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Dittatura politicamente corretta?

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Sergio di Rio
Diabolico Vendicatore
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PolliceSu
    Re: Dittatura politicamente corretta?
    Risposta #15: Mercoledì 2 Apr 2014, 11:43:58
    Mi chiedo quanti di coloro che stanno esaltando la liberta' di opinione negli Stati Uniti, contrapposta alle censure che imperano in Europa, si rendano conto che il concetto stesso di "politically correct" (e molte delle applicazioni che ho sentito piu' vituperare su questo forum) l'abbiamo sostanzialmente importato da la'. Per quanto ne so (che, ammetto, non e' molto: non ho mai fatto ricerche serie in proposito e non posso escludere che le nozioni che mi son formato includano molte cavolate), per esempio, l'attenzione maniacale a eliminare dal linguaggio qualsiasi potenziale residuo di opinioni oggi "poco corrette" e' un frutto dei movimenti per i diritti civili degli anni '60 in Nordamerica.

    Questo è vero, la political correctness nasce da un movimento di "intellettuali" (si fa per dire) americani, forse fin dagli anni '30. La differenza però, è che, anche se si fanno idiozie clamorose, anche se i media cercano in tutti i modi correggere tutto, con esiti spesso grotteschi, perlomeno queste cose non hanno valore di legge, e non limitano la libertà di opinione. Chi contravviene ai principi demenziali della PC viene guardato male, ma almeno non rischia un processo.

    @Pandrea :
    Citazione
    Ummm... leggermente diverso. In USA (o anche in Francia) il Presidente è anche il capo dell'esecutivo, del governo. Pertanto attua scelte politiche, viene eletto da parte dei cittadini contro un altro candidato votato da un'altra parte dei cittadini, è diverso. Criticarlo equivale da noi a criticare il Presidente del Consiglio e difatti mi pare non manchino le critiche a Renzi.

    Veramente non è così : nelle repubbliche presidenziali il Presidente è capo sia del governo che dello Stato. In realtà quindi, Obama unisce le funzioni di quelli che in Italia sono Napolitano e Renzi. E' sempre lui che rappresenta tutto il paese e la Costituzione, oltre a fare scelte politiche e quindi dovrebbe essere superprotetto dalle critiche...e invece no.

    In un paese libero come gli USA, non esiste la lesa maestà. In Italia, anche se non ufficialmente, si.
    Obama ha molto più potere di un Napolitano nel suo paese, ma è criticabile anche ferocemente. Come è giusto che sia : siamo noi l'anomalia.

    In Francia in teoria esiste anche un premier sotto Hollande, che però non si fila nessuno (per dire, è stato cambiato in questi giorni, ma credo che pochi saprebbero indicare il nome di quello attuale e di quello che c'era prima).

    Oppure, per restare ad un paese più simile al nostro, in Germania c'è un presidente sopra la Merkel, anche se conta poco. Bene, qualche tempo fa, il presidente della Repubblica Federale Tedesca, che pure rappresenta tutto il paese, è stato costretto a dimettersi per essersi lasciato scappare che il suo paese era andato in Iraq per ragioni economiche. Frase indifendibile, e infatti nessuno lo ha difeso.
    In Italia, il suo equivalente ha detto di peggio ma è li da un paio di secoli e ha una specie di scudo spaziale politico-giornalistico.
    « Ultima modifica: Mercoledì 2 Apr 2014, 11:49:57 da Sergio_di_Rio »

      Re: Dittatura politicamente corretta?
      Risposta #16: Mercoledì 2 Apr 2014, 11:51:08

      Nelle repubbliche parlamentari il Capo dello Stato
       non attua scelte politiche, non è stato scelto da parte dei cittadini 'contro' un'altra parte dei cittadini, in teoria egli è la rappresentazione dell'intera Repubblica e della Costituzione

       scelto dai rappresentanti dei cittadini in comune accordo, superpartes e al di sopra delle lotte politiche.

      TUTTO il resto del tuo post è puro Vangelo, come direbbe Kit Carson. Ma la parte che ho quotato, specie la seconda, consentimelo pure, è una barzelletta. Così è come IN TEORIA dovrebbe essere, ma IN PRATICA non è mai così. E non lo è stato di certo nemmeno con Napolitano.

