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La "guerra" dei generi

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Ember
Papero del Mistero
PolliceSu   (4)

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PolliceSu   (4)
    La "guerra" dei generi
    Sabato 25 Mag 2013, 16:24:21
    Mi è stato proposto di aprire questo thread e ho colto l'occasione :)
    Però preciso subito che non voglio che si riduca tutto a uno scontro maschi VS femmine (e viceversa)... non è questo lo scopo della discussione, anzi. Il titolo è soltanto provocatorio :)

    So che la figura della femminista viene spesso vista in modo negativo come se fosse la controparte femminile del maschilista, eppure non è così. Infatti le femministe, oltre ad essere ben diverse da come vengono rappresentate nell'immaginario collettivo, non odiano gli uomini (io ad esempio li amo molto ;D ) e non rivendicano alcuna superiorità di un sesso rispetto all'altro, come accade invece nel fenomeno del maschilismo. Semplicemente ritengono di essere state discriminate e subordinate agli uomini in passato e che lo siano tuttora sotto molti aspetti, e quindi si battono per la parità dei sessi in ogni campo.

    E la frase "volevate la parità, no?" quando si rifiuta ad esempio una gentilezza a una ragazza, è molto poco carina :P certo che vogliamo la parità ma è anche innegabile che le differenze esistono, sia tra i sessi che tra gli individui, e che queste rendano tutte le relazioni più ricche e belle.
    Quindi per fare due esempi molto stupidi: ha senso, poiché siamo (in media) fisicamente più deboli, portarci la borsa della spesa... non ha senso, siccome oggi entrambi i sessi lavorano (o NON lavorano, aimè), che vi sentiate meno uomini se vi offriamo la cena o il cinema ;)

    Al di là comunque degli stereotipi di genere triti e ritriti ma ancora molto in auge (donna massaia, uomo che "ha da puzzà" e via dicendo :P ) che non considero realmente preoccupanti (anche se è importante affrancarsene) uno tra gli argomenti che più mi stanno a cuore è la violenza di genere. Un fenomeno davvero frequente al quale però non viene data la giusta rilevanza. Non voglio parlare qui degli uomini che commettono abusi, stalking, femminicidio... sono un discorso a parte e non voglio che si pensi che parlo per odio o rabbia verso certe persone ma al contrario, per amore verso altre. Che possono essere le donne ma anche i futuri uomini/donne ai quali desideriamo offrire un mondo migliore.

    Quello che mi più mi ferisce, oltre alla violenza in sé e a tutto quello che ad essa sta dietro (cultura maschilista e patriarcale, mancanza di rispetto ed empatia, false credenze, meccanismi patologici che si instaurano tra abusante e abusato e via dicendo) è la reazione della gente a questi accadimenti terribili. Ad esempio, personaggi pubblici che in seguito a un caso di violenza in strada suggeriscono alle donne di non uscire sole la sera.
    Scusa? :-?
    Dici a me che non devo uscire da sola la sera, e non dici agli uomini di non stuprare? Non che serva dirlo e basta... ma il messaggio che passa sarebbe comunque molto diverso, no? Io lo so bene che devo stare attenta quando torno a casa la sera, non sono scema. Ma non posso nemmeno evitare di vivere la mia vita normalmente perché qualcuno potrebbe farmi del male solo in quanto donna!
    Trovo doloroso che molti uomini (e anche donne purtroppo) commentino con frasi come: "ma se ti vesti da *** per forza ti stuprano"... io penso che sia una frase terribile e ingiusta sia nei confronti di una persona che ha subito un gesto di violenza che le cambierà per sempre la vita, sia nei confronti degli uomini, come se vedendo un esemplare femmina in abiti succinti siano per istinto portati ad accoppiarvicisi :o
    Io ho diritto a vestirmi in un certo modo se mi va, perché quel giorno magari mi sento bella, o voglio fare una sorpresa al mio compagno, senza che questo venga ritenuto da alcuni un invito a farmi molestare. Ho diritto persino a girare nuda... magari mi multano e mi mettono dentro (giustamente) ma nessuno dovrebbe osare toccarmi!

    Quanto poco ci vorrebbe a sentirsi più forti nella lotta contro la violenza di genere! Ad esempio sarebbe bello che più uomini ammettessero che non sono le donne ad essere cretine se tornano dal loro compagno carnefice, stupide se escono da sole, provocatorie se mettono la minigonna... ma che magari siano certi uomini ad essere soggiogatori, violenti, perversi. Non sarebbe mica un'ammissione di colpevolezza, anzi! Sarebbe manifestare solidarietà, amore e volontà di protezione verso le donne... le vostre compagne, sorelle, figlie.
    Magari molti di voi lo fanno, ma non è così per molti altri. E lo dico con cognizione di causa perché conosco certe realtà,come quelle dei centri antiviolenza in cui si vedono e sentono cose molto tristi.

    Inoltre ritengo importantissimo che si insegni il rispetto per le persone a partire da quando i bambini sono delle piccole spugne in attesa di apprendere. Io sogno un mondo in cui si trovi assurda la sola idea di usare violenza su un altro individuo, ma questo non avviene perché sono più importanti l'inglese e l'informatica, e di educazione al rispetto si parla raramente. Sin da piccoli anzi i sessi vengono divisi in modo netto come se fosse pericoloso che un maschio giochi con le bambole (oddio! Da grande potrebbe diventare... non oso dirlo... forse... un buon padre?! ;D ), o preoccupante se gli piace il colore rosa... i colori sono di tutti, è soltanto una questione di cultura! Ci facciamo spaventare da cose assurde, non credete?

