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Centenario prima guerra mondiale

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Aoimoku
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PolliceSu   (2)
    Centenario prima guerra mondiale
    Sabato 28 Giu 2014, 00:54:40
    Ora, 100 esatti anni fa, probabilmente stava dormendo. Oppure soffriva d'insonnia, pensando e ripensando al difficile compito che lo aspettava l'indomani. Tra poco meno di 9 ore il diciannovenne Gavrilo Princip sarebbe uscito dalla sua stanza concentrato nel compito di uccidere l'Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria. Avrebbe sentito un esplosione in lontananza e uno sgommare d'auto. La sua vittima gli sarebbe sfrecciata davanti a tutta velocità una prima volta, rendendo impossibile ogni sparo e facendo tornare lo sconfortato Gavrilo alla locanda dove aveva dormito. All'improvviso la macchina dell'Arciduca, contro ogni previsione e buonsenso, torna sulla strada dove già aveva subito un attentato. Gavrilo coglie l'occasione. Punta la pistola. Spara. Un proiettile viaggia. Farà 16 milioni di morti.


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    MiTo
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    PolliceSu   (3)
      Re: Centenario prima guerra mondiale
      Risposta #1: Sabato 28 Giu 2014, 15:02:28
      Già, sono passati ben 100 anni...

      Comunque credo sia sbagliato dare una colpa eccessiva a Princip, la guerra sarebbe scoppiata comunque, serviva solo un pretesto per accendere la miccia...

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      paperoleo
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        Re: Centenario prima guerra mondiale
        Risposta #2: Domenica 29 Giu 2014, 11:49:19
        quella è stata soltanto la goccia!

        nell'attentato credo sia morta anche la moglie Sofia :)

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        Aoimoku
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        PolliceSu
          Re: Centenario prima guerra mondiale
          Risposta #3: Domenica 29 Giu 2014, 11:54:43
          La storia non è mai predestinata, in Europa c'erano molte tensioni ma non è detto che sarebbero esplose.

          Princip poteva darsi fuoco o applicare i metodi di lotta non violenti precorrendo Gandhi di un ventennio, invece ha deciso di applicare la violenza più grave di cui è capace l'uomo, l'omicidio, e la conseguenza è stata una guerra.

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            Re: Centenario prima guerra mondiale
            Risposta #4: Domenica 29 Giu 2014, 14:33:49
            La storia non è mai predestinata, in Europa c'erano molte tensioni ma non è detto che sarebbero esplose.

            Princip poteva darsi fuoco o applicare i metodi di lotta non violenti precorrendo Gandhi di un ventennio, invece ha deciso di applicare la violenza più grave di cui è capace l'uomo, l'omicidio, e la conseguenza è stata una guerra.

            se analizzi il periodo storico, scopri che l'assassinio del principe ereditario era solo un casus belli.

            Sarebbe scoppiata in ogni caso, c'erano troppe questioni economiche che ribollivano sotto l'europa (e le "triplici" non servivano a scongiurarle con la strategia del terrore, anzi tuttaltro!).
            Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

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              Re: Centenario prima guerra mondiale
              Risposta #5: Domenica 29 Giu 2014, 14:44:27

              Se non ci fosse stata la Grande Guerra l'Italia avrebbe ottenuto pacificamente Trento e Trieste (oltre al Tirolo, la Venezia Giulia e l'Istria)?. O avrebbe dovuto attendere altri 20 anni, per poi perdere la Seconda e magari anche il Veneto, visto che le regioni dette prime sarebbero comunque rimaste austriache, senza la Prima Guerra, o sarebbero diventate slave, come poi è effettivamente accaduto.
              Le conquiste territoriali del 1915/18 fino a Fiume hanno fatto da 'cuscinetto' alle successive perdite del 1945, permettendo a Trieste di rimanere italiana pur perdendo l'Istria e buona parte della Venezia Giulia.
              Punti di vista territorialmente positivi di una tragedia enorme seguita poco dopo da un'altra ancora più grande. D'altronde la precedente Unità d'Italia non era certo avvenuta con accordi diplomatici senza spargimenti di sangue! Se vuoi la libertà, l'indipendenza e l'unità prima, e ingrandire il tuo paese poi, con territori che si ritiene facenti parte geograficamente, culturalmente e linguisticamente della tua nazione, la Guerra (pur Grande che sia) è a volte necessaria (purtroppo). 
              « Ultima modifica: Domenica 29 Giu 2014, 14:49:53 da leo_63 »

