Una domanda, forse ingenua, per un non esperto di leggi dei viaggi temporali: quest'ultimo effettuato da John Quackett avrà delle ripercussioni sulla sua vita, una volta tornato nel suo presente? Che, considerando in questa storia la citazione della crisi del '29 e l'abbandono già avvenuto di Villa Rosa e, forse, di Paperopoli, dovrebbe coincidere con gli anni '30 (vista l'età ancor giovane del Lord). Perderà memoria di tutti i giochini fatti per favorire Paperino come suo erede futuro o, mantenendola, vivrà gli stessi anni '30 e quelli che seguiranno già sapendo cosa accadrà qualche decennio dopo?
E se sulla linea regolare del tempo si arrivasse al 1969 (anno più generico che reale nella saga di Paperinik, non così 'storicizzata' come quella di Fantomius), un ipotetico anziano John Quackett, qualora si aggirasse anche casualmente dalle parti della sua vecchia magione (magari avendo perso memoria del vecchio blitz che abbiamo appena letto), rischierebbe di incontrare se stesso proveniente dal passato?
I viaggi nel tempo sono sempre problematici, a meno che non siano dei loop (cioè, a meno che il viaggio non si ripeta all'infinito in una linea temporale chiusa).
Uno dei maggiori problemi del viaggio nel tempo è la violazione del principio di conservazione dell'energia: se, ipoteticamente, ci si potesse spostare liberamente nel tempo, nel presente "si scomparirebbe" (verrebbe a mancare dell'energia) e nel punto di arrivo si creerebbe dal nulla nuova materia ed energia. Non solo: un viaggiatore cosciente potrebbe manipolare questa cosa per creare, virtualmente, quantità illimitate di energia dal nulla.
Esempio: Ho un candelabro. Due minuti dopo, torno indietro nel passato con il candelabro. Ora ho due candelabri. Due minuti dopo, torno indietro nel passato con due candelabri. Ora ho quattro candelabri. Due minuti dopo, torno indietro nel passato con quattro candelabri, e così via...
Un altro problema dei viaggi nel tempo riguarda la natura stessa del concetto di tempo: viaggiare nel passato vorrebbe dire, innanzi tutto, che questo passato deve esistere in qualche forma (altrimenti non potrei viaggiarci). Ma de facto il passato non esiste più. O meglio, esiste sotto forma di presente. Quindi, a meno che la macchina del tempo non faccia regredire tutta la linea di universo (cosa alquanto surreale), non ci sarebbe più nessun passato dove viaggiare.
In realtà la fisica attuale tende a fare a meno del concetto di tempo in alcuni ambiti. Teorie come la gravità quantistica a loop non hanno la variabile temporale nelle loro equazioni. Ciò che conta è solo la relazione tra il movimento delle parti. Infondo, noi esseri umani non misuriamo mai direttamente "il tempo". Osserviamo i fenomeni ripetersi con una certa regolarità, e confrontando fra di loro il moto di un pendolo e un qualunque altro movimento diciamo che è trascorso del tempo. Contando poi quante oscillazioni ha fatto il pendolo (o la lancetta) diciamo quanto tempo è passato. Sempre il confronto tra due moti è. Ma queste riflessioni erano già comuni tra i filosofi greci e lo stesso Aristotele.
Quindi, posto che il tempo è una caratteristica emergente della natura (così come la temperatura è in realtà il moto delle particelle di un corpo), in realtà il tempo "non esiste": non esiste una pellicola dove sono impressi i fenomeni secondo per secondo. I fenomeni, nel loro incessante mutare, "creano" l'illusione del tempo. Insomma, una macchina del tempo è illusione per il semplice fatto che "il tempo" non esiste realmente. E, per ovvi motivi, non si può viaggiare in qualcosa che non esiste.
Tra l'altro, un problema minore (ma comunque da considerare) è che una macchina del tempo dovrebbe anche viaggiare nello spazio. La Terra si muove di continuo, insieme al Sistema Solare, la Via Lattea, il gruppo locale e il super ammasso locale. Ogni secondo la nostra posizione nello spazio varia di decine di migliaia di chilometri. Senza un accurato calcolo dello spostamento complessivo di tutte queste masse (praticamente impossibile) un viaggiatore temporale rischierebbe di ritrovarsi nel vuoto o, peggio, compenetrato in un altro corpo (forse il nucleo di una stella, morendo carbonizzato all'istante). Generalmente nella fantascienza si tende a ignorare questo problema, ma è di importanza cruciale.
Aggiungo che, logicamente parlando, un viaggiatore temporale non potrebbe mai vedere il suo futuro. Perché nel presente, appena lui parte per il futuro, "scompare". Quindi l'unico futuro che un viaggiatore spazio-temporale potrebbe mai vedere e un futuro senza di lui. Fantomius, appena partito, non può incontrare il se stesso da anziano. Quindi il paradosso dei doppioni che s'incontrano non sussiste dal passato al futuro.
Spero di aver soddisfatto la tua curiosità