Ormai la discussione (interessante, grazie a tutti) è morta e sepolta ma faccio un po' di necroposting:
- La cosa che più apprezzo di Gervasio è quella di provare a tenere tutto insieme, da Don Rosa a Scarpa e pure Martina. Un approccio che ha pervicacemente ricercato e che secondo me è il modo giusto di fare fumetto Disney oggi (al contrario delle storie dove si sviliscono i personaggi però magari c'è una mezza citazione a una storia di Don Rosa buttata lì a caso, e allora WOW LA CITAZIONE!). Poi il risultato può essere più o meno riuscito, a me sia questa che le altre di Fantomius ad esempio piacciono solo tiepidamente, le trovo un po' piatte e ripetitive, ma credo che l'approccio sia quello giusto.
- Quando sento la parola "buonista" mi agito, quindi dico che una larga parte del fandom disneyano è malata di passatismo. E' privo di fondamento sostenere "quanto era bello un tempo quando le storie si chiudevano con Zio Paperone che inseguiva Paperino con un randello" perché non è vero, ci sono decine di pessime storie dell'epoca come ci sono decine di pessime storie adesso in cui Zio Paperone prende tè e biscotti con Amelia. I personaggi delle grandi storie di un tempo, di Barks, di Scarpa, di Gottfredson sono buoni. I personaggi delle grandi storie moderne, di Don Rosa, di Casty, sono buoni. E' un falso problema. Se vedremo delle storie in cui Paperinik rapina Zio Paperone non vorrà dire che la storia è automaticamente bella. Si sta guardando la pagliuzza ma non la trave, ovvero che nella maggioranza delle storie odierne non abbiamo dei personaggi ma delle maschere che fanno sempre le stesse cose. Però se l'autore ci infila un "inusitato" da qualche discorso, con il risultato di creare discorsi artificiosi e innaturali, tutto bene. "Paperinik il diabolico vendicatore" di Martina è una bella storia non perché a un certo punto un personaggio dice "sordomuto cieco e paralitico", ma perché ci sono personaggi credibili che agiscono con motivazioni credibili.