A lettura ultimata, posso dire che il Classico di questo mese è veramente un albo di ottima fattura e di grande qualità e confermo pienamente i pareri di coloro che hanno commentato prima di me e che si sono mostrati appagati dalla lettura de L'ultimo diario.
Per quanto mi riguarda, mi sono goduto questo albo dall'inizio alla fine, meravigliandomi, ancora una volta, della grande abilità di Pezzin di intessere delle trame belle, coinvolgenti, di "ampio respiro", avventurose e che affascinano il lettore con la narrazione di eventi straordinari, spesso legati alla mitologia o comunque a qualcosa che va oltre la razionalità umana.
Le storie selezionate per quest'albo tra quelle che compongono la serie delle Tops Stories sono, a mio avviso, l'emblema della grande abilità di narratore di Giorgio Pezzin, il quale riesce a trattare tematiche adulte e mature con tatto e sensibilità.
Ed è emblematica, in questo senso, la storia che apre l'albo, Topolino e lo Spirito di Piguazul, per come affronta il tema dell'avanzamento del progresso che finisce per scontrarsi con la natura e contro quegli esseri viventi che la rappresentano appieno e che soffrono nel vedere e, soprattutto, nel "sentire" tanta distruzione.
Ho poi apprezzato molto la scelta del "racconto illustrato" che rappresenta quasi le ultime "memorie scritte" di Sir Top de Tops: si tratta sicuramente di un esperimento molto interessante e che ho trovato davvero coinvolgente e profondo.
Ma il culmine della profondità di questo "Ultimo diario" è sicuramente raggiunto nelle tavole finali, soprattutto quando Topolino si guarda intorno insieme a Pippo per scoprire qualcosa di molto umano e "terreno" riguardo al suo avo inglese e le fronde e i rami degli alberi sembrano fargli strada e quasi accompagnarlo verso la sua meta.
Non nascondo che queste scene in particolare, che costituiscono una chiusura ideale del cerchio che si era aperto proprio con lo "Spirito di Piguazul" ad inizio albo, mi abbiano davvero toccato a livello emotivo, facendomi sentire la storia e il racconto come qualcosa di vivido e reale.
In conclusione, quando leggo volumi di questo tipo, mi sento solo di dire grazie a chi ha lavorato per la pubblicazione di questo albo e, soprattutto a Pezzin (e all'ottimo Cesarello) per aver confezionato un fumetto così bello e significativo.