    Beh io qualche spunto l'ho dato... se volete contribuire, mi farà piacere confrontarci!
    « Ultima modifica: Sabato 25 Mag 2013, 16:27:55 da Ember »

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    McDuck
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      Re: La "guerra" dei generi
      Risposta #1: Sabato 25 Mag 2013, 16:47:39
      In merito all'ennesima notizia di violenza sulle donne, qualche giorno fa, ho scritto questo su fb:

      Citazione
      Lo dico senza troppi problemi: di questo clima sessista si dovrebbero sentire responsabili tutti coloro che continuano ad alimentare le differenze di genere, scherzando stupidamente contro una presunta incapacità delle donne, o su di un loro supposto ruolo subalterno all'uomo.

      A mio avviso è proprio questo il problema: finché continueremo a vederci sempre in piena contrapposizione, allora non arriveremo da nessuna parte, e continuerà ad esserci questo clima di violenza e divisione. Sentire il sesso opposto come qualcosa di estraneo a noi fa sì che si arrivi a queste conseguenze.

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      Eruyomè
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        Re: La "guerra" dei generi
        Risposta #2: Sabato 25 Mag 2013, 17:06:49
        Che topic impegnativo! Bello ;)

        Non posso che condividere tutto il discorso sulla violenza contro le donne, e l'atteggiamento paternalista quasi ad incolpare le vittime di presunte e immaginarie colpe, piuttosto che punire i carnefici,  davvero a volte salta fuori, ed è assurdo.
        Però certe cose a volte mi lasciano perplessa. Pochi giorni fa, ad esempio. Fatto di cronaca. Ragazza ventenne con bimbo piccola picchiata e in fin di vita da calci e pugni del compagno. Ricoverata, denuncia poi il lungo elenco di violenze domestiche. Ma poi ritratta. E, a quanto pare, nemmeno lo lascia, anzi.
        Ecco, io di fronte ad una notizia del genere, non so davvero come reagire e cosa pensare.
        Insomma, posso giustificare un certo tipo di donne, probabilmente di un'altra generazione, più spaventate, più "succubi" di una certa cultura o educazione, non so...ma una ragazza di oggi, una ventenne, una giovane mamma...come può voler rimanere in un inferno del genere? Poi è difficile dire che non siamo effettivamente noi ragazze le cretine se ci facciamo passare sopra in questo modo.
        La prima svegliata ce la dobbiamo dare noi, alla fine.
        Perchè se aspettiamo la legge, la sua applicazione, i controlli eccecc campa cavallo.

        Un'altra cosa. Più leggera ora ;D
        Devo dire che, da femmina, io le femministe le odio abbastanza. Mi riferisco a quelle invasate il cui sport nazionale ormai sembra essere trovare qualsiasi pretesto per ridicolizzarsi. Il problema è che ridicolizzano per estensione anche il genere, purtroppo.
        Le femminste "storiche", per carità..Ci son state grandi donne che han fatto enormi battaglie. Ma oggi, la maggior parte fa riferimento alla categoria pazzoide che dicevo prima, mi sa...sempre pronte a saltar fuori con la stupidata del giorno...
        Ora, per dire...Ho letto l'altro giorno che, mi pare in Germania abbiano aperto una casa-museo della Barbie.
        Ma per qual motivo le "femministe" hanno sentito l'impellente esigenza morale di scatenare la loro "sacra e nobilissima" crociata contro questa cosa, piazzandosi lì davanti,a sbraitare e scandire slogan ultravecchi ultranoiosi e, francamente, ridicoli?
        Poi si potrebbe pure discutere dell'utilità odierna, lo sviluppo e il progresso anche riguardo alle proposte dei giocattoli per maschi/femmine, degli stereotipi a cui sono legati, il sessismo e tutto quello che si vuole...
        Però francamente, quando sento ste notizie mi cascan davvero le braccia...
        Insomma il livello attuale delle "battaglie femministe" in genere è questo, e ne farei anche a meno.
        « Ultima modifica: Sabato 25 Mag 2013, 17:10:57 da Manu »
        «Éala éarendel engla beorhtast
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          Re: La "guerra" dei generi
          Risposta #3: Sabato 25 Mag 2013, 17:59:58
          McDuck, sono d'accordo ;)

          Eruyomè, riguardo alle ragazze che si ostinano a tornare da chi le maltratta, la questione è un po' complessa... si instaura spesso un rapporto di schiavitù camuffata da amore nelle coppie dove c'è abuso, e chiudere storie del genere equivale né più né meno che a una disintossicazione.
          Il ritorno all'amato è una tappa quasi inevitabile di questo percorso, a volte accade più volte, e purtroppo una di queste volte può rivelarsi fatale. Ecco perché serve il supporto dei centri antiviolenza e tanta informazione. E serve anche una formazione, per quelli che per primi prestano soccorso a queste ragazze: i medici e le Forze dell'Ordine.
          Denunciando una violenza domestica molte donne purtroppo si sentono rispondere: "ma signora, vuole rovinare una famiglia per uno schiaffo?" :o

          Riguardo alla questione del femminismo, beh io mi ritengo femminista e penso che anche tu lo sia se trovi giusto che uomini e donne abbiano diritto allo stesso trattamento ;) e come noi tantissime donne e tantissimi uomini! Essere femminista è soltanto questo, in fondo: essere egualitarista.
          Poi si può fare attivismo, ok, ma questo non significa non depilarsi ;D o fare le pazze per una mostra di Barbie! Certe cose esistono, è vero, ma affermare che si tratti di femminismo e che il livello attuale delle lotte sia questo secondo me è un messaggio sbagliato, che "rema contro" la questione del sessismo... ci sono molte donne normalissime (e con esse parecchi uomini) che fanno tanto per le vittime di violenza o per evitare che le violenze accadano :)
          « Ultima modifica: Sabato 25 Mag 2013, 18:01:02 da Ember »

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            Re: La "guerra" dei generi
            Risposta #4: Sabato 25 Mag 2013, 18:31:16
            Essere femminista è soltanto questo, in fondo: essere egualitarista.

