Interessante prefazione di Stefano Intini che, avendo sempre creduto in Bum Bum fin dalla sua prima comparsa nel 1997, si considera il suo 'zio preferito', "quello che arriva sempre con le pastarelle". Eccone alcuni passaggi:
"Il debutto del nuovo character sembrava studiato apposta per spiazzare il lettore. Poche concessioni alla simpatia immediata. Bum Bum si presentava sgradevole nell'aspetto e ancor di più nel carattere: gretto, spiccio nei modi e arrogante dall'addominale fino alla punta dei capelli, inelegante con le sue bretellone di fantozziana memoria e con un nome che (quello si ispirava simpatia) faceva molto pugile o gangster.
O lo amavi o ti respingeva. Io, a pelle, l'ho adorato!"
"Probabilmente perché in Bum Bum leggevo il compendio di personaggi di un immaginario comune - io e Corrado siamo più o meno coetanei - fatto di film, fumetti, serie animate e sitcom che hanno costruito negli anni il nostro senso dell'umorismo e del racconto, o forse perché colmava un vuoto nelle frequentazioni di Paperino, cioè l'amico che a volte non si vorrebbe avere. Inoltre, aspetto non secondario, si formava con Archimede un inedito trio, con l'inventore in una veste socialmente più attiva, non tutto casa e laboratorio e con aspetti della personalità fin lì meno espressi."
"Gli atteggiamenti e le reazioni sopra le righe di Bum Bum vengono stigmatizzati dalla calma razionalità di Archimede; Paperino in tutto questo a volte agisce come cuscinetto, quasi con distaccata superiorità, in altri come innesco di crescente, divertente nervosismo in una alchimia sempre più oliata di storia in storia. Anche quando Bum Bum si ritaglia lo spazio più ampio della vicenda, la presenza dei due è sempre determinante per le situazioni più divertenti, per i dialoghi più incisivi e magari per stemperare piccoli passaggi di velata malinconia."