È stata un’edizione particolare della fiera, incentrata sul fatto che tra gli insigniti del prestigioso Romics d’oro vi fosse un “nostro” autore, Marco Gervasio. Personalmente ho visitato la bella mostra a lui dedicata già il primo giorno, assieme a “Paperella” (al debutto assoluto nella manifestazione nel giorno del suo compleanno), a Paolo e a Paperinika, con i quali abbiamo avuto il piacere di ritrovarci dopo un po’ di tempo.
Il presidente ha già illustrato da par suo i
contenuti dell’esposizione, per cui passerei direttamente a domenica, quando sono tornato, stavolta da solo, per assistere all’incontro con Gervasio condotto da Sabrina Perucca nella Sala Grandi Eventi e Proiezioni (la stessa dov’era la mostra). In circa un’ora e un quarto Marco, con in bella mostra il premio appena ricevuto, ha raccontato il suo percorso, dagli inizi (con “zio Topone” disegnato a penna sulle pagine di un quaderno a righe delle elementari!) ai primi passi semiprofessionali (il disegno sul biglietto d’invito per una serata in discoteca, nella quale il dj era un “giovanotto” di nome Lorenzo Cherubini…) fino al corso alla Scuola Romana dei Fumetti, all’incontro con Giovan Battista Carpi e all’approdo su Topolino, prima nelle vesti di disegnatore e poi come autore completo. E, da lì, l’evoluzione continua che ben conosciamo e che ha portato a questo riconoscimento.
Parecchi gli aneddoti divertenti e interessanti: a me è piaciuto, fra gli altri, il discorso sui gusti cinematografici, con i rimandi, oltre che a Spielberg, ai più datati John Ford e Frank Capra (e l’esplicita citazione de “La vita è meravigliosa” con il grandissimo James Stewart, che è anche uno dei miei film preferiti).
Al termine Gervasio, logicamente stanco dopo quattro giorni molto intensi ma visibilmente felice (anche perché circondato da familiari e amici giustamente fieri di lui), si è dimostrato come al solito disponibilissimo nei confronti di chiunque gli chiedesse autografi o foto o semplicemente volesse salutarlo, prestandosi anche a un’intervista per il giornale di un liceo capitolino condotta da due ragazzi (di cui uno, quello deputato alle foto, con indosso un’inquietante testa di cavallo che richiamava alla mente “offerte che non si possono rifiutare”…).
Prima di concludere, vorrei rinnovare a Marco i complimenti per il meritato Romics d’oro, un onore che non può non rendere orgogliosa l’intera comunità Disney!