            Chiaro. Assolutamente si.
            In questa accezione lo accetto. ;)

            Però non sopporto quelle fanatiche che si autoproclamano "femministe" e fanno tutto ciò cui accennavo prima...Ecco in quel senso intendevo.
            E ce ne sono, eh. Purtroppo. E fanno più danno che altro, secondo me, alla causa. E la causa è SACROSANTA. Perchè è vero che, ovviamente, non siamo ancora in una società in cui esistono pari diritti. La strada è ancora lunga. Quindi meglio che ci impegnamo noi in prima persona, giorno per giorno, con le nostre azioni quotidiane di gente normale, senza delegare, senza isterismi fanatici, e senza aspettarsi che le cose calino dall'alto.
            (tanto per dire, le "fantomatiche quote rosa"..che io, personalmente, ad esempio, mal digerisco...)
            «Éala éarendel engla beorhtast
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            Sergio di Rio
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              Re: La "guerra" dei generi
              Risposta #5: Domenica 26 Mag 2013, 02:34:44
              Argomento molto interessante. Ci sono tantissimi spunti da cui partire, inzierei subito col dire che concordo con Eruyomè nel disprezzo verso il femminismo odierno.

              Diciamolo francamente : il femminismo avevo senso quando la parità giuridica non esisteva, quando c'erano diritti da conquistare. Ma oggi? Oggi il femminismo è deleterio perchè non è diventato altro che una lobby come le altre, il cui unisco scopo non è l'egualitarismo o il bene comune, ma fare gli interessi dei propri membri.
              Le femminsite odierne non vogliono la parità. Vogliono comandare. Il che è ben diverso. Infatti il loro unico interesse è quello di proporre aberrazioni come le "quote rosa", una cosa terrificante che uccide il concetto stesso che dovrebbe essere alla base della vita di ogni paese civile : la meritocrazia.
              Le femminsite moderne, o buona parte di esse, per esempio, si guardano bene dal volere la parità anche dove hanno un oggettivo vantaggio.
              Esempio : l'età pensionabile. Non ho mai capito perchè le femmine debbano andare in pensione prima. Cosa che peraltro è un anomalia italiana e di pochi altri paesi. E quando qualcuno ha osato proporre la parità dell'età di pensionamento, eccole a schizzare su indignate : no, la parificazione dell'età pensionabile no!
              Capito? Li, la parità non la vogliono. Ma che gran furbacchione ;)

              Ma mi interessa soprattutto il punto sulla società patriarcale e sul "maschilismo" citato da Ember.
              Vedi, io credo che un concetto maschilista di fondo nella società esista, ma io sono convinto che sia soprattutto radicato nelle donne. Sono le donne ad essere più maschiliste. Sembra un controsenso, magari è assurdo, ma ormai sono arrivato a questa idea.

              Mi spiego : tantissime donne (non tutte, mi auguro) vedono come unico scopo della propria esistenza trovarsi un marito. E le loro madri/sorelle/amiche ecc. sembrano sempre indirizzarle in tal senso.
              Quante mamme vivono con l'unico desiderio di "maritare la mia figliola?".
              Io noto in moltissime donne un feroce disprezzo verso le zitelle e le nullipare. Come se una donna senza marito e senza figli fosse un rifiuto della società. Ai maschi viene concesso essere scapoli, almeno per un pò. Alle donne no. Gli uomini vengono considerati realizzati quando trovano un lavoro. Le donne quando si sposano, possibilmente con un marito di una certa importanza.

              Io ricordo un episodio agghiacciante, di una mia amica fidanzata con un ragazzo di famiglia piuttosto benestante. Un giorno, parlando con la madre di una ragazza sua amica, questa le disse : "dai, e bucalo sto preservativo!".
              Non so descrivere a parole il disgusto per una cosa del genere. Intendeva ovviamente dire che si doveva far mettere incinta, in modo da legarselo per sempre, e sistemarsi. Chissenfrega se non c'era amore profondo, chissenefrega se non c'era desiderio di maternità : sei incinta, ti sposi per forza e in breve, sforni un paio di marmocchi e stai a posto, dalla vita non ti serve altro. Una cosa a mio avviso raccapricciante. Ed è una mentalità che non credo affatto limitata a questa signora, ma largamente condivisa.

              Per non parlare poi del rito di matrimonio : si può forse negare che per le donne abbia un'importanza mille volte più alta che per gli uomini? Tutti quei rituali stupidotti, lo sposo che non può vedere la sposa prima se no porta sfiga [smiley=facepalm.gif] la preparazione del vestito e del corredo che dura mesi, il corteo di damigelle d'onore amcihe/cugine/sorelle che non fanno altro, mamme e zie che non aspettano altro per farsi un pianto a dirotto, e poi il grottesco lancio del bouquet, riservato ovviamente alle ragazze, che chiaramente si ritengono molto fortunate se lo acchiappano, perchè guai a non sposarsi!
              E aggiungo, a me pare, da certi sondaggi e dalle opinioni diffusi, che le donne medie vadano pazze per donne come Michelle Obama e Kate Middleton. Perchè? Cosa hanno fatto di straordinario nella loro vita, a parte avere la notevole botta di fondoschiena di sposarsi ad un presidente o un futuro re?
              Perchè ho come l'impressione che la maggioranza delle donne preferirebbe essere first lady piuttosto che presidente? Non è che forse, nella popolazione femminile c'è un diffuso sentimento che la realizzazione della propria vita è essere "la moglie di"?