      Ha ragione pure ML-IHJCM, quando dice che l'assurdità del politicamente corretto è stata importata dagli Stati Uniti, che al tempo stesso, sono però per davvero il paese dove, per adesso, c'è ancora la maggior libertà di opinione. In pratica, negli Stati Uniti sono presenti due forze che più contrastanti fra loro, non si potrebbe. Ma quella delle due che sta venendo maggiormente importata in Europa, è il politicamente corretto, perché si adagia con più facilità su quelle che sono le tradizioni nostrane, purtroppo. Viceversa, sarebbe utile importare quell'aspetto dell'America che ci manca, ovvero il rispetto assoluto (o quasi) della libertà di opinione. Non credo che essere comunisti in America fosse un reato, penso negli anni '20 organizzazioni comuniste ce ne fossero, vero è che a tale libertà non veniva permesso DI FATTO di essere esercitata. Negli anni '70 fu proprio Napolitano a fare il primo viaggio di un comunista italiano a Washington, e gli ci volle il visto, ma penso appunto perché straniero.

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      tang laoya
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        Re: Dittatura politicamente corretta?
        Risposta #17: Mercoledì 2 Apr 2014, 11:53:36
        Aggiungerei anche che si tende a sconfessare il ruolo cardine del logos nella storia dell'uomo come motore da cui procedono le azioni, da cui discorre il movimento (ne ammazza più la penna che la spada, Gorgia e la sua apologia di Elena, Verbum caro factum est, il Mein Kampf...)
        Sara' che il sottoscritto non crede alla democrazia come un meccanismo perfetto e utopistico in cui tutti i meccanismi risuonino all'unisono una volta messi in moto, ma ritengo che fra le varie opere di continua accordatura e modulazione cui va soggetto, non poco peso debba avere anche un'attenta opera di sorveglianza su eventuali deviazioni che potrebbero perdere il controllo, non sento certo la mancanza della "roba per pochi pazzoidi". Uno stato avra' poi da fare i conti con i proclami di Al-Qaida, un altro con nostalgici nazisti, un altro con lo spettro del proprio passato di violenza comunista; non credo funzioni diversamente a livello individuale, ognuno ha i propri diversi vissuti da accrescere o da tenere a bada per fortificarsi nella propria crescita umana.

        Per quanto riguarda il commento sulla differenza di ruoli fra Obama e Napolitano, credo Pandrea intendesse proprio dire che il lato esecutivo dell'incarico del presidente americano lo rende ovviamente più soggetto a critiche sul proprio operato; sulla carta il presidente italiano non dovrebbe avere un simile mandato, ed e' in effetti nei casi in cui si interpreta un superamento dell'incarico rappresentativo in incarico esecutivo che subentrano le critiche del caso.
        « Ultima modifica: Mercoledì 2 Apr 2014, 11:55:14 da tang_laoya »
        Mi avevano dato le mappe del percorso, ma nessuna idea circa i bizzarri paesaggi che avremmo attraversato durante lunghi mesi. - Per Nettuno Capitano! Con questa luna di sghimbescio gli sgombri cremisi fluttuano flessi!

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        Aoimoku
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          Re: Dittatura politicamente corretta?
          Risposta #18: Mercoledì 2 Apr 2014, 11:57:19

          TUTTO il resto del tuo post è puro Vangelo, come direbbe Kit Carson. Ma la parte che ho quotato, specie la seconda, consentimelo pure, è una barzelletta. Così è come IN TEORIA dovrebbe essere, ma IN PRATICA non è mai così. E non lo è stato di certo nemmeno con Napolitano.
          "Tutto ciò è pura speculazione teorica, aldilà dell'attivismo di Napolitano che pure io condanno aspramente, specie nel secondo settennato." Scritto sotto la parte 'barzelletta'  ;)


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          Cornelius
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            Re: Dittatura politicamente corretta?
            Risposta #19: Mercoledì 2 Apr 2014, 12:18:01

