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Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)

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Mark
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    Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
    Mercoledì 19 Ott 2016, 16:38:29
    La storia di Casty è davvero molto buona ma orami la riuscita delle sue storie è una conferma e non certo una sorpresa.

    Lancio una provocazione che sono quasi certo che purtroppo non si tradurrà mai in realtà. Dato che il Nobel per la letteratura è stato dato anche al di fuori della letteratura intesa in senso classico (il teatro di Dario Fo, la musica di Bob Dylan) avrebbe senso prendere in considerazione anche il mondo del fumetto? Probabilmente la commissione del Nobel non sa nemmeno chi sia Casty, ma essendo un Maestro del racconto - al pari di Barks - io penso che lo meriterebbe.

    Chiariamoci prima che mi saltiate addosso: so che non glielo daranno mai, ma sono convinto che non vedere in Casty, come in Barks e in altri autori anche non Disney, le stesse capacità di autori considerati invece letterati, è mero pregiudizio.

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      Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
      Risposta #1: Mercoledì 19 Ott 2016, 17:20:20

      Lancio una provocazione che sono quasi certo che purtroppo non si tradurrà mai in realtà. Dato che il Nobel per la letteratura è stato dato anche al di fuori della letteratura intesa in senso classico (il teatro di Dario Fo, la musica di Bob Dylan) avrebbe senso prendere in considerazione anche il mondo del fumetto? Probabilmente la commissione del Nobel non sa nemmeno chi sia Casty, ma essendo un Maestro del racconto - al pari di Barks - io penso che lo meriterebbe.

      Chiariamoci prima che mi saltiate addosso: so che non glielo daranno mai, ma sono convinto che non vedere in Casty, come in Barks e in altri autori anche non Disney, le stesse capacità di autori considerati invece letterati, è mero pregiudizio.

      Allora, innanzitutto il nobel letterario viene assegnato a chi "nel campo della letteratura mondiale che si sia maggiormente distinto per le sue opere in una direzione ideale". Fondamentalmente si tratta di un riconoscimento a chi abbia contribuito in maniera positiva allo zeitgeist del presente. Tra i vincitori si annoverano Carducci, Marquez, Montale, Neruda, Boll, Golding (a memoria), e per quanto io sia un appassionato di fumetto, c'è una cosa da dire: il fumetto non è letteratura. Si è evoluto in rapporto ad essa nella graphic novel (in cui gli autori Disney non c'entrano nulla), ma è rimasta una cosa differente. Tra l'altro è un'arte in declino, a vedere il calo di interesse e vendite che lo accompagna da anni, per cui dubito in un interesse degli svedesi o del mondo dei media. Ti viene in mente un fumettista che possa rientrare nella definizione del premio?

      Detto ciò: nobel ad un fumettista? Se fosse concepibile (ammesso e non concesso) sicuramente lo meriterebbero di più autori quali Satrapi, Liberatore, Davodeau, autori insomma che hanno avuto un impatto culturale di un certo tipo e hanno trattato nei loro lavori di politica, società e quant'altro. E' una profondità necessariamente diversa da quella del fumetto Disney: questo lo qualifica come superiore? No, di certo, ma sicuramente lo mette su un piano differente e più vicino a quello della letteratura.

      PS: il nobel a Dylan è stato veramente un insulto agli altri autori che l'hanno vinto in passato, sa tanto di mossa pubblicitaria per richiamare un po' l'attenzione, dopo che sono almeno quindici anni che nessuno che abbia una vera popolarità lo vince (penso a Grass e a Saramago come gli ultimi). Fo, di suo, lo vinse per la rivalutazione della tradizione letteraria volgare dei secoli XIII e XIV, non perchè faceva ridere o faceva le facce buffe.
      PPS: Barks è morto e il nobel non può essere consegnato alla memoria
      PPPS: va bene che Casty è bravo ma metterlo insieme a Barks proprio...


      Idea che mi trova assolutamente d'accordo. Se la narrativa scritta è letteratura, e quella a fumetti si compone anche di una parte di narrativa scritta, quindi di letteratura, non ci sono ragioni per escludere la cosa...