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                Re: Centenario prima guerra mondiale
                Risposta #6: Domenica 29 Giu 2014, 15:29:09

                se analizzi il periodo storico, scopri che l'assassinio del principe ereditario era solo un casus belli.

                Sarebbe scoppiata in ogni caso, c'erano troppe questioni economiche che ribollivano sotto l'europa (e le "triplici" non servivano a scongiurarle con la strategia del terrore, anzi tuttaltro!).
                Ti ringrazio del consiglio, ma facendolo per lavoro credo di averlo analizzato abbastanza  ;)

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                  Re: Centenario prima guerra mondiale
                  Risposta #7: Domenica 24 Mag 2015, 14:04:12
                  Ridendo e scherzando eccoci qua, signori, all'infaustissimo anniversario!

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                    Re: Centenario prima guerra mondiale
                    Risposta #8: Domenica 24 Mag 2015, 14:55:58
                    24 maggio 1915. Esattamente 100 anni fa, l'Italia entrava nella Prima Guerra Mondiale.

                    Ridendo e scherzando eccoci qua, signori, all'infaustissimo anniversario!

                    Siamo sicuri di volerlo definire "infaustissimo"?

                    Noi siamo abituati ormai da una visione pacifista e un generale ripudio della guerra, per qualsiasi ragione, ma un secolo fa era molto diverso.

                    La tendenza bellicosa, i nazionalismi, l'irredentismo e la retorica guerriera erano la norma, e se oggi è considerato politicamente scorretto celebrare una guerra fosse anche vittoriosa, all'epoca era invece normalissimo, anzi.

                    Poi oggi fa quasi sorridere vedere un certo modo di parlare dei tempi, certe vignette e certi manifesti, così come la celeberrima "Canzone del Piave" con il cantante che si dispera e si esalta a seconda dell'evolvere della situazione, e strofe come "indietro lo straniero" che oggi probabilmente una certa politica (ma non facciamo nomi) chiederebbe di censurare in quanto naziste ::)

                    Ma si tratta appunto di altri tempi. Al di là di tutto e al netto dei complottismi, si entrò in quel conflitto per portare in Italia, come diceva lo slogan "Trento e Trieste" e "redimerle" dal giogo austriaco.
                    Infatti questa guerra da parte italiana è stata variamente definita come "Quarta guerra d'Indipendenza" o "Atto finale del Risorgimento" e "Completamento dell'Unità Nazionale".

                    Poi certo, non tutti i 600.000 morti erano sinceri patrioti, c'erano anche disperati senza un posto dove stare, gente che lo faceva per senso del dovere ma senza importarsene più di tanto, gente che combatteva solo per timore delle rappresaglia delle autorità militari...ma al netto di questo, fu un conflitto vittorioso e, almeno in memoria dei caduti che hanno portato un pezzo di patria che al nostro paese mancava, è giusto ricordarlo come una data positiva.

                    Poi certo, i risultati di quella guerra furono in parte annientati dalla catastrofe della guerra mondiale successiva a causa della megalomania di un duce che ignorò la palese impreparazione militare del paese e ci è costata la perdita di città come Pola, Fiume e Zara e tante tragedie.
                    La vera data infausta è il 10 giugno 1940.

                    Ma Trento e Trieste, al netto di venetisti, austriacanti e improponibili nostalgici di epoche mai vissute, sono ancora li.

                    Ferma restando ovviamente, la generale contrarietà alla guerra, alla violenza, alla volontà di sopraffazione e all'odio. Le guerre sono sempre brutte perchè, che si vinca o che si perda, la morte colpisce tantissime giovani vite e spesso tantissimi civili innocenti.

