È quasi tardi per parlare di questo numero del "Topo", ma due parole le dico comunque.
Non è certo un albo memorabile:
Seccature da manuale di
Vito Stabile non risulta brillante come il primo episodio di
Zio Paperone racconta, e a parte il buon uso dei personaggi non risulta granché efficace, benché accompagnata da un buon
Chierchini ai disegni. D'altronde, anche
la breve di Faraci non spicca, risultando poco unitaria e coerente nello svolgimento.
Paperino e la marionetta simbiotica è invece una storia che mi sembra andare col pilota automatico: la trama scorre in modo fin troppo prevedibile, alcune scene risultano didascaliche e il soggetto in sé non mi ha coinvolto particolarmente.
Già meglio
Topolino, Pippo e il torbido inganno:
Marco Bosco imbastisce una commedia degli equivoci non particolarmente originale ma ben trattata, celebrando in maniera simpatica la storica e inossidabile amicizia tra i due protagonisti. Buono l'uso della combriccola formata da Minni, Orazio e Clarabella e divertenti alcune situazioni. Lettura che scorre, anche se non memorabile.
Poche scosse anche dalla storia di punta del numero,
I due vendicatori di
Marco Gervasio. Per quanto mi riguarda, l'avventura mi appare come un grosso fan-service che procede a suon di citazioni e rimandi. Li apprezzo come li apprezzano in tanti, ma quando diventano così preponderanti mi disturbano e mi sembrano distogliere l'attenzione dalla trama che, difatti, mi è apparsa priva di mordente, con un primo tempo a conti fatti ininfluente ai fini del racconto, una missione dove difficilmente si teme per il suo esito, un trucco che cozza con quanto visto nel primo tempo
e una risoluzione poco avvincente. È carino il team-up tra Fantomius e Paperinik, benché risulti sbilanciato verso il primo dei due, ma nel complesso la storia non mi ha convinto e mi ha lasciato pochino, priva peraltro (e giocoforza) del consueto fascino degli anni Venti che tanto creava atmosfera.