      Dunque perchè non darlo anche a giornalisti, commediografi, sceneggiatori di telefilm, autori di copioni o chiunque abbia un lavoro che ha a che fare la scrittura? Letteratura non vuol dire semplicemente "qualcosa che viene scritto".
      « Ultima modifica: Mercoledì 19 Ott 2016, 17:33:03 da AzureBlue »
      Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

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        Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
        Risposta #2: Mercoledì 19 Ott 2016, 17:21:28
        La storia di Casty è davvero molto buona ma orami la riuscita delle sue storie è una conferma e non certo una sorpresa.

        Lancio una provocazione che sono quasi certo che purtroppo non si tradurrà mai in realtà. Dato che il Nobel per la letteratura è stato dato anche al di fuori della letteratura intesa in senso classico (il teatro di Dario Fo, la musica di Bob Dylan) avrebbe senso prendere in considerazione anche il mondo del fumetto? Probabilmente la commissione del Nobel non sa nemmeno chi sia Casty, ma essendo un Maestro del racconto - al pari di Barks - io penso che lo meriterebbe.

        Chiariamoci prima che mi saltiate addosso: so che non glielo daranno mai, ma sono convinto che non vedere in Casty, come in Barks e in altri autori anche non Disney, le stesse capacità di autori considerati invece letterati, è mero pregiudizio.

        Idea che mi trova assolutamente d'accordo. Se la narrativa scritta è letteratura, e quella a fumetti si compone anche di una parte di narrativa scritta, quindi di letteratura, non ci sono ragioni per escludere la cosa...

        Ecco, sei contento? Adesso siamo alle guerre intestine tra Andrea Castellan e Teresa Radice! ;D

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          Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
          Risposta #3: Mercoledì 19 Ott 2016, 18:45:30
          Non capirò mai perché, quando si vuole riabilitare il nostro (sentite come sono paternalistico, "nostro" ;D) fin troppo spesso bistrattato medium, lo si paragoni alla letteratura. Sono due "cose" profondamente diverse: sarebbe come dire che il cinema ha raggiunto la dignità (che poi: dignità? E chi lo stabilisce?) della letteratura: una boiata pazzesca, perché si tratta di due forme di comunicazione completamente diverse, e così vale per letteratura e fumetti. Il che è anche una delle ragioni per cui aborrisco la definizione "graphic novel" (o il nostro, anche se molto meno usato, "romanzo a fumetti"): pare quasi che certa gente si vergogni, o peggio, sia allergica al termine "fumetto", ritenendolo una forma d'arte minore, e preferisca nascondersi dietro a termini altisonanti come appunto "graphic novel".
          Pratt non faceva letteratura a fumetti, santo cielo, come lo vorrebbe far passare qualche professorone a cui cose come Corto Maltese o Gli scorpioni del deserto piacciono evidentemente da morire, ma ha paura di definirli "fumetti" per timore di essere schernito. Pratt faceva fumetti, punto (uso il buon Hugo come esempio, perché è il primo che mi è venuto in mente).

          E per quanto riguarda il Nobel a Casty, mi sembra - senza offesa, eh! - una boiata pazzesca, e lo dico proprio io che il Castellan lo adoro. Provocazione o non provocazione, è proprio una cosa che non sta né in cielo, né in terra. Che poi, come giustamente dice Azureblue, un "Nobel" a lui, e non a tanti altri autori di fumetti più conosciuti e importanti, magari pure impegnati in qualche "causa" morale o civile attraverso quest'arte (mi viene in mente per esempio l'autrice di Persepolis)? Non bisogna andare andare a Stoccolma per trovare qualcuno che non conosce Casty: già solo qui in Italia saremo quattro gatti a sapere dei suoi lavori.
          E ancora, a che serve davvero un riconoscimento, per di più dall'accademia di Stoccolma (i Nobel alla pace e alla letteratura sono ormai barzellette - non mi esprimo sugli altri, non essendo ferrato né nelle scienze, né in economia)?
          « Ultima modifica: Mercoledì 19 Ott 2016, 18:49:24 da Solomon_Cranach »
          « L'UNICA DIFFERENZA FRA LA FOTOCAMERA E NOI
          È CHE LA FOTOCAMERA, QUESTA STUPIDA, NON SBAGLIA MAI,
          MENTRE NOI SBAGLIAMO IN CONTINUAZIONE, IN OGNI DISEGNO.
          ED È QUESTO CHE CREA LA MAGIA!
          »