              Tutto questo sproloquio per dire, in sostanza : si d'accordo, un certo maschilsimo c'è, nella società. Ma siamo sicuri che sia portato avanti, come normalmente si crede, soltanto dagli uomini?
              Va da se che se le donne hanno come unico obiettivo il trovare marito, accasarsi, figliare, e se le altre donne sono d'accordo che la loro unica priorità sia questa, molti uomini si sentono di conseguenza autorizzati a considerarle come loro proprietà, come sguattere da far lavorare a casa e come manichini da imbellettare quando si va alle feste in società perchè devono fare bella figura e dare dignità al marito.
              Cosa che trovo squallida, personalmente, ma a quanto pare molte donne si prestano a fare tale ruolo.

              Io personalmente, come uomo, penso che le donne abbiamo una loro dignità, di per sè stesse. Io non penso affatto che una donna non sposata o senza figli sia un male. Io penso che una donna si possa realizzare nel suo lavoro, nei suoi interessi, nelle sue passioni. Penso che possa avere una vita di senso compiuto anche senza essere la moglie di Tizio o Caio. Sono convinto che una donna possa essere valida anche senza un compagno a fianco, o comunque indipendentemente da esso.
              Eppure, ho come l'impressione che la stragrande maggioranza delle donne non sia d'accordo :(
              « Ultima modifica: Domenica 26 Mag 2013, 02:57:48 da Sergio_di_Rio »

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              Ember
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                Re: La "guerra" dei generi
                Risposta #6: Domenica 26 Mag 2013, 13:20:15
                Però si continua di parlare di femminismo in un'accezione sbagliata, sminuendo l'importanza della lotta contro la violenza, che ricordo è portata avanti proprio dal femminismo eppure si continua a dire che oggi questo non ha senso di esistere. Ma per me ha molto senso, invece.

                Comunque anche io sono convinta che le donne siano maschiliste, ma questo è legato al fatto che è la società ad esserlo e quindi per me dire "se c'è il maschilismo è perché è portato avanti dalle donne" mi pare una reazione essa stessa maschilista. Perché colpevolizzare il fatto che ci è difficile liberarci da una certa visione delle cose dopo secoli che abbiamo vissuto in funzione degli uomini? Non è mica una cosa che avviene in una generazione... per ogni cosa ci vuole tempo, e una mano dalla controparte maschile è sicuramente apprezzata. Molto sta già avvenendo, basta vedere i padri di oggi rispetto a quelli di ieri, o mansioni tipicamente femminili fatte senza vergogna (come è giusto che sia) anche dagli uomini. Ma per molte altre cose (sia pratiche che concettuali) non è così.

                Persino i media poi ci propongono un'ideale di donna sbagliato... o massaia/madre/moglie (però sempre sexy mi raccomando) o stupida e disponibile a concedere il proprio corpo ;D

                Certo, è maschilismo che le madri dicano ai figli ormai adulti "sei sciupato... ma tua moglie cucina?" (l'ho sentito con le mie orecchie) :-?
                A casa mia cuciniamo tutti insieme, oppure cucina chi c'è... se io torno a casa tardi, è il mio ragazzo a preparare tutto. Mi sembra normale. Eppure per alcune ragazze il mio modo di essere non è sufficientemente femminile, come se la femminilità fosse qualcosa che viene stabilita da dei canoni presi chissà dove (per me essere femminile è essere donna o percepirsi come donna, tutto qui).
                Oggi ha senso questo?! Ha senso che una donna debba sentirsi meno donna perché non ha voglia di fare dei figli o perché aspetta il momento giusto per farli? Anche noi oggi frequentiamo le università e lavoriamo come gli uomini e vogliamo realizzarci, ma allora perché una donna in carriera è etichettata come poco femminile e disprezzata? Quante volte in riferimento a una donna dal carattere forte viene fatta la battuta "quella dovrebbe fare un po' di sesso" (sono stata delicata ::) ) come se in realtà le mancasse qualcosa, e soltanto l'uomo col suo intervento potesse far passare i grilli che lei ha per la testa e farla tornare al suo posto.
                Sono battute, modi di dire, ok... ma perché farle? Io le trovo offensive. contestualizzatele, pensate se le facessero alle spalle di vostra figlia, non vi darebbe fastidio?

                Quindi la questione secondo me è superare le differenze di genere abolendo i discorsi tipo: "voi donne" e "voi uomini" e cercare di fare un discorso in termini di diritti degli individui. Però questi individui sono diversi tra loro, e dimenticarlo è altrettanto sbagliato.

