Quello che a me non piace del calcio è lo schifoso
business e l'altrettanto schifosa delinquenza che ci girano intorno, soprattutto ad alto livello!
Nulla da dire, invece, sul calcio come sport: anzi, oltre al fatto che giocarci è molto bello, non bisogna dimenticare la semplicità del gioco e delle regole, e anche la possibilità teorica, in ogni partita, di... "ribaltare i pronostici"!
Quindi, il primo punto a favore di questa storia è che non cerca di incensare il professionista di turno, ma parla del calcio come sport/gioco, puntanto il dito sulla sportività e sullo spirito di squadra!
Poi: è una di quelle storie che ho
dovuto leggere il prima possibile, perché volevo assolutamente vedere come si svolgeva e come andava a finire! Non mi capita spesso, ma solo con le storie più interessanti e più accattivanti!
Inoltre, in più di una pagina, si percepisce la tipica poetica a cui Enna ci ha abituati! Le "lezioni" dell'allenatore ombra, ad esempio, e anche il finale (forse un po' troppo buonista, ma, secondo me, ci stava bene!)
Per contro, anche se faceva ridere (ma forse era più che altro ridicolo!), non ho apprezzato molto la presenza di Edi in squadra! Possibile che non ci fosse nessun altro più "a misura"? (vabbe', non è un grave difetto, eh!)
Infine, ci sono due cose che non ho capito:
- tutti i giocatori avversari mi sembrano completamente inventati, tranne uno, il Gigi in bianco e nero... solo che non ho capito a chi si ispira! Forse Gigi Riva? O qualcuno dell'anteguerra?
- la scena di Paperone che para il rigore è molto bella, e ricorda anche il rigore finale di Fuga per la vittoria! Però, tutta l'esultanza e la precedente preoccupazione, erano inutili: sarebbe stato il gol del 3-1, quindi ininfluente! Forse mi è sfuggito qualcosa...
Comunque, giudizio finale positivo!