          J. Giraud

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            Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
            Risposta #4: Mercoledì 19 Ott 2016, 19:10:37


            PPPS: va bene che Casty è bravo ma metterlo insieme a Barks proprio...


            Dunque perchè non darlo anche a giornalisti, commediografi, sceneggiatori di telefilm, autori di copioni o chiunque abbia un lavoro che ha a che fare la scrittura? Letteratura non vuol dire semplicemente "qualcosa che viene scritto".

            Su Barks casca l'asino... Cosa intendo dire? Che siamo tutti a incensare - giustamente - Casty, ma appena si prova a dire che è bravo Barks o Scarpa o Gottfredson (guarda caso tutti morti, sarà un caso? No, perché in questo mondo spesso finché sei in vita sei bravino e quando sei morto vieni considerato un genio) tutti a dire "Eh, ma non è a quel livello"

            Barks e Gottfredson avranno sempre il  merito di essere stati i primi, ognuno nel loro campo, e di aver ideato molti di quello che oggi riteniamo ingredienti fondamentali del fumetto. Scarpa a suo modo è stato anch'egli uno dei primi. E avranno anche sempre il merito di essere grandi narratori. Ma perché si deve pensare che non siano non dico superabili ma almeno uguagliabili? Se ci rifletti bene ti rendi conto che non è dovuto alla realtà ma a un certo modo di pensare, aggiungo molto italiano. Non per niente qualcuno diceva che "In Italia c'è un momento stregato in cui si passa dalla categoria di brillante promessa a quella di solito stronzo. Soltanto a pochi fortunati l'età concede poi di accedere alla dignità di venerato maestro".

            A parte il giornalismo, tutte le altre cose che hai citato possono diventare letteratura. Certo, il cinema e la tv sono altro, ma a mio avviso con un po' di apertura mentale possono essere inclusi nella categoria anche perché se fosse esistito e avesse avuto una certa espansione, è probabilmente che il cinema avrebbe ottenuto una propria categoria quando il premio Nobel è stato istituito

              Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
              Risposta #5: Mercoledì 19 Ott 2016, 19:20:16
              Casty e' meglio di Scarpa e Gottfredson.

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              AzureBlue
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                Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
                Risposta #6: Mercoledì 19 Ott 2016, 19:44:24

                Su Barks casca l'asino... Cosa intendo dire? Che siamo tutti a incensare - giustamente - Casty, ma appena si prova a dire che è bravo Barks o Scarpa o Gottfredson (guarda caso tutti morti, sarà un caso? No, perché in questo mondo spesso finché sei in vita sei bravino e quando sei morto vieni considerato un genio) tutti a dire "Eh, ma non è a quel livello"

                Barks e Gottfredson avranno sempre il  merito di essere stati i primi, ognuno nel loro campo, e di aver ideato molti di quello che oggi riteniamo ingredienti fondamentali del fumetto. Scarpa a suo modo è stato anch'egli uno dei primi. E avranno anche sempre il merito di essere grandi narratori. Ma perché si deve pensare che non siano non dico superabili ma almeno uguagliabili? Se ci rifletti bene ti rendi conto che non è dovuto alla realtà ma a un certo modo di pensare, aggiungo molto italiano. Non per niente qualcuno diceva che "In Italia c'è un momento stregato in cui si passa dalla categoria di brillante promessa a quella di solito stronzo. Soltanto a pochi fortunati l'età concede poi di accedere alla dignità di venerato maestro".


