Per quanto ne so della situazione, la domanda "Preferite viaggiare in treno o in aereo?" tra gente che vive in Italia mi sembra assurda. E' da qualche anno che nutro la ferma convinzione che Trenitalia abbia deciso che la propria "missione" (termine orribile nel contesto commerciale, dunque adattisimo ad essere usato in questo caso) sia quella di fornire esattamente gli stessi servizi delle compagnie aeree (prendendo probabilmente esempio soprattutto da Alitalia), incoraggiando in questo modo i miei connazionali a non servirsi del treno.
Prima che continui, un'avvertenza. E' da quattro anni che manco dall'Italia (a parte brevi soggiorni, di lunghezza massima una decina di giorni, e il cui totale in questi quattro anni avra' totalizzato poco piu' di un mese; inoltre in questi quattro anni ho avuto cura, quando rientravo, di minimizzare il contatto restando il piu' vicino possibile a Cuneo). Quindi di conoscenza diretta della situazione ferroviaria attuale ne ho poca. Inoltre si potrebbe dire che non sono del tutto neutrale e oggettivo, in quanto proprio la situazione ferroviaria era fermamente al terzo posto tra le motivazioni che avevo per andarmene (per quel che vale, i primi due posti erano occupati dalle condizioni di vita - ambiente in primis - e dalla politica, in ordine variabile a seconda del periodo).
Per far capire il mio rapporto col treno, aggiungo che non ho la patente e non ho nessuna intenzione di prenderla: in teoria sarei un perfetto utente per le ferrovie. Tanto piu' che tendenzialmente mi piace viaggiare, ad esempio dedicando un giorno libero a visitare citta' in un raggio di qualche ora di tragitto; e psicologicamente il mezzo che mi aspetterei di usare e' proprio il treno.
La mia esperienza delle ferrovie italiane si riferisce principalmente ai periodi 1990-1995 e 2002-2008. E quel che ho visto e' stata un'evoluzione basata essenzialmente sul seguente principio: fare di tutto per rendere piu' scomodo l'uso del mezzo, in primis riducendo la liberta' nel servirsene, creando disagi che oltretutto in maggioranza non danno nessun vantaggio all'azienda.
Un esempio dei tanti: facevo spesso la tratta tra Pavia e Cuneo (200 km abbondanti, tempo di percorrenza diciamo sulle quattro ore, con vari cambi; possibili vari tragitti). Fino a qualche anno fa, il biglietto aveva una validita' di 24 ore dalla timbratura: se per strada decidevo di fermarmi (che so, per incontrare qualche amico, visitare un'esibizione, etc.) ero libero di farlo. Poi hanno ridotto il tempo di validita' a 6 ore: possibilita' di fermarsi per strada praticamente nulle. Svantaggi per il viaggiatore: meno liberta' di scegliere come organizzare i proprio viaggio. Vantaggi per le ferrovie? Si', in questo modo evitano che uno faccia il tragitto due volte nella stessa giornata: ma dato che significherebbe perdere tutto i giorno ad andare da una citta' all'altra, tornare e rifare il viaggio, le probabilita' che qualcuno volesse imbrogliare in questo modo mi paiono nulle. Adesso se voglio fare sosta per strada deve comprare due biglietti: le ferrovie intascherebbero qualche centesimo in piu', ma io sono molto meno tentato di farlo. Non per la spesa appena superiore, ma perche' perdo elasticita': sono costretto a partire con un piano molto piu' preciso che in precedenza.
Allo stesso modo, da quel che vedevo Trenitalia stava cercando di costringere i viaggiatori a prenotare il posto. Ammetto che la cosa puo' avere qualche vantaggio: ma sono vantaggi che valgono per chi deve fare un tragitto piuttosto lungo e si sposta di rado. In moltissimi casi, non aveva senso per me prenotare per il semplice motivo che non sapevo a che ora sarei tornato: facevo spesso viaggi in giornata, in cui, sbrigato quel che volevo fare, mi recavo in stazione e prendevo il primo treno, col biglietto fatto al mattino (in quanto non volevo rischiare di perdermi un treno utile perche' impegnato a comprare il biglietto). Di nuovo, la mia percezione della politica di Trenitalia era: diminuiscono la mia liberta' nell'usare il treno.
In generale, ritengo che il massimo vantaggio del treno sull'aereo stia nella liberta' concessa ai viaggiatori: non c'e' la necessita' di prenotare in largo anticipo (anche se con le compagnie aeree ultraeconomiche questa necessita' e' alquanto diminuita), si puo' scendere e salire a piacimento, arrivare in stazione piu' o meno in ogni minuto con la garanzia di trovare qualcosa in tempi ragionevoli, etc. Da quel che ho visto, Trenitalia da un lato si e' impegnata a ridurre questa liberta'; e dall'altro, ha puntato tutto su poche linee superveloci (essenzialmente, Milano-Roma), su cui si pone in diretta concorrenza con l'aereo, fregandosene altamente delle altre tratte. Il che mi pare un'emerita idiozia, visto che cosi' risulta davvero utile per chi deve andare esattamente tra quei punti, mentre un altro vantaggio del treno sull'aereo starebbe proprio nella possibilita' di unire i vari centri minori che sono spesso origine e meta del viaggio.
Poi e' sorprendente come in Italia siano pochi gli sforzi per integrare i sistemi di trasporto. Esempio: qualche anno fa a Torino hanno creato un collegamento ferroviario con l'aereoporto. Questa linea non arriva ad una delle stazioni principali (Porta Nuova, Porta Susa, al limite Lingotto), ma termina in una stazione molto minore (tanto che ne ho dimenticato il nome; e per colmo di genialita', quando hanno creato la metropolitana torinese hanno accuratamente evitato di collegarla a questa stazione). Sono meno aggiornato su Malpensa, ma temo la situazione non sia molto migliore: so che le volte che mi sono servito di questo aereoporto ho sempre deciso che per prendere il treno a Milano mi conveniva usare l'autobus e non la ferrovia. Per un confronto: se l'aereoporto di Francoforte e' tra i primi d'Europa, credo giochi un ruolo anche il fatto che vi passi una delle principali arterie ferroviarie tedesche (per tacere del fatto che in Germania ci sono sconti per chi combina i due mezzi di trasporto; cosi' come, ho scoperto qualche giorno fa, in varie citta' tedesche offrono sconti sui mezzi pubblici a chi vi arriva in treno).
Meglio che mi fermi: potrei andare avanti per ore con lamentele varie.