            Ripeto, se l'America avesse vissuto sulla sua pelle ciò che l'Europa ha vissuto fra gli anni '30 e il 1945 anche lì sarebbero sorte particolari leggi contro chi causò immani disastri e contro chi oggi ne vorrebbe prendere l'eredità politica.
            Nel Dopoguerra in America, contro il pericolo comunista, imperversò il maccartismo che tanti intellettuali, registi, scrittori, politici, giornalisti e semplici cittadini perseguitò, con condanne dure finanche alla pena di morte (per spionaggi o semplici collaborazioni non sempre comprovati, se non solo per le idee).
            E dopo l'11 settembre le stesse categorie di persone non anti-islamiche o addirittura 'pro' (il che non vuol dire che non condannassero l'attentato delle Torri) come sono state trattate? Se non isolate legalmente, lo sono state con i fatti per almeno un decennio (fino all'arrivo del 'pacifista' Obama). Ma posso comprendere ciò: lo shock degli oltre 3.000 morti in piena NYC avvenuto in quel modo orrendo e 'spettacolare' al tempo stesso (mi si passi il termine), non poteva non avere quelle conseguenze.
            Come scriveva ML, non so quanto i partiti comunisti o islamici possano avere legalità negli USA.
            « Ultima modifica: Mercoledì 2 Apr 2014, 12:30:09 da leo_63 »

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              Risposta #20: Mercoledì 2 Apr 2014, 12:40:03
              Ripeto, se l'America avesse vissuto sulla sua pelle ciò che l'Europa ha vissuto fra gli anni '30 e il 1945 anche lì sarebbero sorte particolari leggi contro chi causò immani disastri e contro chi oggi ne vorrebbe prendere l'eredità politica.
              Nel Dopoguerra in America, contro il pericolo comunista, imperversò il maccartismo che tanti intellettuali, registi, scrittori, politici e semplici cittadini perseguitò, con condanne dure finanche alla pena di morte (per spionaggi o semplici collaborazioni non sempre comprovati, se non solo per le idee).
              E dopo l'11 settembre le stesse categorie di persone non anti-islamiche o addirittura 'pro' (il che non vuol dire che non condannassero l'attentato delle Torri) come sono state trattate? Se non isolate legalmente, lo sono state con i fatti per almeno un decennio (fino all'arrivo del 'pacifista' Obama). Ma posso comprendere ciò: lo shock degli oltre 3.000 morti in piena NYC avvenuto in quel modo orrendo e 'spettacolare' al tempo stesso (mi si passi il termine), non poteva non avere quelle conseguenze.
              Come scriveva ML, non so quanto i partiti comunisti o islamici possano avere legalità negli USA.

              No, non le avrebbero fatte comunque, perchè sono un paese che alla libertà di opinione ci crede davvero.
              Ma non è accettabile questa idea. Gli USA hanno subito una pesante guerra civile e una discriminazione razziale effettiva fino a mezzo secolo fa...ma non esistono leggi in merito. Il razzismo è ovviamente punito come azione, non come pensiero. E alla guerra mondiale hanno partecipato anche loro...anche se non hanno avuto danni diretti sul territorio, a parte Pearl Harbour, hanno comunque perso migliaia e migliaia di soldati.

              E non è vero che non si può essere comunisti. Esiste un partito comunista negli USA, ma è ovviamente microscopico, come del resto tutti gli altri partitucoli, anche quelli nazisti, in confronto ai due grandi partiti principali.
              Così come si può essere musulmani, prima, dopo e durante l'11 settembre.

              Che poi il governo abbia cercato di osteggiare in tutti i modi l'ideologia comunsita, ai tempi del maccartismo, e in maniera più lieve, anche oggi, non vuol dire niente : era una questione allora ritenuta di sicurezza nazionale, paranoica e ossessiva quanto si vuole, ma non c'entrava niente con la libertà di pensiero.
              Gli USA hanno fatto dell'anticomunismo una bandiera, hanno cercato di impedire in tutti i modi la diffusione di quell'ideologia perchè, essendo quella ufficiale del loro nemico mortale, la si riteneva pericolosa. E per molti lo è ancora oggi. Molti comunisti americani, sono stati condannati, innocenti o colpevoli che fossero, perchè ritenuti spie di una potenza straniera, non per un'opinione espressa.
              Per la cronaca, il 99 % del mondo non sa neanche che esiste, come tutti i partiti che non siano Democratico o Repubblicano : http://en.wikipedia.org/wiki/Communist_Party_USA

