Meravigliosa, epica, splendidamente raccontata, appassionante, profonda senza mai cadere nello stucchevole...
Gli aggettivi per descrivere ciò che è "Topolino e l'Impero SottoZero" si sprecano.
Ogni volta che rileggo questa epopea a fumetti rimango estasiato da quanto coinvolgimento la storia riesce a donarmi, facendo sì che la lettura (pur dopo averla già ampiamente conosciuta e apprezzata fin dalla sua prima uscita, otto anni fa) mi risulti sempre fresca, armoniosa, intrigante.
In una sola parola deliziosa!
Casty è riuscito a scrivere un racconto mirabile per come riesca a tenere il lettore incollato alla vicenda dalle prime pagine fino alla fine.
Miscelando fatti storici realmente avvenuti, leggende legate a creature misteriose e la sua fervida fantasia, l'artista goriziano ha dato vita ad una storia Disney animata di un respiro tale e di una cura e un'attenzione nell'incastrare tutti gli elementi che vi entrano in gioco che sembra di assistere davvero alla proiezione di un kolossal cinematografico.
Ogni personaggio è ben delineato e splendidamente caratterizzato, di modo tale da far uscire fuori da ciascuno la propria natura ed il proprio essere: la tenerezza ed al contempo la "potenza di fuoco" insita in Atomino; il coraggio di Topolino (splendida la sua espressione determinata a prestare supporto e aiuto in modo tangibile, concreto e votato allo scontro per la difesa del villaggio di Baluar e dei suoi abitanti); la semplicità d'animo e la sapienza di Nataniele Ragnatele, l'antiquario ripreso dalla meravigliosa Topolino e Bip-Bip alle Sorgenti Mongole del Maestro Scarpa.
E i nuovi personaggi che compaiono ne l'Impero SottoZero per la prima volta risultano anch'essi sapientemente descritti e caratterizzati: dal Conte Dragpo alla subdola e spietata Aljoska, dalla dolce Tabìa al "paterno" zio Ulian.
Ho trovato stupenda la familiarità ed il senso di calore umano che caratterizzano i "buoni", gli eroi del racconto, i quali sono genuinamente mossi dal proposito di difendere e proteggere l'altro senza costruire barriere nei confronti di chi è "diverso" e senza pregiudizi di sorta, ma soltanto riconoscendo il valore ed il "buono" che alberga nei cuori di chi hanno davanti, siano essi uomini in carne ed ossa, atomi ingranditi due birilliardi di volte oppure sorprendenti creature la cui esistenza si basa sul ghiaccio (i crion).
Ma tale profondità del racconto (insieme ai toni epici ed affascinanti che assume la storia) non induce Casty a privare la vicenda del suo adorabile sense of humour, il quale da un lato "alleggerisce" e dall'altro vivacizza la storia con diverse trovate molto simpatiche: le sequenze con il taxi di gomma, le scarpe del controllore nel treno diretto a Zerograd trasformate in oro, il pianto di Nat davanti al barista con quest'ultimo che lo interpreta come segno della "miseria" delle sue proposte culinarie, la minaccia di Atomino di trasformare i nasi degli assedianti in cetrioli..
Grazie al suo stile "leggiadro", l'autore friulano riesce a portare sulle pagine di Topolino temi seri e adulti quali la sfrenata bramosia di potere e la visualizzazione di una dittatura che toglie libertà ai cittadini (rendendoli sudditi asserviti a chi detiene il comando) e che non manca di sfoggiare il proprio prestigio agli occhi del popolo organizzando tronfie parate militari, con il fermo proposito di estendere il dominio della Gelonia in tutto il mondo.
Alle atmosfere di ampio respiro e ai toni epici che caratterizzano la storia, contribuisce infine la parte grafica del racconto.
Grazie alla saggia scelta delle inquadrature (che focalizzano momenti di intensità palpabile come quelli che vedono protagonista Dragpo in cerca dei suoi ricordi), del modo di mettere in scena e far "recitare" i personaggi in maniera tanto espressiva quanto vivida e dinamica e per merito della visualizzazione di imponenti architetture di umana fattura e delle meravigliose opere di ingegneria iperborea nel regno di ghiaccio dei crion (così come delle immaginifiche creature che lo popolano), l'Impero SottoZero regala gioia a chi legge anche per l'arte con cui il Castellan ha definito il tutto.
E da ciò nasce un connubio encomiabile tra l'appassionante sceneggiatura (che in nessun momento dello sviluppo della trama subisce cali di ritmo né di intensità del racconto) e l'ammirevole arte visiva che ha impresso il tutto.
Regalando al lettore una storia meravigliosa.
Una "stella" che, secondo chi scrive, ha tutto il diritto ed il merito di brillare nel firmamento dei capolavori disneyani di tutti i tempi.