Che dire di questo numero degli Anni d`Oro?
Sicuramente che non ha suscitato particolare interesse, e che presenta cose decisamente sballate che cozzano con l`impostazione filologica della testata.
Partiamo dalla solita intervista orrenda e inutile, che ruba ben 6 tavole, e all`agghiacciante versione della Nipote del Corsaro Nero. Io ho sempre amato le edizioni editorialmente modificate delle grandi parodie (ma li c`era un senso: formato di prestigio, cartonatura, pagine grandi). Qui invece hanno preso l`edizione del corriere, una rimontatura di una versione gia rimontata. Enormi spazi bianchi tra le vignette e robe tutte sballate. Mah, mi chiedo perché pubblicare questo scempio.
Anche perché il resto dello spazio è usato benino. La storia del treno di Rota riprende bene un argomento già trattato su Fallberg nel numero 9 (anche se non è un argomento così interessante, citato comunque su questo numero dei Grandi Classici ora in edicola). E i Cavatappi di Scarpa e una storia carina. Il tutto però è (non)collegato dall`articolo iniziale, che poteva tranquillamente essere scorciato.
Allo stesso modo quello per il bel Botto Siderale, by Cimino/Cavazzano, in cui si vede che hanno riempito l`articolo di immagini. Bella la storia sul Mago carigu, che vede invece un articolo insignificante e che poteva essere un po` più polposo.
C`è di nuovo lo Spot della Settimana, che tanto serve giusto a riempire gli spazi. Si potrebbero pubblicare cinque alla volta con un articoluzzo per spiegare pubblicità del passato.
Infine Saetta e Robin Hood: a me personalmente non dispiacciono, anche se l`articolo era di nuovo un po` ozioso. Storia carina, Hubbard è bravo.
In questo marasma di articoli (ben 20 pagine, decisamente troppo dilatate), si perde un po` forse la vera chicca del numero, ovvero i rari albi promozionali di Carpi, davvero interessanti. E buona la copertina di Cavazzano.
Ora, è un buon numero? Teoricamente sì, ma presenta delle macchie indelebili che non si possono cancellare. Una volta che Anni d`oro la pianterà di fare inutili interviste e dimenticherà le sviste sulle pagine della seconda puntata (vedi gli iceberg del numero scorso) o questa strana edizione della Nipote, potrà diventare una testata, non di rarità, ma almeno di storie adeguatamente presentate e felicemente appaganti. Insomma, tre stelle ad essere buoni, ma forse due sono anche meglio perché servono a motivare i nostri buoni editori.
(mi chiedo se questa rece sia valida per l`edicola, oppure no?)