              Il governo americano non approva il comunismo, così come non approva il nazismo, il razzismo, l'omofobia e via dicendo, cioè tutte idee che ritiene contrare ai valori "americani"...ma non impedisce alle persone di esserlo. Non manda in galera qualcuno perchè esprime un'opinione non conforme.
              E' questa la fondamentale differenza che molti sembrano non comprendere.
              « Ultima modifica: Mercoledì 2 Apr 2014, 12:46:24 da Sergio_di_Rio »

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                Re: Dittatura politicamente corretta?
                Risposta #21: Mercoledì 2 Apr 2014, 12:44:48
                Ripeto, se l'America avesse vissuto sulla sua pelle ciò che l'Europa ha vissuto fra gli anni '30 e il 1945 anche lì sarebbero sorte particolari leggi contro chi causò immani disastri e contro chi oggi ne vorrebbe prendere l'eredità politica.
                Nel Dopoguerra in America, contro il pericolo comunista, imperversò il maccartismo che tanti intellettuali, registi, scrittori, politici e semplici cittadini perseguitò, con condanne dure finanche alla pena di morte (per spionaggi non sempre comprovati).
                E dopo l'11 settembre le stesse categorie di persone non anti-islamiche o addirittura 'pro' (il che non vuol dire che non condannassero l'attentato delle Torri) come sono state trattate?
                Come scriveva ML, non so quanto i partiti comunisti o islamici possano avere legalità negli USA.
                Il Partito Comunista d'America, a parte brevi periodi di clandestinità autoimposta, è ancora attivo e perfettamente legale. Non so di partiti islamici, ma sarebbero anche quelli legali.

                Gli Stati Uniti hanno avuto i loro periodi di persecuzione, ma la differenza fondamentale è che non hanno MAI condannato esplicitamente il pensare o il sostenere un'idea. Si ricorreva ad accuse pretestuose di FATTI: Sacco&Vanzetti e i coniungi Rosenberg furono accusati di omicidio e spionaggio, non di essere anarchici o comunisti.

                Invece in Europa vi sono leggi che condannano direttamente il pensiero e la parola e ne stanno venendo proposte di sempre più oppressive ed estese.
                « Ultima modifica: Mercoledì 2 Apr 2014, 12:45:48 da Pandrea »

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                  Re: Dittatura politicamente corretta?
                  Risposta #22: Mercoledì 2 Apr 2014, 12:56:03

                  Gli Stati Uniti hanno avuto i loro periodi di persecuzione, ma la differenza fondamentale è che non hanno MAI condannato esplicitamente il pensare o il sostenere un'idea. Si ricorreva ad accuse pretestuose di FATTI: Sacco&Vanzetti e i coniungi Rosenberg furono accusati di omicidio e spionaggio, non di essere anarchici o comunisti.

                  Invece in Europa vi sono leggi che condannano direttamente il pensiero e la parola e ne stanno venendo proposte di sempre più oppressive ed estese.

                  E' esattamente questo che molti non capiscono. E infatti basta guardare cosa diceva il controverso Communist Control Act, una roba di 60 anni fa :

                  http://en.wikipedia.org/wiki/Communist_Control_Act_of_1954

                  Cito :  In its second section, the CCA of 1954 portrayed the American Communist Party as an “agency of a hostile foreign power.”[2] The Party was described as “an instrumentality of a conspiracy to overthrow the government,” and as a “clear, present, and continuing danger to the security of the United States.

                  Insomma, per quanto fosse eccessiva la cosa, si trattava di un problema di sicurezza nazionale, in quanto si riteneva che il partito potesse sostenere segretamente l'URSS e tentare di rovesciare il governo americano.
                  Ma non c'è nessun intento moraleggiante, nessun tentativo di "rieducare" o di indicare la retta via. Nessun odioso paternalismo, nessuna pretesa di stabilire per legge quale idea è sbagliata, come si fa purtroppo da noi.

                  E infatti, in seguito l'atto è stato dichiarato incostituzionale, e comunque, non è mai stato applicato.
                  E infatti, il CPUSA formalmente non è mai stato fuorilegge, ed è sempre esistito ed esiste ancora oggi, per quanto estremamente piccolo e con un peso politico pari a zero.

                  *

                  tang laoya
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                    Re: Dittatura politicamente corretta?
                    Risposta #23: Mercoledì 2 Apr 2014, 13:37:27
                    E' esattamente questo che molti non capiscono.

