Quando nel 1997 uscì
Trauma (Faraci/Pastrovicchio), questa storia balzò subito nella hit parade dei numeri preferiti dai lettori. Concluso in modo poco sensazionale il cosiddetto ciclo delle Spore, i lettori si ritrovarono davanti a una tra le storie più adulte di Tito Faraci, fino a quel momento conosciuto più che altro per il suo lato umoristico. Qui Tito ebbe invece modo di scatenare tutta la sua verve, cospargendo la storia di didascalie che riportavano i pensieri di Paperinik, espediente che avrebbe avuto poi largo seguito in MM. Il combattimento tra PK e Trauma, colosso Evroniano iperpotenziato, diventa qui l'occasione per avventurarci all'interno della psiche dell'eroe fino a raggiungere i lati più nascosti del suo Io. Divisa in tre atti, questa lotta diventa l'occasione per rappresentare la lotta dell'uomo contro la peggiore delle bestie: la propria paura. Trauma rappresentò anche il trampolino di lancio di Lorenzo Pastrovicchio, i cui elaboratissimi e iperdettagliati disegni (corre voce che ci abbia messo quasi sei mesi) resero ancora più indimenticabile questa storia. Raramente si sarebbero riviste in futuro simili pose plastiche e anche il tratteggio sarebbe poi gradualmente diminuito fino a raggiungere i livelli di sintesi odierni, per molti assai meno esaltanti.
Due furono gli elementi introdotti da Trauma che sarebbero stati poi ripresi in futuro: il personaggio di Gorthan, Evroniano capace di apprezzare l'arte, che avrebbe poi avuto un ruolo considerevole in
Mekkano, e le bande cittadine come La Legione e i Rock'n'Roll Kings, che già in
Urk sarebbero tornati.
Un elemento assente per chi questo mese comprerà la ristampa, sarà l'editoriale e la posta, che finalmente, dopo lo scherzo dello speciale 97, facevano chiarezza sulla questione Zero Barra Uno, proclamandone la non-esistenza e preparando il terreno per lo speciale 98. Tutto il resto delle rubriche è invece opera dello stesso Tito che firma anche la breve, posta in appendice,
Senza Benza (Faraci/Ziche), appartenente al ciclo delle
Angus Tales. In questa divertentissima ministoria si consolida il tormentone di Baldo L'Allegro Castoro, che sarebbe diventato in seguito sempre più "invasivo", raggiungendo le pagine delle storie principali.
Riporto qui sotto uno breve stralcio dalla mia tesi che, guarda caso, riguarda proprio
Trauma:
L’autore che più di ogni altro ha scavato a fondo nella psiche dell’eroe è senza dubbio Tito Faraci. Già alle prese col personaggio di Topolino, Faraci si era distinto per aver analizzato attentamente il rapporto tra lui e l’antagonista per eccellenza Pietro Gambadilegno, ripulendolo dai cliché che da più di settant’anni inquinavano il mondo Disney.
L’abbondante uso di didascalie, monologhi interiori del protagonista, da sempre tratto distintivo del suo stile, avvicina il lettore al personaggio e rendono Faraci l’autore giusto per cavalcare l’onda di rinnovamento sollevata da PK. Non è un caso quindi che le didascalie siano massimamente presenti in quello che viene considerato il suo capolavoro: Trauma, disegnato da Lorenzo Pastrovicchio.
È il sonno il momento in cui si è del tutto indifesi, e Faraci ci mostra un Paperinik perseguitato da un incubo che non riesce a ricordare. Il titolo ha un doppio significato, non si riferisce solo alla psiche di PK ma è anche il nome dell’antagonista, un generale evroniano geneticamente modificato. Un superguerriero come tanti se ne sono visti all’interno del genere supereroistico ma con una differenza sostanziale: Trauma ha il potere di far affiorare nella mente della vittima il terrore, rendendola inerme e allo stesso tempo garantendosi un pasto. L’evroniano infatti si nutre delle paure altrui. L’eroe diventa tale solo nel momento in cui supera la sue paure, ma non si tratta di paure legate alla sua identità supereroistica, si tratta di paure comuni. Solo a un passo dalla fine, quando Trauma farà riemergere a livello conscio l’incubo di Paperinik, si scoprirà che altro non è che il ricordo di un banale episodio di bullismo che Paperino aveva subito durante l’infanzia, quando alcuni prepotenti avevano cercato di sottrargli i fumetti che gli erano stati regalati da Zio Paperone.
Nel momento, in cui Paperinik, anzi Paperino, ricorda e supera il trauma, automaticamente l’evroniano si indebolisce e fugge via. La vittoria è da attribuirsi all’uomo, più che al superuomo perché, come Paperinik stesso afferma nel finale, <<Il coraggio è la capacità di trasformare la paura in forza, in energia. Senza bisogno di essere mutanti o supereroi. A volte può bastare…essere un piccolo, fragile papero>>.
Next: Urk. Numero che potrebbe deludere ma che finalmente mette in scena un personaggio da tempo annunciato e non ancora apparso.
da
La Tana del Sollazzo