Il sempre ottimo Cimino, autore caratterizzato da una felicita' costruttiva dell'azione quanto mai
polisemantica, sottolinea una volta in più ne
"Zio Paperone e il complesso del cannone" la complessità etica di ogni e qualsiasi decisione tesa all'inclusione/esclusione di un elemento che fatica ad allinearsi alle membra di uno stesso corpo. Da un lato, uno sguardo pragmatico, lo sguardo rigido del pubblico ministero, del portavoce della Commissione o delle banche o ancora l'
Esimio Presidente di una collettività ufficiale, sulle mancanze di una Grecia, che
suona la tromba di notte...bombarda i colleghi...insegue le guardie comunali e campestri porta giustamente a criticare l'indolenza di un'istituzione europea molto abile nel far rigar dritto i virtuosi, meno capace a
suturare le
mende di quanti hanno sostenuto atteggiamenti piuttosto lassisti, dall'altro un'intuizione di carattere maggiormente
idealista riterrà altrettanto giustamente che
nel fare il bilancio delle attività di una <nazione> non si puo' dimenticare il peso che esse hanno sugli interessi comuni e che l'Europa, come qualsiasi altra unione, dovrebbe esprimere qualcosa di più e soprattutto qualcosa di
diverso dalla pura somma delle proprie parti e delle singole individualità nazionali o locali.
La terza voce presente in questo ideale
areopago, la voce di colui che e' esterno e che giudica e che
influenza il risultato essendo spettatore attivo e
interessato (ci si possono leggere di volta in volta gli Stati Uniti, la Cina, la finanza mondiale..) e' a sua volta portatore di considerazioni dal valore etico pregnante sostenendo che
nessuno può sottrarsi al dovere civico che deve condizionare tutte le nostre azioni; non si può' continuare a godere della vita associativa, senza sottostare ai relativi doveri, considerazioni che parzialmente
collimano con quanto sostenuto dal primo oratore, il
pragmatico (collimano parzialmente in quanto ovviamente ne divergono i fini, laddove questi insegue l'
ostracismo per un'auspicabile
purificazione e
rimessa in moto del sistema, quegli auspica un indebolimento dei singoli membri nell'ottica di uno sfibramento del corpo in generale, che potrebbe altrimenti negli anni rivelarsi un
concorrente terribile).
L'interattivita' della vignetta raggiunge il suo culmine nelle ultime due vignette della seconda tavola, sunto delle ultime pagine di questo topic.
Più modestamente e personalmente ritengo che un'Europa divisa rischi seriamente un destino di marginalità nel nuovo mondo
multipolare che si sta venendo a creare, che le estreme differenze di cui si e' giustamente accennato fra Aosta e Canicattì o fra Capo Nord e il Capo Sunio dovrebbero essere viste con le lenti della gioia, dell'estrema fortuna di vantare tanta ricchezza culturale e ambientale, ma non come fonti di
sofismi e di
distinguo, la giovinezza dell'Europa si e' consumata da tempo e sia l'
Uccel di Dio, il potere, sia l'
Uccello Grifone, la forza creatrice, sembrano avere spostato i loro nidi, almeno per un buon numero di generazioni a venire, in altri lidi. La differenza, il localismo, l'autonomia, la secessione sono ormai lussi che sempre più a fatica riusciamo a permetterci e che il mondo sempre meno sembra intenzionato a garantirci.