                    E' questa la fondamentale differenza che molti sembrano non comprendere.


                    Sicuramente sbaglio, ma a me pare che in questa, come praticamente in tutte le ultime discussioni di carattere socio/etico/morale sostenute in questa sezione del forum, l'intento e il tono pedagogici arrivino sempre dalla parte che più si affanna a proclamare l'assoluta liberta' di dire tutto cio' che passa per la testa, pure se pericoloso o anche solo doloroso. Insomma libertà' ai neonazisti a invocare nuovi forni, ma si tacciano gli sciocchini che si ostinano "a non capire".
                    Mi avevano dato le mappe del percorso, ma nessuna idea circa i bizzarri paesaggi che avremmo attraversato durante lunghi mesi. - Per Nettuno Capitano! Con questa luna di sghimbescio gli sgombri cremisi fluttuano flessi!

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                      Re: Dittatura politicamente corretta?
                      Risposta #24: Mercoledì 2 Apr 2014, 15:41:38
                      Quando ho letto "pornostar femministe" stavo per scrosciarmi dalle risate.

                      [mod.regiudizio/on] Comunque, non è vero che in Germania è vietato il nazismo, sono quasi tutti nazisti [mod. Pregiudizio/off]

                      Io sono d'accordo con gli Stati Uniti, si possono vietare le manifestazioni, ma non si possono controllare i pensieri. Siamo la Stasi ? O il Grande Fratello (di Orwell) ?

                      Come direbbe la mia professoressa: Rispettate tutte le correnti di pensiero, tranne i leghisti che sono persone che non hanno studiato la storia  [smiley=grin.gif]
                      Vieni a seguirci, se ce la fai
                      Su vieni con noi, nell'House of Mouse

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                        Re: Dittatura politicamente corretta?
                        Risposta #25: Mercoledì 2 Apr 2014, 16:02:37

                        Sicuramente sbaglio, ma a me pare che in questa, come praticamente in tutte le ultime discussioni di carattere socio/etico/morale sostenute in questa sezione del forum, l'intento e il tono pedagogici arrivino sempre dalla parte che più si affanna a proclamare l'assoluta liberta' di dire tutto cio' che passa per la testa, pure se pericoloso o anche solo doloroso. Insomma libertà' ai neonazisti a invocare nuovi forni, ma si tacciano gli sciocchini che si ostinano "a non capire".

                        Il punto è : come fai a stabilire cosa è "pericoloso" e "doloroso"? A chi spetta decidere quale idea lo è? E in base a quale criterio?
                        E' una questione troppo soggettiva, troppo vaga...e allora l'unico modo è non vietare nessuna idea, come fanno oltreoceano.

                        E non si tratta di dar libertà ai neonazisti, perchè pure se gli impedisci di parlare in pubblico, quelli restano neonazisti lo stesso. E un nazi-skin in galera senza aver commesso un reato che non sia di opinione, ha gioco facile nell'apparire come un martire del libero pensiero.

                        Certe idee malsane si combattono con la cultura, con la verità, non col codice penale. Non funziona, e non funzionerà mai.
                        Esperienza personale : l'ultimo anno di scuola ci portarono in gita in Germania. Nella scuola c'erano alcuni nazi-skin o qualcosa del genere, alcuni, non si sa bene dove l'avevano letto, negavano l'Olocausto. Sulla strada del ritorno, ci fecero visitare Dachau.
                        E le velleità naziste dei tizi improvvisamente si spensero. Se ci fosse stata una legge che gli impediva di parlare, avrebbero detto : "E' un complotto demo-pluto-giudaico-massonico, è una congiura del silenzio, ci vogliono chiudere la bocca perchè sappiamo la verità". E al mondo ci sarebbe qualche nazista in più.
                        E' bastata invece una presa visione della realtà, in quello che non era neanche fra i campi peggiori, perchè certe idee vacillassero o sparissero.

                        Magari è una cosa da poco, e c'è gente che non cambia idea neanche di fronte all'evidenza...ma di certo non la cambia neanche per legge.

