Allora, secondo me il discorso del paternalismo in questo caso non c'entra.
E' una cosa odiosa quando il governo tratta i cittadini come bambini stupidi, imponendo loro cosa pensare e quali sentimenti provare, con leggi e leggine che vietano pensieri e opinioni.
Li sicuramente va combattuto e non accettato.
Ma in questo caso è diverso. Quando c'è un rischio concreto e dimostrato scientificamente, non è paternalismo, è semplicemente tutela della salute pubblica. Ovverosia una politica doverosa da parte di qualsivoglia governo.
Così come lo fa sullo stile alimentare, sul consumo smodato di certi cibi, la sedentarietà e via dicendo.
E' anche una questione di convenienza economica : malattie cardiovascolari e respiratorie costituiscono una parte preponderante dei ricoveri ospedalieri, della spesa sanitaria e dei decessi. Pesano molto sul bilancio statale, in diversi ambiti.
E una parte di queste malattie, di consistenza variabile ma comunque presente, può essere prevenuta ed evitata con uno stile di vita diverso.
Disincentivare l'uso del fumo è fondamentale e doveroso da parte di uno Stato.
Certo, senza arrivare ad eccessi liberticidi, insomma, ma deve essere garantita la protezione totale e assoluta delle persone dal fumo passivo, soprattutto quelle più a rischio, come bambini e donne incinte.
E riguardo ai fumatori, bisogna cercare di convincerli a smettere, ma ovviamente, lasciando loro piena libertà di prendersi tutti i rischi che vogliono.
E ovviamente diffondendo educazione fra i fumatori. Io ne conosco 3-4, i quali, quando ci troviamo tutti insieme, magari anche con altre persone, non fumatori, prima di accendersi la sigaretta chiedono "da fastidio se fumo?" e se qualcuno risponde di si, prendono e si allontanano per fumare.
Basterebbe che tutti facessero così, e ovviamente un pieno rispetto dei divieti esistenti.