualcosa o non rispettare qualche abitudine del forum; mi scuso in anticipo per questo.
Le storie riempitive esistevano già almeno quarant’anni fa. Nel frattempo il giornaletto ha avuto alti e bassi, a prescindere da esse.
Anzi, tutto sommato è forse giusto che ci siano. Mi spiego.
Personalmente, mi considero un appassionato dei grandi Maestri che riescono ad articolare storie complesse ed avvincenti come Casty, o cariche di una forte emotività come Don Rosa.
D’altro canto, il bello del Topo è che riesce ad essere un po’ di tutto. Lo stesso albo può contenere sia un’avvincente storia di contro-contro-controspionaggio ambientata in luoghi esotici, sia una breve di quattro tavole con Pluto che insegue uno scoiattolo. Il risultato, che è spesso evidente nelle critiche alle storie del giornaletto della settimana, è che a ciascun lettore piaceranno alcune storie ed annoieranno altre.
Ciononostante, la qualità delle trame è un tema importante e credo che sia l’unico che può mandare avanti il libretto, sperando che la situazione editoriale in Italia non peggiori troppo.
In casa nostra il Topo viene comprato regolarmente più o meno da quando arrivò De Poli. Vi ricordate com’erano le storie prima? Amelia cerca di impossessarsi del decino, Paperoga fa danni, Paperone cerca tesori... La monotonia totale. Ogni tanto spuntava fuori un autore che si distingueva, una storia più coraggiosa di altre, ma non era la norma.
In conclusione, secondo me, accanirsi sulle riempitive non è necessariamente la strada da seguire; ma, senza avere la presunzione di saper dirigere un’icona storica, credo che occorrerebbero degli stimoli nuovi. Altrimenti il fumetto Disney fa la stessa fine di tutte le serie animate che sono rimaste fedeli a se stesse. Qualcuno di voi ha mai visto “Il laboratorio di Dexter”? Un ottimo cartone animato, ma dopo pochi anni ha finito ciò che aveva da dire e non ne è più stato scritto un solo episodio.
È dunque importante rinnovarsi nello stile e nelle tematiche, senza però dimenticare gli elementi a cui sono affezionati i lettori, che hanno sempre l’ultima parola.
Il periodo De Poli ha guadagnato molto dall’aver presto questa direzione (quante novità ci sono state? DD, 20802, Pippo Reporter etc, fermo restando che la mente è sempre quella degli autori) e voglio essere fiducioso per Bertani. La redazione ha molti validissimi artisti, ed in quanto tali bisogna stare attenti a dargli tutto l’ossigeno che gli serve.