Se
Malcolm X non fosse morto così giovane...
... immagino che avrebbe sviluppato ancor più i suoi nuovi movimenti, MMI (Muslim Mosque Inc.) e OAAU (Organization of Afro-American Unity), appena nati dopo il suo divorzio dalla Nazione dell'Islam, organizzazione religiosa e apolitica che negli anni 50 si era ingrandita grazie soprattutto alle iniziative del suo discepolo più famoso. Il voler essere più politico, più al centro delle lotte per i diritti civili, lo portò a contrastare i suoi ex compagni religiosi il cui capo supremo era al centro di diversi scandali sessuali. Se non avesse voluto scoperchiare il vaso di Pandora dei segreti della Nation of Islam, probabilmente i seguaci non lo avrebbero eliminato fisicamente ma, magari, solo contrastato politicamente.
Pur avendo allontanato le sue iniziali violenze verbali contro i 'diavoli bianchi' di cui non ci si poteva fidare, grazie ad un viaggio fatto in Medio Oriente (con pellegrinaggio alla Mecca) dove aveva visto che i musulmani erano fratelli di tutti i colori, anche biondi con gli occhi azzurri, certe idee radicali affioravano comunque anche nell'ultimo anno della sua vita. Per cui immagino che l'organizzazione delle Pantere Nere che sconfessava la politica non violenta di MLK ma praticava il sistema dell'autodifesa come strumento di lotta, avrebbe avuto stretti rapporti con Malcolm X, se solo non fosse morto l'anno prima della sua fondazione (1966).
Dunque vedo un Malcolm X sempre più al centro dell'attenzione politica e mediatica americana e internazionale di fine '60 e inizi '70:
in politica estera con rapporti da consolidare con le nuove nazioni africane appena uscite dal colonialismo europeo;
in campo religioso con un avvicinamento alll'Islam originale del Medio Oriente e dell'Africa stessa dove le differenze di razza e colore non esistevano;
in politica interna con iniziative che avrebbero potuto coinvolgerlo nella Marcia di Selma, nel quadro della nuova situazione dovuta al Civil Rights Act e, soprattutto, nelle forti proteste e sommosse che si diffusero a macchia d'olio nei ghetti neri di tante città americane nella seconda metà dei '60. Senza dimenticare il Vietnam, la cui guerra si protrasse nefasta a cavallo dei due decenni, della quale sarebbe stato fiero oppositore.
Limando certe asperità, smussando alcuni angoli troppo puntuti, il suo corso politico sarebbe potuto arrivare non dico ad una Casa Bianca ante litteram (per lui e per MLK i tempi probabilmente non sarebbero stati ancora maturi) ma sicuramente a posizioni di prestigio, considerando l'acume, l'intelligenza, il carisma che lo caratterizzavano. E se fosse vissuto fino ad oggi, sarebbe un saggio politico novantenne la cui opinione sui fatti del mondo verrebbe cercata dai giornalisti di tutti i continenti.