Mia no!!!
Ooopps =^__^=
Noi della Goldrake generation abbiamo un
altissimo senso di responsabilità inculcatoci da Actarus Procton, Tetsuya Tsurugi e Haran Banjo, ricordatelo!
Battute a parte, già nel 1994, al primo corso di teologia universitaria, il professore aveva esordito parlando di giovani che vogliono solo pane e televisione per essere felici, incapaci di prendersi una responsabilità.
Forse ci aveva visto giusto J.M. Strackzynski nel mitico
Uomo Ragno 11.9.2001, quando egli di striscio afferma di non sapere cosa dare ai suoi figli in un universo fatto di videogame e dvd.
E qui sta il problema: non che dvd e playstation siano il male assoluto (ribadisco: io stesso ho appena finito di guardarmi una serie di dvd,
Gundam 0083, e giusto ieri mi sono scatenato un'ora circa a
Marvel vs Capcom 2), ma non possono diventare il modo per parcheggiare i figli da parte di genitori che non hanno tempo di curarsi di loro.
Sapete, a volte, quando dico che durante il weekend cerco di evitare di andare in studio o mettermi al lavoro, preferendo farlo solo nel resto della settimana, tanti colleghi mi guardano come se fossi una bestia rara; al di là di quella che può essere la loro mole di lavoro, la loro domanda classica è: "Che cosa fai durante il fine settimana, se non lavori, scusa?"
Risposta semplicissima: "Faccio altro e cerco di rilassarmi." E a questo punto partono gli sguardi increduli degli altri, come se avessi detto che l'altro giorno ho visto un asino volare (al di fuori della stiva di un aereo, s'intende
).
E pretendiamo che, in un mondo che ragiona così, che non sa fermarsi, che non sa rallentare o "vivere" veramente, le giovani generazioni sappiano anche cosa sono i valori della vita? Massì, parcheggiamo i piccoli davanti alla tv perché i genitori anche nel fine settimana non fanno altro che lavorare (e pure i nonni ultimamente non sono molto d'aiuto, per quanto spiaccia dirlo). Poi, però, non stupiamoci se i bambini prendono dalla tv solo quello che la stessa passa, e ritengano che solo questi siano i veri motivi per vivere: soldi, sesso, successo personale di totale egocentrismo.
Intendiamoci, anche i miei genitori (io sono del 1975) avevano problemi a tenermi per motivi di lavoro, ma mi affidavano lungo la settimana ai nonni, che mi hanno cresciuto nella prima infanzia, e nei weekend venivano a prendermi perché io stessi con loro, sinché mia madre non andò in pensione e potei fermarmi dai genitori.
Ma i nonni, ottimi "supplenti", mi avevano inculcato tanti valori, tra i quali proprio quella responsabilità della quale parlavo, l'importanza dell'amicizia, l'onestà e il fatto che i soldi sono sì importanti, ma non sono il tutto della vita.
Soprattutto, c'erano quando ne avevo bisogno e i genitori non potevano esserci. E mia madre (taccio su mio padre per questioni personali, scusatemi) poi c'era stata nel bene e nel male, a volte sbagliando, però cercando sempre di svolgere il suo ruolo di genitore.
Ma oggi cosa vedo? Genitori sempre e costantemente assenti non nel crescere i figli, ma nell'educarli: i bambini sono trattati come piante nutrite, protette e vestite. Ma psicologicamente cosa viene dato loro? La bambagia costante per cui si deve avere sempre tutto e subito, senza sapere mai dire di no?
E questa sarebbe la moderna pedagogia? Parrebbe di sì: poi però non stupiamoci se i bambini a sette anni non sanno spegnere l'i-phone ocomecavolosichiamaesso neppure sull'aereo, quando è vietato tenerlo acceso.
Ma non mi si venga a dire, come mi è successo, che vedendo le cose in questo modo dò la prova di essere rimasto un bambino dentro, perché stavolta, senza pretese di verità assoluta, sono fermamente convinto di essere nel giusto... Almeno spero!