                    Ma se parliamo di 100 anni fa, secondo me bisogna contestualizzare il tutto.
                    « Ultima modifica: Domenica 24 Mag 2015, 14:57:22 da Sergio_di_Rio »

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                    Rockerduck87
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                      Re: Centenario prima guerra mondiale
                      Risposta #9: Domenica 24 Mag 2015, 15:03:36
                      Dire che l'omicidio dell'arciduca è stata la causa della guerra è come dire che la causa dell'omicidio falcone è stato quello che ha premuto il pulsante.
                      L'europa era destinata al conflitto, certe situazioni, purtroppo, si potevano risolvere solo con la forza.
                      Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
                      (G. Testori)

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                      Dominatore delle Nuvole
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                        Re: Centenario prima guerra mondiale
                        Risposta #10: Domenica 24 Mag 2015, 22:10:47
                        Ferma restando ovviamente, la generale contrarietà alla guerra, alla violenza, alla volontà di sopraffazione e all'odio. Le guerre sono sempre brutte perchè, che si vinca o che si perda, la morte colpisce tantissime giovani vite e spesso tantissimi civili innocenti.

                        Ma se parliamo di 100 anni fa, secondo me bisogna contestualizzare il tutto.

                        Questa è una regola generale che si dovrebbe sempre tener presente, e spesso non lo si fa. Infatti dal punto di vista storico non c'è niente di particolarmente incredibile nelle dinamiche della guerra. L'indignazione, l'orrore, non sono a mio parere categorie storiche; sono categorie da telegiornale, se vogliamo. ;D
                        È verissimo fra l'altro che la percezione della guerra è cambiata innumerevoli volte nei secoli e nelle civiltà: basti pensare che, ancor prima dei Romani, i popoli Italici vivevano la guerra come realizzazione personale e comunitaria.
                        Quello su cui resto ancora perplesso è un'altra cosa. Ho studiato che ricerche storiografiche hanno disvelato una regia piuttosto dettagliata, già dal 1906, dell'avvio della guerra: dal piano Schlieffen alla potente arte diplomatica e politica del cancelliere Hollweg alla volontà di rispondere, da parte tedesca, alla eccezionale capacità di penetrazione finanziaria francese nei Balcani; e di rispondere sfruttando il punto di forza dell'industria tedesca: le armi. Nel corso del 1914 frenetici scambi diplomatici agitano le corti tedesca e austriaca (e il governo decentrato ungherese), finché lo stesso conte Istvàn Tisza riceve pressioni dal cancelliere tedesco perché si decida se impegnarsi o meno militarmente in una nuova guerra. Insomma da parte tedesca il conflitto era preparato.

                        Da parte italiana invece, per quanto ne sappiamo, no. Dai tempi in cui agli Esteri sedeva Antonino di San Giuliano, neutralista, l'intervento era più o meno pesantemente ventilato, ma è la diplomazia inglese a schiudere ai governanti italiani concrete possibilità di schieramento a fianco della Triplice Intesa, possibilità che non verranno del tutto materializzate poi negli accordi del '19-20 (celebre la partenza anticipata da Parigi di un deluso Vittorio Emanuele Orlando). E il fatto che ormai l'Europa fosse una polveriera lo si vede anche in quanto la retorica bellica fosse vivace e in quanto vividamente attecchisse, fra adulti e meno adulti (ho letto volantini di propaganda per le scuole che oggi farebbero accapponare la pelle). Non a sproposito si parla, come giustamente faceva notare Sergio, di ultima guerra d'indipendenza (per quanto, per dirla sala futurista, mutilata!), dato che ancor oggi i patrioti si commuovono al sentire i discorsi di Diaz e l'annunzio (la zeta è d'obbligo) della vittoria.

