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Charlie Hebdo e la libertà di satira

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pkthebest
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PolliceSu   (1)

PolliceSu   (1)
    Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
    Risposta #15: Mercoledì 7 Gen 2015, 22:19:05
    Triplice ed imperituro plauso a Paolo che ha messo il listato nero alle pagine.

    Una pura vergogna, ecco cos'è questo attacco!
    « Ultima modifica: Mercoledì 7 Gen 2015, 22:47:26 da pkthebest »

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    Sergio di Rio
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      Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
      Risposta #16: Mercoledì 7 Gen 2015, 23:17:48
      .
      Però anche loro, cosa speravano di ottenere con queste vignette? Se entri nel recinto dei leoni non devi meravigliarti se poi ti sbranano...

      E quindi?
      Cosa vorrebbe dire questo? Che se la sono meritata? E da quando in qua esiste il diritto a sterminare chi non è d'accordo con le fisime religiose di qualcun'altro? Nel medioevo era la norma, oggi ci saremmo anche un po' evoluti.

      Peraltro leggo in giro un sacco di commenti che giustificano, che pongono l'accento sugli "eccessi" del giornale, sul rispetto della sensibilità religiose e altre stupidaggini.
      CharlieHebdo poteva anche essere un giornale rozzo, feroce, provocatore...ma ha tutto il diritto di esserlo.

      E' che molti, a quanto pare, non hanno ben chiaro cosa voglia dire libertà di espressione.
      Evidentemente pensano che sia semplicemente la possibilità di dire : "Non sono d'accordo con Berlusconi/Renzi/Grillo" nel momento in cui al potere c'è Berlusconi/Renzi/Grillo.

      Invece e' una cosa ben più articolata e che non può prevedere limiti di alcun tipo, non ci possono essere argomenti tabù per la satira.

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      Autocensored
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        Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
        Risposta #17: Mercoledì 7 Gen 2015, 23:26:52
        Allora: prima di tutto voglio prendere le distanze da esempi sullo stupro che sono stati accostati al mio post: teneteveli per voi, non fanno parte della mia persona, grazie.

        Secondo, mi sono sicuramente espresso male e di ciò mi scuso. Non ho mai detto che si sono cercati o meritati nulla. Quello che volevo dire è: se vuoi fare la satira contro tutto e tutti: bene, benissimo, sono il primo ad apprezzarla, sono un grande fan di Philippe Geluck, per esempio. Ma ognuno poi dev'essere responsabile delle proprie azioni. E se nell'attentato fossero morte persone che non c'entravano NULLA con le vignette? Come la mettiamo con loro?
        Purtroppo questa gente DI EMME che sono i fondamentalisti usa queste cose come pretesto per fare del male, e non solo alla testata giornalistica, ma ovunque. E' la realtà dei fatti purtroppo...per questo io in certi casi lascerei stare, non sono due vignette a cambiare le loro teste malate.

        E ripeto nuovamente: condanno totalmente l'accaduto senza se e senza ma. Scusate se non ho espresso il mio pensiero con più calma.
        « Ultima modifica: Mercoledì 7 Gen 2015, 23:33:37 da Nightmare »

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        Sergio di Rio
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          Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
          Risposta #18: Giovedì 8 Gen 2015, 01:13:19
          Secondo, mi sono sicuramente espresso male e di ciò mi scuso. Non ho mai detto che si sono cercati o meritati nulla.

          Sicuramente non intendevi dirlo, però da come la metti può sembrare, anche perchè dopo dici praticamente la stessa cosa:

          Citazione
          E se nell'attentato fossero morte persone che non c'entravano NULLA con le vignette? Come la mettiamo con loro?

          La mettiamo che sostenere questo vuol dire avallare il fatto che si possa ricattare qualcuno con la minaccia di una strage, e che quindi, bisogna evitare di parlare di certe cose per salvaguardare eventuali persone collegate.
          Praticamente è l'autocensura.

          E' come dire che un giornalista non deve occuparsi di mafia, perchè potrebbe rischiare un attentato alla sede del suo giornale e coinvolgere persone che non hanno parlato di mafia.
          E' come dire che un giudice non deve occuparsi di mafia perchè potrebbe mettere a rischio la sua famiglia rischiando ritorsioni.

