Hai dimenticato di aggiungere che quando c`era Lui i treni arrivavano in orario e che i comunisti mangiano i bambini e poi i luoghi comuni li hai elencati tutti
Sapevo che il mio intervento avrebbe scatenato commenti di questo genere, ma ti ricordo che il mio era un esempio assolutistico che non intendeva soffermarsi sulla naturale evoluzione dei tempi in sé; ma volevo soffermarmi sulle differenze che c`erano tra il lettore degli anni d`oro del Topo, ovvero quando si scrivevano storie non prettamente
targettizzate, con il lettore odierno.
E negli anni `50 (Barks, Scarpa, Martina) NON vi era traccia di questa targettizzazione che si può notare oggi.
Non era neppure mia intenzione discutere sul presunto apprezzamento del Topo al giorno d`oggi, volevo solo far notare le differenze ovvie e palesi nel concepire una sceneggiatura disneyana 50 o 60 anni fa rispetto ad ora, altro che luoghi comuni.
Per dirla in soldoni: se Barks faceva le sue storie alla Barks era *anche* perché i ragazzi e i bambini del periodo non avevano interessi così nettamente distaccati dalle persone adulte, salvo le ovvie differenze d`età e le derivanze del caso. Barks non aveva motivo e possibilità di fare una storia su Paperino nel mondo dei videogiochi, bastava spedirlo ad Atlantide per interessare un bambino quanto un adulto.
Se adesso si fanno storie che gli adulti considerano maggiormente per "bambini" (sì, anche Paperino nel mondo dei videogiochi), è perché gli interessi del bambino odierno sono così ampliati e distaccati in netta misura da quelli degli adulti che è impossibile non notare una targettizzazione definita.
Si potrebbe discutere se sia un bene puntare sempre ai gusti dei lettori più piccoli invece che dedicarsi maggiormente ai lettori adulti, ma non è questo il luogo giusto.