                Morto o non morto vi sono alcune dimensioni che sono riservate a chi ha tracciato la linea. I preraffaelliti possono piacerti quanto vuoi, ma non si potrà mai dire che D.G.Rossetti è superiore agli artisti a cui si è ispirato. Tra l'altro di tutto il mio intervento hai preso giusto la parte che ho messo proprio in fondo perchè mi sembrava la meno importante: Casty è come Barks? E chissenefrega, nel senso, a me può piacere meno, uguale o di più ma non cambia il merito della questione. Detto questo, mi sembra un po' tagliare con la scure dire che se non mi piace uno vivo allora penso spicciolamente da italiano. Ecco cosa intendo dire: che il lavoro di Casty non può essere giudicato sul metro di quello di Barks perchè sono due tempi/autori/contesti completamente differenti, ma io non reputo il lavoro del primo all'altezza di quello del secondo, per il momento. Per il resto potrei darti dei nomi che io reputo superiori a Barks: Bottaro e Martina, solo per rimanere tra gli italiani.

                A parte il giornalismo, tutte le altre cose che hai citato possono diventare letteratura. Certo, il cinema e la tv sono altro, ma a mio avviso con un po' di apertura mentale possono essere inclusi nella categoria anche perché se fosse esistito e avesse avuto una certa espansione, è probabilmente che il cinema avrebbe ottenuto una propria categoria quando il premio Nobel è stato istituito

                Non si tratta di apertura mentale: la letteratura è una disciplina che non può essere stiracchiata e buttata di qua e di la come più ci piace. Ha all'interno dei "modi" di farla e sono quelli. Letterati sono prosatori, poeti e sceneggiatori teatrali, è la definizione da dizionario e non ci si scappa.
                Anche perchè, poi, non ho capito: autore di telefilm sì, ma giornalista no? Sinceramente vedrei meglio il Nobel a Pasolini piuttosto che a Chuck Lorre.
                Il Nobel NON è un riconoscimento a un lavoro ben fatto, è un premio agli individui che hanno compiuto qualcosa che ha positivamente influito sul mondo. Non è tanto se il lavoro è bello o meno, quanto piuttosto il suo lato morale. "Persepolis" (ricitando me come Solomon) ha un lato morale, è un fumetto sulla guerra e su una società particolare. Casty non ha precisamente quella dimensione.

                Tra l'altro concordo pienamente con Solomon proprio nel dire che non ha senso cercare di rivalutare una forma espressiva paragonandola ad un'altra. Io non mi sento meno intelligente o acculturato perchè leggo sia letteratura che fumetti, ma so perfettamente che sono due medium diversi.
                Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

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                  Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
                  Risposta #7: Giovedì 20 Ott 2016, 01:23:03

                  Su Barks casca l'asino... Cosa intendo dire? Che siamo tutti a incensare - giustamente - Casty, ma appena si prova a dire che è bravo Barks o Scarpa o Gottfredson (guarda caso tutti morti, sarà un caso? No, perché in questo mondo spesso finché sei in vita sei bravino e quando sei morto vieni considerato un genio) tutti a dire "Eh, ma non è a quel livello"