          E allora cediamo a qualunque minaccia, non si parla e non si combatte la violenza perchè c'è il rischio di mettere in pericolo persone che non combattono la violenza e quindi sarebbero "innocenti" (come se chi la combatte fosse colpevole di qualcosa!)?

          Ti rendi conto che è assurdo? I giornalisti di CH non sono colpevoli di nulla, non ha alcun senso paragonarli a "persone che non c'entrano niente con le vignette"...come se quelle fossero eventuali vittime innocenti e i vignettisti quelli che se la sono cercata.

          Così si fa il gioco dei fanatici, che adesso sperano che l'Occidente smetta di pubblicare vignette satiriche sull'Islam per paura di attentati. Di fatto vorrebbe dire dargliela vinta, certificare che se alzano il tiro, siamo pronti a prostrarci e a venir meno ai nostri principi fondamentali.

          E invece bisogna difendere ad ogni costo il diritto di satira senza assurde contorsioni mentali su "opportunità" "momento adatto" "rispetto" e altre cose.

          In merito credo che questo articolo sia illuminante su cosa si intende : http://www.orgoglionerd.it/blogs/il-rinoceronte/2015/01/non-puoi-fare-il-terrorista-poi-pretendere-che-non-facciano-satira
          « Ultima modifica: Giovedì 8 Gen 2015, 01:35:14 da Sergio_di_Rio »

            Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
            Risposta #19: Giovedì 8 Gen 2015, 08:30:28
            Se ho ben capito, il primo giornale a dire che Charlie se l'è cercata è stato il Financial Times...

            Di solito uso questa frase per scherzarci su, ma oggi no: o tempora, o mores!

            È inutile: sinché non si capirà che,la semplice condiscendenza non è la soluzione, che il far finta di nulla per mera paura non è risolvere il problema ma aggravarlo, allora dai guai non usciremo mai.

            Calare le brache per vivere nell'ignavia non serve, capiamolo, e smettiamo di non volere affermare che qualcuno ha sbagliato trincerandoci dietro la libertà di culto e di parola fraintendendo questi concetti, perché altrimenti la fine di quegli stessi ideali, che sulla carta propugniamo, sarà sempre più vicina, e saremo noi stessi ad averla decretata.

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            Gancio
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              Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
              Risposta #20: Giovedì 8 Gen 2015, 10:51:17
              Quel che è successo è opera di vili criminali, tali sono e come tali vanno trattati, indipendentemente da qualsivoglia motivazione possa averli spinti, la violenza non è mai la risposta.
              La mia condanna sul vile attentato è netta.

              Ciò non toglie tuttavia, almeno a mio parere, che quei giornalisti francesi abbiamo trasceso i limiti della libertà di espressione e di satira: è un mio personale punto di vista, le aggressioni, le offese, gli insulti, il ridicolizzare simboli religiosi non può mai rientrare in alcuna libertà di espressione.
              Con ciò non voglio affatto giustificare nulla di quanto accaduto, non penso "se la sono cercata", la violenza non è mai tollerabile, tuttavia ritengo fuori luogo il mancare di rispetto a ciò che rappresenta un simbolo delle altrui credenze religiose.

              Non è una questione di censura, non facciamo paragoni con la mafia, che è ben altro, semplicemente non è opportuno ridicolizzare ed offendere gratuitamente ciò in cui altre persone credono. Puoi essere ateo oppure credente in ciò che ti pare, ma inizia con il rispettare il prossimo.

              A fronte di ciò, per me non esiste alcun "inviolabile" diritto di satira, i diritti inviolabili sono ben altro e, sempre per il sottoscritto, non vi rientra la facoltà di offesa.
              Io distinguo tra libertà di espressione e di stampa, e libertà di irridere impunemente ciò che per altri rappresenta il più alto valore. Non è una questione di condividere o meno l'altrui pensiero, si tratta di mero rispetto.
              Ho letto, anche in questo topic, che per qualcuno la satira non può avere tabù, deve poter essere libera di esprimere qualsiasi concetto (anche i più riprovevoli ed offensivi) su qualsiasi argomento e, parimenti, nessuno può essere libero di sentirsi eventualmente offeso da ciò.
              Se questo è ritenuto il cuore del pensiero occidentale moderno, beh io mi dissocio.
              « Ultima modifica: Giovedì 8 Gen 2015, 11:11:32 da Angelo85 »
              Tritumbani fritti!