                        Ma vado sempre più convincendomi, man mano che invecchio (ho vent'anni ;D), che ben poche guerre, nella storia, sono veramente servite a qualcosa, se non agli scopi più pratici, immediati, spesso meschini, se buoni mai duraturi. Sono ormai sempre meno convinto da ogni impostazione "prospettica" dell'analisi storica (cioè del tipo: "be' ma vedi, almeno non è andata così"… "altrimenti saremmo ancora a… ", etc.) e sempre più incline a rivalutare la reale o meno necessità (se non, ripeto, per scopi contingenti e non strutturali, reali) di molte "imprescindibili" scelte storiche. Il pacifismo ad ogni costo non è, a mio umilissimo parere, un valore, come non lo è ogni dogma; e credo che Sergio sia d'accordo con me. Dico invece che ogni vita perduta, come ogni scuola distrutta, come ogni bambino per la strada, è una mancata occasione per l'umanità pensante per elevarsi e conoscere nuove soluzioni, e realizzare la vera sua potenza che risiede nel pensiero.

                        Mi si taccerà d'idealismo, in senso lato e filosofico. Non so che dire. Il fatto è che non vedo più molte vie intermedie, accidentaccio. Tanti storici compromessi tra l'onestà degli intenti (se pure era tale) e il "realismo" dell'azione sono falliti: penso a Lenin, ad esempio, e al dramma della guerra civile, e dell'inestirpabile casta di burocrati che questa forgiò a maggior gloria del… compagno Giuseppe; o ai più radicali fra i rivoluzionari francesi, quelli che per realizzare davvero l'obiettivo democratico (andando oltre la carta del '91) ritennero di dover applicare il Terrore; senza peraltro ottenere il loro scopo, ammesso che fossero in buona fede. Penso a tanta politica del Cinquecento italiano. Penso all'Unità d'Italia, che degli ideali mazziniani, per dire, ben poca traccia ha tenuto. Se compromesso deve essere, invece, lo intendo in senso tacitiano, del "comunque sostenere il bene durante la tirannide".

                        Sarò sempre vicino ai sinceri intenti di chi vuole il bene (ma spesso per "troppo di vigore" - mi sia concesso un dantismo nel 750ennale del Sommo - per troppo volerlo non lo studia, e crea mostri, distorsioni, dittature; e altra miseria), e saluterò con gioia, sempre, il trionfo della libertà, a patto di intendersi su cosa essa sia. Vado sempre più convincendomi, con Montale, che la cultura, la razionale sincerità delle proprie ragioni (che non è certezza sinché l'altro non è disposto ad ascoltare e a convincersi - o confutare), il coraggio di convincere più che di forzare, sia l'estrema opposizione all'errore globale che il nostro tempo disvela in più punti, come una barca mitragliata. Ciò quantunque a priori possa sembrare l'opzione meno realizzabile e meno efficace. Credo che il tanto nominato (ma quanto davvero compreso?) Giovanni Falcone sarebbe stato d'accordo.

                        Non sarò tanto ingenuo da dire che "basta il dialogo" per far comprendere le proprie ragioni. Sarebbe ipocrita e davvero irrealistico. E l'ipocrisia è il vero grande mostro che incombe su ogni analisi storica e morale. Dico che - Gandhi insegna - che il compromesso con la violenza è quanto di più vicino ci sia alla famigerata espressione "arma a doppio taglio"; per cui il mio messaggio è semplicemente: attenzione alle facili illusioni! :)

                        Pasteur, Fleming, ebbero bisogno di una guerra per imporre le proprie ragioni? Fu arduo, per vari motivi (in molti luoghi lo è tutt'oggi) ma non ne ebbero bisogno. Ecco: bisognerebbe prestare orecchio alla cultura, quella vera, non l'estenuante ricamo su forme vuote, come lo si presta alla medicina. Riusciremmo in molte più cose. :)

                        Ciò detto, la smetto perché debbo davvero andare a studiare! E scusate la lunga digressione. Gli esami in vista non me ne permetteranno altre.;)
                        « Ultima modifica: Lunedì 25 Mag 2015, 03:30:01 da A.Basettoni »

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                          Re: Centenario prima guerra mondiale
                          Risposta #11: Lunedì 25 Mag 2015, 09:29:27