                  In merito alla questione penso che, in tutte le categorie, sia molto ma molto complicato fare dei raffronti o dire chi è meglio di chi...
                  Innanzitutto in un regolare raffronto debbono essere chiari e precisi alcuni termini che influiscono fortemente sul giudizio complessivo: termini spazio-temporali (cioè il periodo in cui si è vissuto ed in cui si è operato), la collocazione storica e le regole che gestivano la materia stessa e la precedente (eventuale) presenza di personaggi da cui trarre ispirazione.
                  Spiego meglio il mio pensiero:
                  1) Parlo di termini spazio-temporali poiché nel raffronto citato tra Casty (grandissimo autore e fumettista contemporaneo) e Barks o Gottfredson bisogna subito capire che il primo (ma questo sia chiaro che non è una cosa a suo discapito eh!), nei limiti del possibile, è stato nettamente avvantaggiato dal periodo in cui sta operando. Se guardiamo le storie di Casty molto spesso si nota che, alla base delle stesse, c'è un grande e meticoloso lavoro di ricerca. Ogni elemento è incastrato in un perfetto intreccio di date, ambientazioni storiche ed avvenimenti raccontati del passato. Questa ricerca è ovviamente "facilitata" (scritto tra virgolette poiché ci vuole comunque una mente sopraffina per far quadrare il tutto) dall'utilizzo di internet e delle sue mille applicazioni.
                  Pensate invece a Barks o Gottfredson che all'epoca dovevano trarre ispirazione, spunti o dati da giornali, libri o atlanti cartacei. Fare una storia in cui Paperino girava il mondo per cercare l'unicorno o in cui Zio Paperone andava a caccia dell'ennesimo tesoro erano compiti molto più ardui. Ardui soprattutto nella necessaria ricerca che si doveva operare a monte.
                  2) Come secondo esempio (molto probabilmente andrò "leggermente OT ma lo faccio giusto per spiegare il mio pensiero [ch128515][ch128515]): la collocazione storica e le regole che gestiscono la materia stessa.
                  Paragonare Casty a Barks è  come paragonare Messi a Maradona o Pele'! È impossibile paragonare l'asso del Barcellona con Maradona perché hanno vissuto in epoche differenti ed hanno giocato in epoche differenti. Messi oggi gioca in un calcio in cui non esiste più la difesa ad uomo, i marcatori sono molto più "signorili" facendo sfilare via gli avversari come vento (ricordate un certo Gentile che "sbrana" la maglia a Maradona ai mondiali dell'82 invece?)
                  Allo stesso modo Casty vive in un epoca completamente diversa da Barks o Gott, con regole che gestiscono il mondo del fumetto in maniera diversa e con i pro ed i contro che ne possono derivare.
                  3) La precedente (eventuale) presenza di personaggi da cui trarre ispirazione: è lapalissiano che ogni autore attuale trae, o ha tratto in passato, ispirazione da coloro che lo hanno preceduto. Anche il solo leggere, da bambino, le storie di Barks e Gott (e di tanti altri non menzionati) ha influito nella cultura e nella formazione artistica di Casty, o di Artibani, o di Bruno Enna, ecc.
                  Si elevano a Maestri i due (Barks e Gott) perché sono stati i pioneri del settore. Sono partiti in un mondo in cui non c'era niente di omologato ed hanno avuto la "forza" di creare due mondi paralleli. Hanno segnato la direzione e le regole che, ancora oggi, ispirano centinaia di autori.
                  Un po' come Leonardo da Vinci.
                  Di scienziati famosi nel mondo ci sono e ci sono stati migliai di esempi ma, quando si vuole delinare una mente superiore, si pensa sempre a lui. E si pensa a lui perché in un mondo dove la gente girava a cavallo Leonardo progettava macchine capaci di volare, cioè era un precursore, una mente superiore, un esempio per tutti gli uomini a venire.
                  Alla fine di tutto questo mio "monologo" mi sento di fare una sola conclusione: è divertente (e allo stesso tempo snervante) fare raffronti fra persone, artisti, calciatori , ecc., ma bisognerebbe sempre aver chiaro che ogni persona e' diversa, ogni materia è diversa ed ogni epoca è diversa. Quindi non esistono classificazioni che possano tener conto di tutte queste variabili e bisognerebbe capire che, a modo proprio, ogni grande artista segna il tempo che vive ma che, ovviamente, influenzerà il mondo futuro.
                  Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

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                  Mark
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                    Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
                    Risposta #8: Giovedì 20 Ott 2016, 09:58:26
                    Premesso che non era e non è mia intenzione far confronti tra autori e che quello di Barks era solo un esempio, l'analisi di luciochef è molto corretta.

                    Faccio solo due appunti:

                    Se è vero che Casty e i suoi contemporanei sono facilitati per certi versi come la ricerca di informazioni, dobbiamo accettare che Barks e Gottfredson lo erano per altri. Non possiamo negare che dopo 70 anni di storie Disney sia più difficile trovare nuove tracce e nuovi spunti. In questo Barks e Gottfredson avevano dalla loro il vantaggio di lavorare in un campo ancora tutto da esplorare.