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              Rockerduck87
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                Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
                Risposta #21: Giovedì 8 Gen 2015, 11:12:13
                Se ho ben capito, il primo giornale a dire che Charlie se l'è cercata è stato il Financial Times...

                Di solito uso questa frase per scherzarci su, ma oggi no: o tempora, o mores!

                È inutile: sinché non si capirà che,la semplice condiscendenza non è la soluzione, che il far finta di nulla per mera paura non è risolvere il problema ma aggravarlo, allora dai guai non usciremo mai.

                Calare le brache per vivere nell'ignavia non serve, capiamolo, e smettiamo di non volere affermare che qualcuno ha sbagliato trincerandoci dietro la libertà di culto e di parola fraintendendo questi concetti, perché altrimenti la fine di quegli stessi ideali, che sulla carta propugniamo, sarà sempre più vicina, e saremo noi stessi ad averla decretata.

                Il FT, ha sbagliato il momento, ma ha anch'esso centrato un punto, e lo ha fatto in modo coraggioso, come tipico della testata.

                Oggi riprendo il concetto perchè ho voluto evitarlo ieri. Ma chi legge deve leggere tutto, se no anche io vengo preso per quello che giustifica e non risponderò neanche ad una simile accusa.
                A volte il termine satira è utilizzato come termine per definire ogni volgarità e cattiveria gratuita che vogliamo lanciare per non essere mai tacciati, per esempio, di razzismo, di ignoranza o cattivo gusto.
                Il discorso la libertà di espressione non deve avere limiti è semplicemente errato, ogni diritto ha un suo limite e il limite si incontra nel rispetto del diritto altrui.
                CH si definiva un giornale stupido e cattivo, solo ciò bastava per permettergli tutto? Se vado in giro con la maglietta con scritto "maniaco" non è posso andare in giro a palpare le donne giustificandomi "eh ma sono un maniaco, dovete accettarlo".
                La testata non ha avuto nessun rispetto per tantissime persone perchè, per esempio, dire che il "corano è una merda" non è  satira, è una cattiveria verso i 5 milioni di musulmani che sono in Francia.
                Molto simile fu un caso per cui ricordo discussi parecchio con un mio conoscente, si parlava dei Griffin e nel caso concreto Stewie definiva, gratuitamente, Madre Teresa una puttana.
                Io dissi che era mancanza di rispetto, l'altro che era satira.
                Io personalmente rifiuto che la satira debba essere direttamente offensiva, perde il significato originale stesso di satira.
                Questo è quello che voleva dire il FT, viviamo in una società dove il rispetto reciproco è importante, in tal senso la linea editoriale è stata è stata stupida.

                Poi c'è il centro del discorso, cioè che purtroppo ancora una volta a macchiarsi di questi attentati sono terroristi islamici, e troppo spesso la parola terrorista e islamico sono vicine. Hanno dimostrato, una volta di più, di non essere in grado di portare avanti una battaglia civile come si usa fare negli stati democratici, è arrivata prima la pallottola.
                CH fu tacciato, a mio parere ingiustamente, mi sembra intorno al 2008, di antisemitismo. Bene, la comunità ebraica si ribellò e saltò (in senso figurato) qualche testa, quella di Siné se non sbaglio, autore della vignetta contestata, e da allora la linea editoriale verso gli ebrei mi sembra si sia molto alleggerita. I cristiani tendenzialmente sopportano, sono pochi i gruppi radicali che protestano. Poi ci sono i musulmani e purtroppo qualche volta arriva la minaccia il proiettile (Ch non è stato l'unico caso).
                Non si può generalizzare certo, ci sono musulmani bravissime persone, anzi, la maggioranza, ma non possiamo restare indifferenti davanti a quelli che hanno un concetto di valore della vita tanto diverso dal nostro. Perchè la differenza tra una dittatura e una democrazia è che in democrazia si può sbagliare a parlare, a fare, anche a ragionare, e nessuno deve azzardarsi a usare la violenza per cambiare queste cose, nel momento in cui succede c'è un attacco alla democrazia stessa, e da questo l'Europa DEVE difendersi.