                *

                Sergio di Rio
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                  Risposta #7: Domenica 26 Mag 2013, 14:29:44
                  Sul femminismo odierno, dipende da quello che intendiamo : la lotta contro la violenza è un conto. L'attività di lobbysmo pro-donne (e solo pro-donne) è sbagliatissima e va combattuta con tutti i mezzi.
                  Gran parte del femminismo moderno è questo : quote rosa, vogliamo una donna presidente, più donne ministro, e sciocchezze del genere.
                  Queste cose secondo me non solo sono dannose per la società, perchè uccidono, ripeto, il concetto stesso di merito, ma sviliscono le stesse donne, trattate come se fossero cretine incapaci a cui bisogna dargli il contentino per farle arrivare.
                  Ieri, guardando lo spot istituzionale sulle elezioni, ho visto una cosa raccapricciante : alle comunali delle città più grandi si possono esprimere due preferenze, ma devono essere obbligatoriamente un uomo e una donna :o
                  Ma stiamo scherzando? Ma se putacaso io ritenessi che le due persone migliori da eleggere sono due uomini (o due donne), non lo posso neanche fare? Questa è limitazione del diritto di voto. Ormai siamo alla follia più totale.
                  Cosa c'entra questo con battaglie sacrosante come quelle contro le violenze? Facendo così, secondo me, il femminismo si ridicolizza.

                  Sulla questione maschilismo : mi fa piacere vedere di non essere l'unico a pensarlo. Ma non sono d'accordo sul fatto che siano gli uomini a dover cambiare mentalità.
                  Per il semplice motivo che agli uomini non conviene, e diciamolo fa molto comodo avere questo enorme potere, avere le donne alle loro dipendenze, far si che le donne vivano in funzione loro.
                  Certo, ci sono maschi che non la condividono, questa visione del mondo, e io mi metto fra quelli. Ma su una scala più grande, si puo' pensare che cambino idea? Difficile. Anzi, impossibile.

                  Io dico che sono le donne a dover cambiare drasticamente questo concetto della società. E' loro interesse cambiare le cose, eh, mica degli uomini, a cui conviene così. Sono loro a dover prendere cosicenza di tutto ciò e dire : "Guardate, noi mica si è qui per farvi da incubatrici o per farvi fare bella figura in società, o per far felici i parenti. Ci si sposa se e quando lo vogliamo, si fanno figli se e quando lo vogliamo".
                  Ma le donne in generale, sono pronte a fare tutto questo? O a moltissime di loro in fondo conviene anche avere questo ruolo?
                  A me pare non ci siano proprio le premesse per questo drastico cambiamento.
                  Se le donne continueranno a guardare con disgusto le single, quelle senza figli, a schifare l'idea che una possa avere uno scopo nella vita e possa essere felice anche senza essere la devota moglie di qualcuno, ad andare in brodo di giuggiole per le "nozze da favola" della principessa tal dei tali, a cercare la sistemazione purchè sia tale....credo che da questa società, che sia "patriarcale" "maschilista" o che altro, non se ne uscirà MAI.
                  E agli uomini in fondo, non dispiace affatto. E alle donne mi chiedo, da poi così fastidio che si viva così?
                  Ho la netta impressione che non ci tengano poi tanto.

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                  Ember
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                    Re: La "guerra" dei generi
                    Risposta #8: Domenica 26 Mag 2013, 15:00:12
                    Io penso che a molte donne (tra cui me) non vada bene che sia così, solo che queste donne non si mettono a strepitare ma si limitano a vivere in conformità con il loro modo di pensare. E quindi il femminismo sembra essere una cosa quando invece è ben altro.
                    Il che non significa che se sono femminista io non voglio figli e mi rifiuto di fare cose "da donna", perché dovrei? Il discorso è che non voglio che il mio valore sia determinato da queste cose, ma da quello che sono come persona.

                    Che siano le donne a dover cambiare è chiaro, ma che gli uomini possono dare una enorme mano è altrettanto vero.
                    Agli uomini farà anche comodo questa situazione, ma tutto sommato se ci si riflette, le relazioni funzionano meglio se non ci sono queste differenze. Anche gli stereotipi legati al sesso maschile che deve avere per forza certe caratteristiche possono creare problemi agli uomini stessi. Ad esempio, se io avessi un buon lavoro (magari ::) ) e il mio compagno non lavorasse, lui per me potrebbe fare il casalingo senza essere per questo meno uomo. Ma oggi una situazione simile viene vissuta come umiliante. Ed è soltanto un esempio ma ce ne sarebbero moltissimi...

                    Comunque riguardo al lavoro, il fatto che molti assumano uomini anziché donne non ha sempre a che vedere con la meritocrazia, ma proprio col sesso di appartenenza (me lo confermano i miei amici che hanno delle attività e si guardano bene dall'assumere ragazze in età riproduttiva).
                    Allora per contrastare questo fenomeno, come si può fare?
                    « Ultima modifica: Domenica 26 Mag 2013, 15:01:04 da Ember »

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                      Re: La "guerra" dei generi
                      Risposta #9: Domenica 26 Mag 2013, 15:13:15
                      Io penso che a molte donne (tra cui me) non vada bene che sia così, solo che queste donne non si mettono a strepitare ma si limitano a vivere in conformità con il loro modo di pensare. E quindi il femminismo sembra essere una cosa quando invece è ben altro.
                      Il che non significa che se sono femminista io non voglio figli e mi rifiuto di fare cose "da donna", perché dovrei? Il discorso è che non voglio che il mio valore sia determinato da queste cose, ma da quello che sono come persona.