                          Quello su cui resto ancora perplesso è un'altra cosa. Ho studiato che ricerche storiografiche hanno disvelato una regia piuttosto dettagliata, già dal 1906, dell'avvio della guerra: dal piano Schlieffen alla potente arte diplomatica e politica del cancelliere Hollweg alla volontà di rispondere, da parte tedesca, alla eccezionale capacità di penetrazione finanziaria francese nei Balcani; e di rispondere sfruttando il punto di forza dell'industria tedesca: le armi. Nel corso del 1914 frenetici scambi diplomatici agitano le corti tedesca e austriaca (e il governo decentrato ungherese), finché lo stesso conte Istvàn Tisza riceve pressioni dal cancelliere tedesco perché si decida se impegnarsi o meno militarmente in una nuova guerra. Insomma da parte tedesca il conflitto era preparato.

                          Preparato ma evitabile. Non dimentichiamo che l'Austria - Ungheria inviò un ultimatum alla Serbia, documento di cui la suddetta accettò solo alcune delle condizioni imposte. E' vero che la storia non vive di "what if", ma non è difficile credere che se la Serbia avesse accettato tutte le condizioni imposte (povera lei), non ci sarebbe stata alcuna guerra.
                          In fondo, di guerre su scala non mondiale il '900 ne aveva già conosciute un discreto numero: la guerra tra Russia e Giappone, le due guerre balcaniche, la guerra Italo-Turca ecc.
                          Peraltro, oltre alla "regia" che citi, i primi 13 anni del '900 erano stati interessati da una lunga serie di incidenti, fra tutte la crisi di Agadir, che avevano contribuito ad inasprire il clima. Tuttavia, se diamo un'occhiata al tempo presente o, ancora meglio, a quello appena passato (il periodo della guerra fredda), ci si rende conto che incidenti diplomatici sono sempre esistiti, e che ci siamo sempre sentiti vicini ad un'imminente guerra mondiale, senza che questa sia poi necessariamente arrivata.

                          Quindi, tirando le somme, forse la I guerra mondiale era evitabile, ma anche questo, in un certo senso, avrebbe comportato un costo enorme.

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                          PolliceSu
                            Re: Centenario prima guerra mondiale
                            Risposta #12: Lunedì 25 Mag 2015, 10:47:54
                            Preparato ma evitabile. [...]
                            Ipotesi per ipotesi, mi viene da supporre che se non fosse scoppiata allora, avrebbero trovato un altro pretesto per farla scoppiare un paio d'anni piu' tardi.

                            Citazione
                            Tuttavia, se diamo un'occhiata al tempo presente o, ancora meglio, a quello appena passato (il periodo della guerra fredda), ci si rende conto che incidenti diplomatici sono sempre esistiti, e che ci siamo sempre sentiti vicini ad un'imminente guerra mondiale, senza che questa sia poi necessariamente arrivata.
                            Direi che il paragone non regge, per un semplice motivo: durante la guerra fredda, le due superpotenze sapevano che affrontarsi  in un vero conflitto militare sarebbe stato catastrofico per entrambi. Ai tempi della prima guerra mondiale, credo che gran parte degli stati maggiori fossero convinti di poter ottenere una vittoria decisiva nel giro di pochi mesi.

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                              Re: Centenario prima guerra mondiale
                              Risposta #13: Lunedì 25 Mag 2015, 11:00:16
                              Ipotesi per ipotesi, mi viene da supporre che se non fosse scoppiata allora, avrebbero trovato un altro pretesto per farla scoppiare un paio d'anni piu' tardi.

                              Sì e no. In realtà, appunto, possiamo fare solo supposizioni, e in fondo stiamo parlando di un dibattito che in ambito storiografico è sempre attuale, ma che non trova mai una risposta definitiva.
                              Il punto è che la guerra poteva scoppiare nell'11, ma lo ha fatto nel '14. E' possibile supporre che sarebbe potuta scoppiare dopo, ma anche mai. Insomma, come dicevamo, la storia non vive di "se" e il dibattito rimane ancora aperto.
                              Non va dimenticato che l'attentato contro l'arciduca, tra tutti gli incidenti diplomatici capitati, fu sicuramente il più grave: l'assassinio di un erede al trono, in un Impero, non è cosa da poco, al di là del fatto che possa essere servito da pretesto o meno. Nè va dimenticato che la Russia, nel conflitto, ci entrò perché continuava a mobilitare truppe nonostante la richiesta della Germania: cosa sarebbe accaduto se non lo avesse fatto?
                              Probabilmente quindi il conflitto era stato in parte preparato (e, d'altronde, dopo la sconfitta degli ottomani nelle due guerre balcaniche, gli stati balcanici potevano essere un ottimo luogo dove poter esercitare la propria influenza), ma forse non su tale larga scala.