                    Seconda considerazione: è vero che Barks e Gottfredson sono stati i primi ma anche loro, consciamente o meno, nel creare quei mondi hanno attinto a regole che in parte già esistevano. Faccio un esempio molto semplice che non ha a che fare col fumetto: le prime serie televisive hanno ideato e diffuso un nuovo modo di raccontare che prima non esisteva, ma allo stesso tempo riprendevano il concetto di serialità già usato nella pubblicazione di diversi romanzi come quelli di Dickens. Non è difficile immaginare che il fumetto - pur essendo un nuovo mondo - rielabori in parte anche qualcosa di già esistente. Per questo Barks e Gottfredson sono meno validi o meno innovatori? No di certo. Ciò che intendo dire è che pur non essendo i "primi" si può arrivare al livello di Maestro.


                    AzureBlue sicuramente conosce meglio di me il premio Nobel e le motivazioni con cui viene assegnato ;). Penso, ma è solo la mia opinione, che se si tratta di quanto una persona ha influito positivamente sul mondo, non so quanti premi Nobel realmente corrispondano alla definizione. Non nascondiamoci dietro un dito: perché una persona e le sue opere influiscano sul mondo e non su due persone devono essere conosciute dalla massa. Quanti davvero conoscono il lavoro o anche solo il nome di Alice Munro, Patrick Modiano e Svjatlana Aleksievic, gli ultimi Nobel per la letteratura? Io no e non penso di essere in minoranza, sinceramente.

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                      Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
                      Risposta #9: Giovedì 20 Ott 2016, 11:43:07
                      Non capirò mai perché, quando si vuole riabilitare il nostro (sentite come sono paternalistico, "nostro" ;D) fin troppo spesso bistrattato medium, lo si paragoni alla letteratura. Sono due "cose" profondamente diverse: sarebbe come dire che il cinema ha raggiunto la dignità (che poi: dignità? E chi lo stabilisce?) della letteratura: una boiata pazzesca, perché si tratta di due forme di comunicazione completamente diverse, e così vale per letteratura e fumetti. Il che è anche una delle ragioni per cui aborrisco la definizione "graphic novel" (o il nostro, anche se molto meno usato, "romanzo a fumetti"): pare quasi che certa gente si vergogni, o peggio, sia allergica al termine "fumetto", ritenendolo una forma d'arte minore, e preferisca nascondersi dietro a termini altisonanti come appunto "graphic novel".
                      Pratt non faceva letteratura a fumetti, santo cielo, come lo vorrebbe far passare qualche professorone a cui cose come Corto Maltese o Gli scorpioni del deserto piacciono evidentemente da morire, ma ha paura di definirli "fumetti" per timore di essere schernito. Pratt faceva fumetti, punto (uso il buon Hugo come esempio, perché è il primo che mi è venuto in mente).


                      Il fumetto è letteratura. Non è una questione di considerarlo inferiore o meno: il fumetto è un tipo di letteratura, come lo è il giallo poliziesco o il romanzo di formazione. Ha dalla sua anche i disegni, come la poesia ha dalla sua lo schema metrico e, un tempo, la musica d'accompagnamento. Ma sempre letteratura rimane.

                      Tu citi Corto Maltese che i "professoroni" (?) vogliono far passare per "letteratura" quando non lo è. Ma era lo stesso Hugo Pratt (!) a definire "letteratura disegnata" il fumetto. Toh.

                      Non si tratta di cercare di elevare un medium considerato inferiore. Si tratta di riconoscergli la dignità che per tanti anni gli è stata negata da chi parlava di "letteratura d'evasione" con disprezzo.
                      Se poi vogliamo chiamarlo "fumetto" ed erigerlo a qualcosa di diverso, bene, sia fatto, ma si finirà per ghettizzarlo ed estraniarlo ulteriormente.

                      Chiedo scusa per l'OT.

                      McDuck: Pratt era di una tale simpatia che solo sapere che per lui era letteratura mi porta a non considerarla tale  Cheesy ovviamente scherzo, ma quell'uomo era di un egotismo tale che mai avrebbe accettato di essere considerato "solo" un fumettista

                      Non giudico Pratt, la mia era una risposta a Solomon a dimostrazione che Corto Maltese considerato come letteratura non era solo concezione di supposti "professoroni", ma dell'autore stesso.