                « Ultima modifica: Giovedì 8 Gen 2015, 11:15:02 da Rockerduck87 »
                Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
                (G. Testori)

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                  Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
                  Risposta #22: Giovedì 8 Gen 2015, 11:24:59
                  Quoto e sottoscrivo parola per parola il post che precede, di Rockerduck87.
                  « Ultima modifica: Giovedì 8 Gen 2015, 11:25:54 da Angelo85 »
                  Tritumbani fritti!

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                  Aoimoku
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                    Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
                    Risposta #23: Giovedì 8 Gen 2015, 11:37:05
                    Io sono Charlie. Ed oltre ad essere Charlie sono occidentale, cioè parte di quella civiltà che ha fatto della libertà un valore a sé e l'ha difesa nei secoli.

                    Bisogna schierarsi apertamente, perchè siamo in guerra. L'unico errore di chi parla di guerra di civiltà è pensare che dall'altra ci sia una civiltà.

                    Invece gli schieramenti sono la civiltà della libertà, che chiunque può abbracciare, e la barbarie dell'intolleranza, in cui chiunque può cadere.

                    Io sto con la civiltà, io sto con la libertà.

                    *

                    Sergio di Rio
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                      Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
                      Risposta #24: Giovedì 8 Gen 2015, 11:45:27
                      Se ho ben capito, il primo giornale a dire che Charlie se l'è cercata è stato il Financial Times...

                      Non me ne stupisco affatto.
                      Gli inglesi sono i principali portabandiera del politicamente corretto e della genuflessione alla brutalità e alla violenza del fanatismo islamico.
                      Stanno svendendo i principi basilari della democrazia occidentale per non rovinare i rapporti con i violenti. Evidentemente tengono più a loro che alla libertà di espressione.

                      Ciò non toglie tuttavia, almeno a mio parere, che quei giornalisti francesi abbiamo trasceso i limiti della libertà di espressione e di satira: è un mio personale punto di vista, le aggressioni, le offese, gli insulti, il ridicolizzare simboli religiosi non può mai rientrare in alcuna libertà di espressione.

                      Ecco appunto,personale punto di vista. E' proprio questo il problema : chi stabilisce cosa è lecito e cosa no? Tu? Io? Charb? I musulmani?
                      Poichè gli argomenti tabù variano a seconda della sensibilità personale, ci sono due soli modi per non incorrere in errore : vietare tutto, o non vietare niente.
                      Vedi tu quale è praticabile...

                      Citazione
                      A fronte di ciò, per me non esiste alcun "inviolabile" diritto di satira

                      Per la democrazia occidentale però esiste, te ne dovrai fare una ragione.

                      Citazione
                      Io distinguo tra libertà di espressione e di stampa, e libertà di irridere impunemente ciò che per altri rappresenta il più alto valore.

                      E cosa dovrebbe fregarne a noi di cos'è l'"alto valore" per gli altri? Può essere qualunque cosa, mica solo la religione...e allora che facciamo, chiediamo a tutti gli abitanti della terra qual è per loro il più "alto valore" così eliminiamo qualche milione di argomenti dalle possibilità di satira?

                      E quell'"impunemente" poi che mi preoccupa. Quindi chi irride dovrebbe aspettarsi o subire una punizione? E quale?
                      La morte?
                      La censura?
                      L'emarginazione sociale?

                      Citazione
                      Non è una questione di censura, non facciamo paragoni con la mafia, che è ben altro

                      No, invece è la stessa cosa, perchè qui il problema non è la matrice dell'attacco, ma l'idea stessa alla base dell'attacco : cioè che si possa ammazzare qualcuno per un'opinione espressa.

                      Esempio. In Messico negli ultimi 8 anni di una feroce guerra fra cartelli della droga, sono stati uccisi più di 120 giornalisti. Almeno 4 blogger, nonostante il teorico anonimato, sono stati rintracciati e uccisi in maniera brutale. Diverse stazioni televisive hanno subito attentati incendiari.
                      Risultato : tantissimi media hanno semplicemente smesso di parlare di narcotraffico. Ignorano le notizie.
                      E' giusto? I cittadini non hanno diritto di sapere della criminalità organizzata per questioni di sicurezza?