                              Direi che il paragone non regge, per un semplice motivo: durante la guerra fredda, le due superpotenze sapevano che affrontarsi  in un vero conflitto militare sarebbe stato catastrofico per entrambi. Ai tempi della prima guerra mondiale, credo che gran parte degli stati maggiori fossero convinti di poter ottenere una vittoria decisiva nel giro di pochi mesi.

                              Su questo hai ragione, e ammetto di aver detto una mezza castroneria. Peraltro il tutto va ricondotto alla sensibilità di una popolazione che aveva già vissuto due guerre mondiali, e certo aveva poco interesse a combatterne una terza (e dubito i governanti fossero pronti a beccarsi tutto il dissenso della popolazione che governavano).

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                                Re: Centenario prima guerra mondiale
                                Risposta #14: Lunedì 25 Mag 2015, 21:21:48
                                "non scoppiare" mai credo che sarebbe stato molto ottimistico.
                                Alla fine fino al 1914 le guerre, anche tra nazioni europee, sono sempre state rapide e basate più sulla vittoria tattica di alcune battagle che sull'annientamento del nemico, il classico "La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi".

                                In fondo tra la guerra prusso-austriaca (la nostra 3^ guerra d'indipendenza), quella franco-prussiana e la WWI non erano passati che un quarantennio (meno che dalle guerre napoleoniche!), quindi gli stati maggiori non si aspettavano andamenti diversi...

                                La prima guerra mondiale invece ha presentato per la prima volta la mobilitazione totale, cioè ogni cittadino diventava un soldato che combatteva per la propria patria (concetto in passato non esistente, vedi il tormentone dell'Alsazia e della Lorena che passavano continuamente di mano senza che nessuno del luogo dicesse alcunchè!), cosa per cui le nazioni aggredenti non erano assolutamente preparati, ma anzi credevano che una guerra combattuta alla maniera moderna con l'aggiunta delle nuove armi di massa (mitra, artiglieria...) avrebbero posto fine ancora più rapidamente alle ostilità.
                                In realtà, l'enorme numero di soldati e armi e la poca mobilità delle truppe (i carri armati si videro praticamente alla fine ed in numero limitato, gli aerei svolgevano ancora un limitato lavoro di osservazione) portò invece ad una guerra lunga e logorante, finita solamente perchè gli imperi centrali vennero presi per fame più che vinti sul campo di battaglia... anzi a conti fatti la germania si arrese quando era in ampio territorio francese e l'Austria firmò l'armistizio mentre possedeva ancora ampi territori del Regno d'Italia ottenuti dopo Caporetto (non deve sorprendere la "vittoria mutilata", visto che fu un autogol clamoroso il nostro, avremmo dovuto avanzare fino alle porte di vienna con gli austriaci ormai in rotta e alla fame per ottenere tutto ciò che chiedevamo...)


                                In ogni caso vorrei ricordare il mio bisnonno (il padre di mia nonna materna) che fece tutti e 4 gli anni di guerra, compresa Caporetto (che non dimenticò mai, visto che a tavola ne parlava sempre ai suoi figli), ma che fortunatamente riuscì a tornare a casa (altrimenti oggi non sarei qui xD).
                                E credo che dovremmo tutti imparare da questo ragazzo che nel 1914 partì da Messina per difendere la PATRIA senza ricevere niente indietro (da quanto ho capito, ma dovrei chiedere, non ebbe nemmeno uno straccio di medaglia per quanto fatto...), quando oggi non si fa che sputare sulla stessa :(
                                Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

                                 

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