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                        Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
                        Risposta #10: Giovedì 20 Ott 2016, 11:57:43
                        . Penso, ma è solo la mia opinione, che se si tratta di quanto una persona ha influito positivamente sul mondo, non so quanti premi Nobel realmente corrispondano alla definizione. Non nascondiamoci dietro un dito: perché una persona e le sue opere influiscano sul mondo e non su due persone devono essere conosciute dalla massa. Quanti davvero conoscono il lavoro o anche solo il nome di Alice Munro, Patrick Modiano e Svjatlana Aleksievic, gli ultimi Nobel per la letteratura? Io no e non penso di essere in minoranza, sinceramente.

                        Ah ma su questo siamo perfettamente d'accordo  ;D e il nobel per la pace a Obama?
                        Il premio è stato svalutato progressivamente e, se settant'anni fa si premiavano persone poco conosciute era normale (analfabetismo, scarsi media), ma oggi è invece sintomo di snobismo, con il voler sempre andare a voler premiare scrittori del tutto di nicchia, evitando autori invece decisamente più pregnanti (penso a Pinchon o al compianto D.F.Wallace).

                        McDuck: Pratt era di una tale simpatia che solo sapere che per lui era letteratura mi porta a non considerarla tale  :D ovviamente scherzo, ma quell'uomo era di un egotismo tale che mai avrebbe accettato di essere considerato "solo" un fumettista
                        Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

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                          Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
                          Risposta #11: Giovedì 20 Ott 2016, 13:07:45
                          Non vogliatemene, ma penso che:

                          1) 'co 'sta storia del nobel il discorso sia partito per la tangente;

                          2) fare paragoni (mi) sembra esercizio di stile alquanto futile, oltre che poco gratificante per gli autori presi in considerazione.

                          Il tutto senza negare che il discorso sul nobel sia interessante (sul serio, non sto perculando alcuno), ma decisamente fuori luogo ove si discuta di un autore di fumetti disney.

                           :)
                          « Ultima modifica: Giovedì 20 Ott 2016, 18:30:09 da Angelo85 »
                          Tritumbani fritti!

                            Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
                            Risposta #12: Giovedì 20 Ott 2016, 17:42:25
                            Il fumetto È assolutamente letteratura, non scherziamo!
                            Che poi il Nobel stia perdendo credibilità è un altro discorso.
                            If you can dream it, you can do it.

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                              Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
                              Risposta #13: Giovedì 20 Ott 2016, 20:31:27
                              Pensate invece a Barks o Gottfredson che all'epoca dovevano trarre ispirazione, spunti o dati da giornali, libri o atlanti cartacei.

                              E si pensa a lui perché in un mondo dove la gente girava a cavallo Leonardo progettava macchine capaci di volare, cioè era un precursore, una mente superiore, un esempio per tutti gli uomini a venire.
                              Alla fine di tutto questo mio "monologo" mi sento di fare una sola conclusione: è divertente (e allo stesso tempo snervante) fare raffronti fra persone, artisti, calciatori , ecc., ma bisognerebbe sempre aver chiaro che ogni persona e' diversa, ogni materia è diversa ed ogni epoca è diversa.
                              "Noi siamo nani seduti sulle spalle dei giganti" (Leonardo da Vinci)

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                              Solomon Cranach
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                                Re: Da Casty al nobel (come ci siamo arrivati?)
                                Risposta #14: Giovedì 20 Ott 2016, 21:28:56
                                Veramente la citazione è del filosofo medievale Bernardo di Chartres ;)
                                « L'UNICA DIFFERENZA FRA LA FOTOCAMERA E NOI
                                È CHE LA FOTOCAMERA, QUESTA STUPIDA, NON SBAGLIA MAI,
                                MENTRE NOI SBAGLIAMO IN CONTINUAZIONE, IN OGNI DISEGNO.
                                ED È QUESTO CHE CREA LA MAGIA!
                                »

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