                      Gusto. Ma questo devi dirlo alle tante, tantissime donne che provano disgusto per le donne non sposate e senza figli. Per me, non sono affatto cattive persone, anzi. Ma ci sarà un motivo se un quarantenne single può essere considerato un affascinante scapolo impenitente (o quelle altre definizioni patetiche che usano i giornaletti gossippari) mentre una quarantenne single viene additata come scarto del genere umano. :)

                      Citazione
                      Comunque riguardo al lavoro, il fatto che molti assumano uomini anziché donne non ha sempre a che vedere con la meritocrazia, ma proprio col sesso di appartenenza (me lo confermano i miei amici che hanno delle attività e si guardano bene dall'assumere ragazze in età riproduttiva).
                      Allora per contrastare questo fenomeno, come si può fare?

                      Vero, la meritocrazia è teorica perchè ovviamente è viziata da tantissimi fattori, a partire dalle raccomandazioni. Però di certo non si risolve con le quote rosa o altre assurdità che finiscono solo per peggiorarla, umiliano le donne e finiscono per penalizzare chi magari potrebbe meritare un posto per le sue capacità, ma ha avuto la sfortuna di nascere maschio.
                      Poi si andrebbe sul discorso che, naturalmente, bisogna migliorare le leggi che regolano l'assunzione per le donne in maternità, che in Italia sono spesso svantaggiate, mentre in altri paesi non è così.
                      Ma questo c'entra poco comunque con certe assurde "battaglie" dello pseudofemminismo moderno.
                      « Ultima modifica: Domenica 26 Mag 2013, 15:14:31 da Sergio_di_Rio »

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                        Re: La "guerra" dei generi
                        Risposta #10: Domenica 26 Mag 2013, 15:37:56

                         Ma ci sarà un motivo se un quarantenne single può essere considerato un affascinante scapolo impenitente mentre una quarantenne single viene additata come scarto del genere umano. :)



                        Beh comunque non dimentichiamoci mai da dove veniamo. In generale. Fino a nemmeno 50 anni fa essere donna equivaleva quasi ad essere zero.
                        Per non parlare dei precedenti, boh, 10.000 anni o giù di lì direi ;D...in cui si era sotto lo zero...fattrici valevoli meno di un mulo da soma pressapoco..

                        Insomma, la storia del nostro mondo è andata in un certo modo. Le ragioni sono tante, e fare dell'antropologia sociale e culturale sarebbe fuori luogo ;D  
                        Certo è che non si cancella il retaggio di migliaia di anni in pochi decenni. Abbiamo iniziato l'altroieri. La strada è lunga... :)

                        Riguardo quote rosa et similia, ho già detto come la penso...
                        Però bisogna ragionare su dei correttivi, delle soluzioni. Perchè se non si inizia in qualche modo non se ne esce. Ad esempio nei Paesi scandinavi anni fa hanno introdotto qualcosa del genere. Ad esempio nelle aziende con veramente percentuali ridicole di personale femminile, soprattutto dirigenziale...beh, non hanno proprio imposto quote...ma hanno concesso un 2-3 anni per migliorare la situazione...Aumentare gli incarichi importanti almeno a livelli decenti, e questo anche favorendo la maternità e la flessibilità, che fanno sempre troppo da freno per promozioni e possibilità di carriera...E le aziende han dovuto migliorarsi. Altrimenti megamultone.
                        Ecco, le quote a me, personalmente, sono odiose.
                        Però non ci si può nascondere dietro un dito. Il problema c'è, e bisogna partire da qualche parte per iniziare.

                        Una cosa però vorrei dirla. Gli uomini, quelli intelligenti, dovrebbero lottare anche loro per certe battaglie. E' troppo comoda scaricarla solo sulle nostre spalle, che pur abbiamo le nostre responsabilità e colpe.
                        La cultura e gli atteggiamenti maschilisti, la violenza sulle donne, certa volgarità bene o male accettata, le discriminazioni su cui si chiude spesso ben più di un occhio...Anche nella vita di tutti giorni, al lavoro, o per strada...Sono tante le occasioni a cui magari assistete tutti i giorni...E a volte una mano farebbe comodo, in certe situazioni.
                        Non giratevi sempre dall'altra parte, quando vedete qualcosa che non va. Perchè il primo modo per cambiare le cose è la non accettazione sociale, quindi protestare subito. Certi animali andrebbero isolati socialmente, biasimati e criticati per i loro comportamenti. Soprattutto tra gli altri uomini.
                        Bisogna cambiare tutti mentalità e atteggiamento culturale, anche nelle piccole cose, uomini e donne. Altrimenti non si va da nessuna parte..altro che egualitarismo poi..
                        «Éala éarendel engla beorhtast
                         ofer middangeard monnum sended.  Aiya Eärendil Elenion Ancalima!»

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                          Re: La "guerra" dei generi
                          Risposta #11: Domenica 26 Mag 2013, 16:47:18

                          Insomma, la storia del nostro mondo è andata in un certo modo. Le ragioni sono tante, e fare dell'antropologia sociale e culturale sarebbe fuori luogo ;D  
                          Certo è che non si cancella il retaggio di migliaia di anni in pochi decenni. Abbiamo iniziato l'altroieri. La strada è lunga... :)

                          Vero, però ottenuta la parità giuridica, si è impressa una fortissima accelerazione verso l'uguaglianza di fatto. Penso che le donne dovrebbero darsi una mossa, mi sa di troppo ai autoassolutario dire che sono cambiamenti lenti :)
                          Non lo sono affatto. Basta volerlo. Non aspettare che siano gli uomini a farlo, perchè se ne passeranno secoli se non millenni...agli uomini lo status quo fa comodo. E lo status quo non cambierà mai se chi è vessato aspetta che i privilegiati si decidano a cambiare le cose a proprio svantaggio.
                          Anche perchè, per la verità, mi pare che non si stia neanche cominciando, a cambiare mentalità.

