Un breve commento sulla saga di Bruno Enna con i nipotini: secondo me promette bene. La prima puntata mi è piaciuta, l’ho trovata divertente e anche realistica su certe dinamiche che possono venire a crearsi nelle famiglie tra adulti e (pre) adolescenti. In particolare mi è sembrata molto azzeccata l’immagine di Qua con sempre indosso le cuffione, a creare distacco dal mondo circostante, che, almeno all'inizio, suscita forte irritazione in Paperino: non è difficile rivedervisi! Queste diverse sfaccettature di caratteri e passioni dei nipotini hanno un ottimo potenziale: staremo a vedere come evolveranno le situazioni, di sicuro in questa prima parte l’autore è riuscito a mettermi parecchia curiosità.
Invece devo dire che non sto apprezzando granché l’altra saga dedicata ai ragazzi in crescita, “Young Donald Duck”, a parer mio troppo stereotipata e forzatamente “giovanilistica”: un tipico prodotto “americano”, nel senso negativo, vuoto e superficiale del termine. E dire che la prima puntata non mi era dispiaciuta... Ma probabilmente sono io ad avere un’età fuori target!
Non so, poi, se sia il caso di riproporre Reginella come nella storia di questo numero. Capisco che gli autori si ritrovino con la necessità di allontanarla da Paperino (o comunque di non farla interagire con lui in determinate maniere), ma così mi sembra che la sua figura sia un po’ banalizzata, in un certo senso quasi “snaturata”. La storia non l’ho trovata brutta, diciamo nella media, in alcuni punti mi ha anche fatto sorridere, ma è il fatto che la protagonista sia quella Reginella che abbiamo imparato a conoscere in frangenti ben diversi a non convincermi. Magari, chissà, questo farla interagire in avventure minori (e un po' forzatamente) con i parenti di Paperino prelude a qualcosa di avvincente e al momento imprevedibile: in quest’ottica la cosa potrebbe assumere un significato differente... O forse è semplicemente un’evoluzione del personaggio, un modo per tenerlo vivo - ma decisamente sotto tono - al di là delle restrizioni imposte, e allora, per quanto mi riguarda, permarrebbero forti dubbi sulla validità dell’operazione.
Il resto del numero è nella media, a parte i disegni di Lavoradori, che personalmente non riesco a digerire. Mi ha fatto piacere trovare a fine libretto una “one page” disegnata dal maestro Chierchini.