Anche solo prendendo in considerazione l'aspetto della lingua, considera che l'Italia è il Paese europeo con all'interno il maggior numero di varietà linguistiche diverse, tanto da essere definita "Romània nella Romània" (attenzione all'accento: la Romània è, linguisticamente parlando, l'insieme di quei territori dove si parlano lingue di diretta discendenza dal latino: in pratica ci sono tante varietà linguistiche nella sola Italia quante ce ne sono in tutti gli altri Paesi parlanti lingue romanze).
Eppure, nonostante questo, l'unità nazionale è forse la più salda di tutte.
Bisogna anche considerare anche quanto queste lingue siano diffuse, e quanto siano davvero distanti.
In Italia, comunque sia, tutti parlano l'italiano.
Molti anche i dialetti. Alcuni anche le lingue vere e proprie, che in sostanza sono friulano e sardo, che però bisogna vedere quanto sono usati e quanto sono mutualmente intellegibili con la lingua nazionale.
In sostanza, l'unica vera minoranza alloglotta davvero diversa è quella dei tedeschi dell'Alto Adige.
Tanto che, in Italia, non esistono movimenti separatisti di rilievo...la Lega Nord è una pagliacciata e questo lo sappiamo tutti, e perfino i crucchi tutto sommato stanno tranquilli.
Basta invece fare il confronto con gli altri paesi. In Spagna è netta e rivendicata la peculiarità dei catalani, che sono scesi in piazza a milioni per manifestare per l'indipendenza. C'è la Galizia con la sua lingua più simile al portoghese. Ci sono anche aragonese e asturiano, ma soprattutto, i Baschi...che parlano una lingua che non ha nulla a che vedere con nessuna altra al mondo, e quanto sia forte la loro differenza lo si vede anche dalla violenza dell'ETA.
La Germania ha divisioni nette sia fra nord e sud, da un punto di vista linguistico e perfino religioso. Germania meridionale con un tedesco simil-austriaco e una decisa tradizione cattolica (vedi Baviera) e un nord "anseatico" e protestante.
Differenza non da poco, e anche da un punto di vista economico, fra est e ovest si sente ancora, basti considerare il reddito pro-capite dei Lander dell'ex-DDR che è nettamente più basso di quelli dell'ovest, in maniera ancora più consistente che fra il Nord e il Sud dell'Italia.
La Francia...1/3 del territorio francese, in realtà, non è affatto Francia, anche se i cugini d'oltralpe sono stati piuttosto efficaci nella loro politica di annientamento delle identità regionali.
Per non parlare poi del Belgio, che di fatto è costituito da due nazioni,fiamminga e vallone (olandese e francese, in breve) tanto differenti che addirittura, di recente, si rischiò quasi una scissione.
Oppure la Svizzera, di fatto tre nazioni nettamente distinte unite dalla convenienza economica.
E poi non è solo la lingua l'elemento divisivo.
Risale a meno di un anno fa il rischio della fine concreta del Regno Unito, col referendum scozzese.
Eppure, la lingua originale, il gaelico scozzese, è praticamente scomparso, resiste solo in alcune zone e nelle isole, e non certo da ieri.
Sono secoli ormai che l'inglese è la lingua ufficiale...eppure l'identità scozzese è forte, a quanto pare.
Ma anche l'Irlanda, basti pensare che fino a pochi anni fa era attiva l'IRA...eppure anche li, la lingua irlandese è quasi inesistente, soppiantata dall'inglese....ma resiste il sentimento patriottico.
Paradossalmente, l'unico posto dove la lingua locale si è mantenuta di più, cioè il Galles (dove il 20 % della popolazione ancora lo parla) è quello meno indipendentista...
Insomma, sono tanti i motivi di divisione, e secondo me, da qualunque parte la si guardi, pur con i suoi campanilismi, e la sua varietà, mi sento di poter dire che l'Italia, da un punto di vista etno-culturale-linguistico, è il paese più compatto d'Europa.