                          Citazione
                          Ad esempio nei Paesi scandinavi anni fa hanno introdotto qualcosa del genere. Ad esempio nelle aziende con veramente percentuali ridicole di personale femminile, soprattutto dirigenziale...beh, non hanno proprio imposto quote...ma hanno concesso un 2-3 anni per migliorare la situazione...Aumentare gli incarichi importanti almeno a livelli decenti, e questo anche favorendo la maternità e la flessibilità, che fanno sempre troppo da freno per promozioni e possibilità di carriera...E le aziende han dovuto migliorarsi. Altrimenti megamultone.


                          Ma infatti, favorire le donne rendendo più facili le assunzioni è ok. Una persona che conosco è stata assunta come medico in Germania, in base ai curricula, nonostante fosse incinta. Riceverà stipendio durante la gravidanza e poi potrà iniziare. Ha detto che in Italia non era stato possibile. Queste sono cose da migliorare. Però attenzione a non scadere nelle simil-quote : il criterio deve essere sempre meritocratico.
                          Non si può finire ad assumere donne solo per farsi belli, perchè fa molto "woman-friendly", per figheggiare.
                          Se lo ritrovo vorrei linkare un articolo che lessi qualche tempo fa, pubblicato credo sul Financial Times, che parlava della degenerazione che aveva preso questa piega, proprio in UK, un paese dove il fanatismo degli affirmative action e del politically correct è arrivato a livelli da neurodeliri.
                          Si faceva notare come, molte aziende a cui erano state imposte le quote avessero avuto un drastico calo di produttività, e che si stavano tutti più o meno pentendo di certe scelte scriteriate.
                          Questo dimostra che le donne sono meno capaci? Niente affatto. Dimostra semplicemente che mettere nei posti di potere persone solo per rappresentanza, per colmare una discriminazione (vera o presunta) o per accontentare una lobby, senza tenere conto di oggettivi criteri di merito, è deleterio.
                          Evidentemente, in alcune aziende, in alcune situazioni, c'erano persone più capaci che non sono state scelte a causa di quote rosa, e ne hanno pagato le conseguenze.

                          Bisogna capire che non è un mondo possibile, quello dove le ovaie fanno curriculum. Ma vallo a spiegare a certe femministe...

                          Citazione
                          Una cosa però vorrei dirla. Gli uomini, quelli intelligenti, dovrebbero lottare anche loro per certe battaglie. E' troppo comoda scaricarla solo sulle nostre spalle, che pur abbiamo le nostre responsabilità e colpe.

                          Ma dipende da quali battaglie. Io sono convinto che molti uomini siano anche propensi, a farsene carico. Ma non quando scadiamo nel femminismo becero. Io come ho detto, sono d'accordo nel superare la visione della donna solo come "moglie e madre". Ma se poi sento dire le robe tipo le quote rosa, la legge sul femminicidio, votiamo un presidente donna, allora mi viene un sussulto di maschilismo (cosa che non sono assolutamente, ovviamente ;)) non da poco, cosa credo comune a molti uomini, in certi frangenti.
                          « Ultima modifica: Domenica 26 Mag 2013, 16:59:27 da Sergio_di_Rio »

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                            Re: La "guerra" dei generi
                            Risposta #12: Domenica 26 Mag 2013, 18:18:43
                            Concordo con quanto scritto da Eruyomè ;)

                            Sergio di Rio, tu dici che le donne devono alzare la testa... sono d'accordo, io dico solo che gli uomini che ritengono che questo sia giusto dovrebbero sostenerci in questo a partire dalle piccole cose. Penso che gli uomini siano in grado di andare oltre alle questioni di comodo e sotto certi punti di vista lo desiderano anche loro (ad esempio per quanto riguarda la famiglia, sentendosi più coinvolti sono loro stessi a chiedere di avere un ruolo diverso da quello classico). Tu dici che vorresti sostenere le donne nella causa, ma poi ti innervosisci per via del femminismo becero (che tu chiami femminismo, io no... il femminismo è ben altro), e questo ti blocca nei tuoi propositi. Ma è come se io sostenessi i diritti dei gay ma mi facessi scoraggiare in questo dalle checche isteriche perché fanno sfigurare la categoria e mi stanno antipatiche (specifico che non ce l'ho con le checche, era solo un esempio ;D ). Insomma bisogna saper distinguere le cose importanti, serie, da quelli che sono fenomeni paralleli e non necessariamente correlati a queste.

                            Comunque anche se ci sono donne che non aiutano il progresso, ci sono anche molte che lo fanno e non mi pare che nel tempo non sia cambiato niente. Le mie amiche e coetanee (25-35 anni) sono quasi tutte laureate, studentesse o lavoratrici, di queste alcune convivono, pochissime sono sposate (e conoscendole posso affermare che è stato per amore), e soltanto un paio hanno bambini. Mi pare che siamo parecchio diverse rispetto alla generazione delle nostre madri.
                            Che poi ad alcune persone questo sembri sbagliato o strano, è vero. Però si tratta di un percorso.

                            Non vorrei nemmeno far passare il messaggio che una donna che sogna di avere una famiglia e dei figli sia poco emancipata. Sarebbe una cosa sciocca da dire... è giusto desiderare una famiglia, su questo non ci piove :) è anche giusto non desiderarla però.