                        Confermo quanto detto : ci sono idee aberranti, ma mandare qualcuno in galera perchè le sostiene, è altrettanto aberrante.
                        E questo che secondo me crea confusione, il ritenere che i propri principi morali (che tutti abbiamo, del resto) debbano essere obbligatori per tutti. Un conto è cercare di convincere qualcuno che si sbaglia e che dovrebbe pensarla diversamente, un conto è obbligarlo.

                        L'imposizione di un pensiero, la percezione di cosa è male, per legge, semplicemente, non è possibile in democrazia.

                        *

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                          Re: Dittatura politicamente corretta?
                          Risposta #26: Mercoledì 2 Apr 2014, 16:35:23
                          Condivido molto di più questi tuoi toni più moderati e dubitativi, più vicini alla mia sensibilità. Mi permetto solo di aggiungere un'ultima cosa e poi mi fermo, perché se c e una cosa peggiore dell'offendere i propri interlocutori è quella di annoiarli e ho già chiarito il mio poco interessante punto di vista a sufficienza: non capisco la necessità di sollevare la questione di una imminente castrazione della libertà di opinione in un topic che si chiama matrimonio gay, in un altro che si intitola al rapporto fra generi, in un terzo dedicato alla censura in casa Disney e ora in questo sulla dittatura del perbenismo. Forse perché manco dall Italia da parecchio tempo nn mi reso conto di questa incombente catastrofe del libero pensiero, ma da questo lontano osservatorio mi pare che in tv, sui giornali, in internet, passi di tutto, compresi peti e rutti del pensiero, sfanculate della mente, inni al razzismo, sbertucciamenti al frocio e trollate ultra religiose. Mi verrebbe anche da dire, ma forse pure qui sbaglio, che sono più i gay ridicolizzati per strada rispetto a liberi pensatori che giacciono nelle patrie galere e ci sono più ebrei ingiuriati che martiri neonazisti al confino. Quindi se capisco che possa rappresentare un punto di vista importante per qualcuno, come per me ve ne sono altri, non capisco tuttavia questo allarmismo e questa indefessa reiterazione di una questione decisamente molto più teorica che pratica.
                          Pace e bene! :)
                          « Ultima modifica: Mercoledì 2 Apr 2014, 16:38:10 da tang_laoya »
                          Mi avevano dato le mappe del percorso, ma nessuna idea circa i bizzarri paesaggi che avremmo attraversato durante lunghi mesi. - Per Nettuno Capitano! Con questa luna di sghimbescio gli sgombri cremisi fluttuano flessi!

                            Re: Dittatura politicamente corretta?
                            Risposta #27: Giovedì 3 Apr 2014, 00:49:43
                            E' esattamente questo che molti non capiscono.

                            E' questa la fondamentale differenza che molti sembrano non comprendere.


                            Sicuramente sbaglio, ma a me pare che in questa, come praticamente in tutte le ultime discussioni di carattere socio/etico/morale sostenute in questa sezione del forum, l'intento e il tono pedagogici arrivino sempre dalla parte che più si affanna a proclamare l'assoluta liberta' di dire tutto cio' che passa per la testa, pure se pericoloso o anche solo doloroso. Insomma libertà' ai neonazisti a invocare nuovi forni, ma si tacciano gli sciocchini che si ostinano "a non capire".

                            Sai, Tang, la differenza fondamentale è che tra dare dello "sciocchino che non capisce" a qualcuno, e sbatterlo in galera perchè non la pensa come te, c'è differenza. Se ritieni che la prima cosa sia più grave, liberissimo. Ma io sono libero di non essere d'accordo.

                            Mi ricollego anche al tuo post successivo
                            Citazione
                            Forse perché manco dall Italia da parecchio tempo nn mi reso conto di questa incombente catastrofe del libero pensiero, ma da questo lontano osservatorio mi pare che in tv, sui giornali, in internet, passi di tutto, compresi peti e rutti del pensiero, sfanculate della mente, inni al razzismo, sbertucciamenti al frocio e trollate ultra religiose. Mi verrebbe anche da dire, ma forse pure qui sbaglio, che sono più i gay ridicolizzati per strada rispetto a liberi pensatori che giacciono nelle patrie galere e ci sono più ebrei ingiuriati che martiri neonazisti al confino

                            dal quale mi piacerebbe capire, dall'estero, che Tv italiana guardi (non che meriti molto di essere guardata, in generale).

