Riguardo la storia di Chierchini invece (che forse ha qualche anno, dato lo stile: a proposito, Chierchini realizza ancora storie?) cosa sarebbe quel pelo strano posto sui copricapi delle GM, al posto della consueta coda? Non ditemi che è stata eliminata pure quella per ragioni di ecologismo o politically correct.
Credo che sia stata una scelta grafica di Chierchini, dettata, magari, dall'ambientazione montana in cui si svolge la vicenda. Inoltre, nella storia di Panaro le GM compaiono alla fine e indossano l'usuale copricapo, anche se le storie appartenessero a due tempi differenti, se ci fosse una censura l'avrebbero già applicata (recentemente c'è stato tra le pagine del Topolino un imbarazzante editing della pipa di Nonno Bassotto, un lavoretto con Paint lo avrebbero fatto se lo avessero reputato necessario...). Anche perché che senso avrebbe far parte delle Giovani Marmotte senza avere un copricapo o comunque un qualcosa che ne identifichi l'appartenenza (un po' come le Coccinelle negli Scout che indossano il cappellino rosso coi pois neri, per intenderci)? Spero che almeno su questo gli improbabili censori (visti certi ritocchi, alcuni dei quali accennati sopra...) abbiano un minimo di buon senso...
Avrei voluto fare un appunto sullo Sgrunt di questa settimana, tuttavia la buona creanza mi impone di tacere e di passare oltre, pertanto preferisco lasciare qualche (forse più gradito) appunto sulle varie storie, a cominciare da
Topolino e il torbido inganno, frizzante commedia degli equivoci già dichiarata all'inizio che culmina in un finale spassoso e che sfocia anche nell'assurdo: quel "Tacete, cafona!" detto a Minni, poi, è stato veramente impagabile da leggere. Il bello della vicenda, inoltre, sta nel suo dinamismo, nella sua forza centrifuga che prende tanti personaggi e li rende partecipi senza farli apparire superficiali, e ne viene fuori un bello scorcio "quotidiano" di Topolinia che si discosta dalle usuali avventure di Topolino e Pippo.
Inutile dirlo: le commedie degli equivoci, se scritte a dovere, riescono sempre ad intrattenere il lettore, e già Vitaliano ne ha dato una convincente prova in almeno due storie coi paperi (
Paperino e il quadriequivoco, di diversi anni fa, e
Paperino e il ballo peperonato, molto più recente) e una piuttosto vecchia coi topi (
Topolino e la filiera del passaparola, se non mi sbaglio): di conseguenza, è bello vedere altri autori cimentarsi su questo genere e, soprattutto, dare più spazio a Clarabella, Orazio e Minni.
Ottima prova anche per Soldati, espressivo al punto giusto, porta avanti con maestria una regia che non risente di troppe spiegazioni, tant'è che l'equivoco si risolve off-screen, ed è giusto così in questo caso.
Unico neo: si poteva benissimo lasciare Stanislavskij anziché storpiarlo come si è soliti fare, cioè Topo/Paper + pezzo conclusivo del nome/cognome. Questa, purtroppo, è una costante di troppi autori, e pertanto manca proprio di originalità.
Segue
Paperino e la marionetta simbiotica, una prova abbastanza buona ma troppo didascalica su certi punti, e l'azione ne risente: bisognerebbe puntare di più sulla gestione delle vignette in modo da snellire le spiegazioni. Ad esempio, non è necessario che i Bassotti debbano dare una giustificazione al lettore del perché si trovavano lì (o comunque tagliare corto con frasi più incisive, altrimenti sembra poco naturale), allo stesso modo non vedo perché debba esserci sempre la scena in cui i colpevoli vengono catturati e parte la spiegazione su come li hanno rintracciati: una maggiore linearità darebbe dinamismo, perché, onestamente, avrei fatto dire ad Archimede "Il vostro errore è stata la voglia di strafare!" lasciando che i Bassotti meditassero in prigione su quella frase, mentre le vignette dedite alla spiegazione le avrei dedicate a far vedere Paperino e Archimede che agiscono nel concreto fino al momento in cui piombano nella fabbrica abbandonata con la polizia, tanto in questo caso i colpevoli erano noti, quindi si sarebbe potuto giocare di più sul movimento che si respira soprattutto nelle tavole in cui è presente Paperone.
Inoltre, sono anch'io perplesso dal funzionamento della marionetta: Archimede è un inventore, non è, come già si diceva in passato e in questo topic, né un mago vudu né tantomeno Doraemon che sforna improbabili congegni. Controllare una persona mediante una marionetta che funziona inserendo una foto è qualcosa di magico, non c'è nessuna scienza dietro: un conto sono i caschi coi recettori o i chip che permettono di controllare il soggetto, un congegno che pare assorbire l'essenza di una foto... ogni personaggio ha il suo perché, e anche qui con Archimede diverse volte si è esagerato fin troppo, rendendolo alle volte un pesante deus ex machina per risolvere problemi altrimenti insolubili. Tra l'altro, un congegno creato per puro divertimento ha, guarda caso, una batteria capace di durare per mesi...
Ottimi i disegni, caratterizzano alla perfezione le scene movimentate, che sono comunque il punto forte della storia.
La storia di Fantomius è un'avventura godibile fino ad un certo punto, poiché paga anch'essa di troppe spiegazioni che ne rallentano l'azione più e più volte, con i due protagonisti che anche questa volta ne escono indiscussi vincitori senza che si trovino davvero in difficoltà: è ovvio che Fantomius si trovi spaesato nella Paperopoli contemporanea, ma appena si dota dei giusti congegni diventa quasi uno scherzetto; lo stesso per Dolly Paprika: appena capisce come funzionano le cose, è un gioco da ragazzi riuscire a liberarsi. Cuordipietra è stato un avversario all'altezza fino al punto in cui non ha controllato la pepita perché preso a farneticare con Fantomius e poi perché distratto da Paperinik: avrei preferito che Fantomius si trovasse davvero alle strette con l'inganno svelato, tanto poi le cose per forza di cose sarebbero dovute andare in quel modo.
Per il resto, penso che anche qui ponendo più attenzione all'azione e tagliando corto su certe spiegazioni si possa veramente fare la differenza: in questo caso sarebbe anche più facile visto che Gervasio è il disegnatore della sua stessa sceneggiatura e non deve coordinarsi con nessuno.
Sul Gongoro nell'ufficio di Famedoro: da una parte risponde al gusto boero del personaggio (notando anche come è arredato l'ufficio), d'altro canto, se si ha ben presente
Paperino e il feticcio, verrebbe spontaneo pensare che Famedoro sappia della vicenda e nutra rispetto nei riguardo del Gongoro stesso, dal momento che a differenza di Rockerduck il suo odio verso Paperone è tale da volerlo anche ammazzare.