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                              Re: La "guerra" dei generi
                              Risposta #13: Lunedì 27 Mag 2013, 00:30:11
                              Nel suo primo intervento Ember ha descritto a meraviglia come stanno e come dovrebbero stare le cose. Anche alcune osservazioni di Sergio sono molto corrette. Si potrebbe dire che avete già detto molto, perciò mi limiterò ad aggiungere alcune piccole cose non ancora dette ma che contribuiscono ad avere un quadro generale della situazione.


                              Premessa: la violenza in sé è sbagliata e su questo punto concordo che gli uomini per primi dovrebbero far sentire la loro voce, criticando e prendendo le distanze dai violenti.

                              1) E' difficile dire a che punto del cammino verso l'eugualitarismo tra i sessi si sia. E' difficile perché la realtà sociale è multiforme e ci sono differenze tra nord e sud (spiace dirlo ma è la verità), tra una città e l'altra e tra i centri e le periferie. Certi atteggiamenti che al nord vengono ritenuti sorpassati, al sud sono ancora attuali. Allo stesso tempo nelle città del sud c'è una mentalità più aperta che nei paesini.

                              2) Il maschilismo non è certo colpa delle donne, ma sono solo le donne che possono sconfiggerlo. Non vi dico che all'uomo la cosa sta bene così né che non gli interessa. Vi dico che solo la vittima può liberarsi dalle proprie catene. E' un discorso un po' duro e complicato, ma è la verità. Prendiamo le donne vittima di violenza. Chiarisco: non hanno colpa e le loro difficoltà a "staccarsi" dal proprio carnefice sono comprensibili. Dico solo che sono solo loro stesse che possono liberarsi dal proprio aguzzino. Se qualcuno è a conoscenza dei maltrattamenti, potrà anche avvertire le forze dell'ordine; queste potranno anche prenderlo sul fatto, arrestarlo e salvare la vita della povera malcapitata, ma questo non serve a darle libertà e serenità.  Libertà e serenità sono cose che non ti dà nessuno, devi prendertele da te. Quello che vorrei dire, è semplicemente che l'eugualitarismo, come la libertà e la serenità, sono cose che prima di tutto nascono all'interno della persona. Conosco uomini che pensano - com'è giusto - che donne e uomini debbano avere uguali diritti, eppure molte delle loro compagne hanno un atteggiamento maschilista: "mio marito ne sa più di me", "di queste cose è meglio che si interessi un uomo" (frase che odio sopra ogni altra) e così via. Molti pensano che la schiavitù sia nata perché alcuni uomini potevano con la forza imporre la loro volontà. Grosso errore! La schiavitù, la sudditanza, l'essere considerati inferiori, nascono dalla persona che permette questo. E lo permette perché molte volte - anche per un retaggio culturale - si considera tale. Ripeto: non ne faccio una colpa alle donne, ci mancherebbe. Dico solo che siete le uniche che possono risolvere il problema. Tornando al mio esempio, molti uomini pensano che uomini e donne debbano avere pari diritti, e lo dicono alle proprie compagnie, ma questo non serve a niente. Per essere libero, devi considerarti tale, non serve a niente che ti dicano gli altri che sei libero. Lo stesso vale per l'uguaglianza: per pensare che meriti i diritti che hanno gli altri devi essere tu a sentirti una persona pari agli altri, non serve a niente che qualcuno ti dica che lo sei se non ti ci senti. Purtroppo ancora oggi moltissime donne si autolimitano, considerandosi - senza nemmeno accorgersene - inferiori.

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                                Re: La "guerra" dei generi
                                Risposta #14: Lunedì 27 Mag 2013, 10:49:48
                                Però attenzione a non scadere nelle simil-quote : il criterio deve essere sempre meritocratico.
                                La questione mi sembra un po' piu' sottile (a parte il fatto che odio il termine "meritocratico" per il modo in cui viene usato in Italia, in particolare da certi editorialisti del Corriere della Sera - si confrontino 1 e 2). Innanzitutto: credo sia abbastanza insolito che si possano ordinare linearmente, in base a competenze, capacita' ed affini, i candidati ad una posizione; il piu' delle volte, si avranno varie persone piu' o meno sullo stesso piano. E nel decidere chi prendere tra i vari meritevoli, un criterio del tipo "preferire gli appartenenti a categorie sottorappresentate" puo' aver senso almeno in certi ambiti. Per fare un esempio con cui ho qualche familiarita': negli Stati Uniti gli iscritti ai corsi di dottorato in matematica sono in preponderanza (diciamo un due terzi) maschi. Avere piu' donne tra i professori dovrebbe aiutare a superare la visione "la matematica e' una cosa per maschi", darebbe alle ragazze un modello da seguire (un "role model", per i fissati con l'inglese), etc.; dunque potrebbe essere abbastanza sensato che nello scegliere chi assumere, a parita' di altri fattori e in un istituto con docenti in maggioranza maschi, si  decida di preferire la candidata femmina.

                                Quindi la questione secondo me è superare le differenze di genere abolendo i discorsi tipo: "voi donne" e "voi uomini" e cercare di fare un discorso in termini di diritti degli individui. Però questi individui sono diversi tra loro, e dimenticarlo è altrettanto sbagliato.
                                Mi chiedo quali siano queste differenze. Lasciamo perdere quelle fisiche, che conosciamo e nella maggior parte dei contesti sono irrilevanti. La domanda e': le altre differenze sono tutte culturali? Per esempio, il fatto che a lavorare negli asili e nei nidi d'infanzia siano in maggioranza (o totalita') donne: e' semplicemente un accidente storico o ha un qualche ruolo il cosiddetto "istinto materno" (che non so nemmeno se esista, al di la' dei nostri miti)?

                                 

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