                            Il punto che qui si vuole sottolineare è che non si può stabilire per legge cosa SI POSSA e cosa NON SI POSSA pensare, perchè comunque, occorrerebbe che qualcuno (chi? scelto in base a quale criterio? od autonominatosi?) decidesse, in maniera IN TEORIA condivisa da tutti, quali pensieri permettere, e quali no. E non è il genere di cose che finiscono bene. Non è nemmeno il genere di cose sulle quali ci si limita a vietare "solo le cose che tutti consideriamo sbagliate" (come appunto il nazismo). Si comincia sempre con quelle, e poi si finisce col vietarne altre, che sono sfacciatamente di parte, CON LA SCUSA che sono tanto dannose quanto le precedenti, anche se non è vero. Che ciò derivi dall'incapacità della gente di dare il giusto peso alle cose, è indubbio. Ma è proprio una buona ragione per non cominciare.

                            E ci tengo a sottolineare che l'esempio del nazismo è un esempio estremo, fatto appunto perchè è qualcosa contro cui siamo tutti. Ma l'idea è quella: se cominciamo a dire: "questo va bene vietarlo", poi non ci si ferma più. Ecco perché, per paradosso si dice che non si dovrebbe vietare nemmeno il pensiero nazista, appunto perchè è il concetto portato agli estremi.

                            E sullo sbattere la gente in galera per reati d'opinione (proprio come facevano i nazisti, mi vien da sottolineare), mi sono espresso nell'altra discussione, quando Fa.Gian. proponeva i centri rieducativi per chi non condivideva certe idee. Poi sono uscito dalla discussione, come forse hai fatto tu ora, che non leggerai il mio lunghissimo post ;D, ma quello è il genere di cose su cui preferisco preoccuparmene prima, che pentirmene dopo.

                            @Lucandrea Oops, non l'avevo proprio letto :-[

                            @Cornelius Coot Sai, Cornelius, tutto il tuo discorso su quale ideologia sia giusto vietare in quale paese, non mi trova d'accordo. Anzi, lo trovo un po' allucinante, a dire il vero. In Italia abbiamo avuto il fascismo, ed il fascismo è vietato, in Polonia il comunismo, ed il comunismo è vietato. Ma se un'ideologia è sbagliata e pericolosa, lo è ugualmente dappertutto. Se avessimo avuto la dittatura comunista noi, probabilmente sarebbe fuorilegge il comunismo. Così come non credo che dei nazi skin polacchi sarebbero automaticamente "buoni" in quanto polacchi, se intendi il mio paradosso. Non può essere giusto vietare un'ideologia solo nel paese dove ha preso piede, e dovunque altro nel mondo lasciarla libera. Se è negativa, è negativa. Se non lo è, non lo è. Oppure si può decidere di non vietare le ideologie in quanto tali, ma le loro eventuali manifestazioni illiberali o criminose, all'atto pratico. Il che, secondo me, sarebbe più sensato.

                            *

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                              Re: Dittatura politicamente corretta?
                              Risposta #28: Giovedì 3 Apr 2014, 01:27:48
                              @Cornelius Coot Sai, Cornelius, tutto il tuo discorso su quale ideologia sia giusto vietare in quale paese, non mi trova d'accordo. Anzi, lo trovo un po' allucinante, a dire il vero. In Italia abbiamo avuto il fascismo, ed il fascismo è vietato, in Polonia il comunismo, ed il comunismo è vietato. Ma se un'ideologia è sbagliata e pericolosa, lo è ugualmente dappertutto. Se avessimo avuto la dittatura comunista noi, probabilmente sarebbe fuorilegge il comunismo. Così come non credo che dei nazi skin polacchi sarebbero automaticamente "buoni" in quanto polacchi, se intendi il mio paradosso. Non può essere giusto vietare un'ideologia solo nel paese dove ha preso piede, e dovunque altro nel mondo lasciarla libera. Se è negativa, è negativa. Se non lo è, non lo è. Oppure si può decidere di non vietare le ideologie in quanto tali, ma le loro eventuali manifestazioni illiberali o criminose, all'atto pratico. Il che, secondo me, sarebbe più sensato.

