Molto buono, il quarto e ultimo volume della collection su Massimo De Vita.
L'idea di dedicarlo a Pippo e a Indiana Pipps è intelligente, visto che prosegue l'attenzione "per temi" utilizzata anche nei precedenti volumi e vista la predilezione dell'artista verso i due personaggi.
Le storie scelte sono molto buone, in particolare quelle che vedono protagonista la versione disneyana di Indiana Jones, che mostrano anche una piacevole evoluzione nel tratto di De Vita (inizialmente, per esempio, gli faceva il naso più grosso di quello del cugino Pippo) e nei colori del suo abbigliamento.
Apprezzabile poi la scelta di inserire Topolino e l'imperatore d'America che, vista la sua natura eccezionale e la sua collocazione nel volume speciale dedicato a Carl Barks pochi mesi dopo la sua morte, non aveva mai goduto di ulteriori ristampe, così come è utile la presenza di Pippo Desert Ranger: storia molto recente che merita di essere valorizzata in un'edizione come questa: l'idea di utilizzare il dinoccolato protagonista in una struttura a gag movimentata e che si ispira ai cortometraggi animati degli anni d'oro è funzionale e vincente e permette di avere un fumetto diverso dalla maggior parte di quello che compare su Topolino.
La parte editoriale si attesta sui livelli dei numeri precedenti: buona l'introduzione generale, un po' risicate quelle alle singole storie, per quanto riescano a dare qualche input interessante, in particolare nelle brevi dichiarazioni di De Vita stesso.
Nel complesso, questa sotto-collana mi è parsa più riuscita di quella incentrata su Giorgio Cavazzano (che non ho comprato ma ho sempre sfogliato con attenzione in edicola): la cura editoriale mi pare assestarsi sugli stessi livelli, ma la scelta delle storie da inserire e la loro rappresentatività della carriera dell'autore mi è sembrata molto meno centrata e soddisfacente di quanto fatto per il Maestro milanese, al netto di qualche leggere sbavatura.