                              Se in un paese una certa ideologia ha preso piede per un lungo periodo provocando danni, è normale che in quel paese, che non cambia da un giorno all'altro per magia, si facciano leggi o si prendano decisioni che limitino la possibilità che tutto ciò si riproponga.
                              Un pericolo di 'rinascita fascista' era (e forse è) più probabile da noi, visti i trascorsi, che in Canada o in Australia. Fascisti sono stati molti dei nostri nonni, bisnonni e trisavoli che con il loro silenzio-assenso permisero la promulgazione delle leggi anti-ebraiche oltre che entusiasmarsi per le guerre d'Etiopia e di Spagna fino al conflitto mondiale: cambiarono idea (i più) quando le bombe angloamericane cominciarono a piovere sulle nostre città.

                              In Italia non abbiamo mai avuto una dura dittatura comunista, anzi, da noi c'è stato il cosidetto modello di 'comunismo buono' imperante nelle regioni rosse del Centro, favorito anche da una cornice nazionale di democrazia liberale occidentale entro la quale si è potuto espandere e progredire in anni passati e, sotto forme diverse, anche nel presente.

                              Questa è la nostra storia e, per quanto il comunismo sovietico abbia prodotto crimini e tragedie paragonabili per certi versi a quelle del nazifascismo, da noi è quest'ultimo che si è vissuto quotidianamente, portato inizialmente in tripudio e solo alla fine ripudiato.
                              E' naturale che i nostri governanti democratici post fascisti si siano preoccupati di questa pesante eredità che non è certo sparita per miracolo nel 1945, visto anche il gran numero di 'nostalgici' sia del regime che della monarchia collusa.
                              Non potevano contemporaneamente legiferare contro rinascite 'bolsceviche' i cui grandi crimini erano stati compiuti in paesi diversi dal nostro.
                              Il tuo ragionamento è giusto in teoria ma, nella pratica, ogni nazione deve fare i conti con il proprio vissuto: inutile sorprenderci di ciò.
                              « Ultima modifica: Giovedì 3 Apr 2014, 01:34:50 da leo_63 »

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                                Re: Dittatura politicamente corretta?
                                Risposta #29: Giovedì 3 Apr 2014, 01:46:17
                                Donald, senza intento polemico: mi dici dove sta succedendo tutto questo? mi dici in quali casi il libero pensiero (che non sia inno alla violenza pura e semplice o al terrorismo) risulta castrato? Potrei dirlo della Cina dove vivo, potrei immaginarlo della Russia su cui leggo molto, ma dove, in quale contesto, in quale strato sociale della vita italiana questo impedimento della libertà' di opinione assurge a dramma incombente?
                                Ps: mi chiedi che tv io guardi: qualsiasi talk show ricopre i più disparati punti di vista da si euro/ no euro, +mignotte/-mignotte, accogliamo gli immigrati/ributtiamoli in mare, si al matrimonio gay/no mina la famiglia/no è innaturale, crocifisso si/crocifisso no....internet non è assolutamente censurato tanto è vero che pure in un sito come il papersera penso siamo liberissimi di esprimere le più diverse sensibilità non solo su fumetti ma anche su discorsi etici o sociologici; vedo in parlamento persone pittate di nero come sfottò o aggirarsi con aringhe in mano, risse, una ministra del precedente governo definita orango..l'urgenza che mi preme maggiormente in questo momento storico onestamente non è quella di ampliare ulteriormente il ventaglio folcloristico di espressioni da garantire ai "pochi pazzoidi" di cui parlava Sergio, ma piuttosto quella di edificare forme di pensiero più costruttive. E se non si può definire oggettivamente che cosa sia costruttivo, beh perlomeno iniziamo a discuterne!

                                @Cornelius, noi stiamo facendo un discorso pratico basato sulla nostra osservazione di come a noi paia che siano le società, Donald e Sergio mi sembra sviluppino un piano più' teorico di come secondo loro dovrebbe essere una società'. Diverse metodologie, difficile potersi incontrare nel mezzo.
                                « Ultima modifica: Giovedì 3 Apr 2014, 02:46:57 da tang_laoya »
                                Mi avevano dato le mappe del percorso, ma nessuna idea circa i bizzarri paesaggi che avremmo attraversato durante lunghi mesi. - Per Nettuno Capitano! Con questa luna di sghimbescio gli sgombri cremisi fluttuano flessi!

                                 

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