                      Sempre in Messico, un paio di anni fa a Ciudad Juarez il nuovo capo della polizia, considerato inflessibile, ha subito una singolare richiesta dal cartello : dimissioni, o avrebbero ucciso un poliziotto al giorno. Messaggio fatto trovare sul cadavere di due poliziotti. Promessa che avrebbero sicuramente mantenuto, tanto che a un certo punto il capo è stato costretto a requisire gli alberghi della città per alloggiare i suoi agenti, non facendoli tornare a casa alla fine del turno perchè c'era il concreto rischio che ci fossero dei sicari ad aspettarli.
                      Lui stesso ha subito due attentati dai quali si è salvato grazie all'auto blindata. Ma è rimasto al suo posto.
                      Che avrebbe dovuto fare? Accettare di dimettersi e lasciare il posto ad un comandate magari più morbido e propenso al compromesso con la criminalità?

                      O per tornare a casa nostra, Saviano avrebbe fatto meglio ad evitare di scrivere quel libro, per evitare minacce a se o alla sua famiglia?

                      Ecco. Ambienti diversi, motivazioni diverse, ma lo stesso dilemma di base : di fronte alla violenza, alla minaccia di morte, al rischio serio di attentati per se o per altre persone collegate, è giusto piegarsi? E' giusto tacere? E' giusto accogliere le richieste dei violenti, che siano trafficanti o fanatici religiosi?

                      Citazione
                      Ho letto, anche in questo topic, che per qualcuno la satira non può avere tabù, deve poter essere libera di esprimere qualsiasi concetto (anche i più riprovevoli ed offensivi) su qualsiasi argomento e, parimenti, nessuno può essere libero di sentirsi eventualmente offeso da ciò.

                      Ma certo che un può sentirsi offeso...c'è gente che si sente offesa pure se gli parli male del suo programma televisivo preferito o se gli tocchi il cantante del cuore.

                      Il punto è che in una democrazia uno deve essere libero di fregarsene altamente. Ed essere protetto da eventuali ritorsioni del violento soggetto in questione.

                      Citazione
                      Se questo è ritenuto il cuore del pensiero occidentale moderno, beh io mi dissocio.

                      Io mi dissocio dall'idea che di fronte all'ottusità del fanatismo bisogna chinare la testa e mostrarsi ossequiosi e servili verso i tagliagole.
                      « Ultima modifica: Giovedì 8 Gen 2015, 11:48:42 da Sergio_di_Rio »

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                      Gancio
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                        Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
                        Risposta #25: Giovedì 8 Gen 2015, 11:46:22

                        Bisogna schierarsi apertamente, perchè siamo in guerra. L'unico errore di chi parla di guerra di civiltà è pensare che dall'altra ci sia una civiltà.

                        Senza offesa, ma inneggiare allo scontro di civiltà a me pare cieco e stupido.
                        Mi pare disconoscere i progressi del nostro pensiero per ritornare ad abbracciare un simbolo dietro cui nascondere l'incapacità di capire ed accettare l'altrui diversità.

                        La civiltà e la società islamiche sono estremamente complesse, difficili da comprendere con i criteri occidentali, prima di inneggiare al nemico bisognerebbe comprendere le sue ragioni.
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                          Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
                          Risposta #26: Giovedì 8 Gen 2015, 11:48:56
                          Senza offesa, ma inneggiare allo scontro di civiltà a me pare cieco e stupido.
                          Mi pare disconoscere i progressi del nostro pensiero per ritornare ad abbracciare un simbolo dietro cui nascondere l'incapacità di capire ed accettare l'altrui diversità.

                          La civiltà e la società islamiche sono estremamente complesse, difficili da comprendere con i criteri occidentali, prima di inneggiare al nemico bisognerebbe comprendere le sue ragioni.
                          Magari la prossima volta li leggiamo i post altrui prima di commentarli, eh?

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                            Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
                            Risposta #27: Giovedì 8 Gen 2015, 12:04:13
                            Magari la prossima volta li leggiamo i post altrui prima di commentarli, eh?
                            Hai scritto testualmente che "Bisogna schierarsi apertamente, perchè siamo in guerra".
                            Per me è inneggiare allo scontro.
                            Sarà una mia interpretazione errata (si può anche capire male), ma i post li leggo sempre dalla prima all'ultima parola.

                            Ecco appunto,personale punto di vista. E' proprio questo il problema : chi stabilisce cosa è lecito e cosa no? Tu? Io? Charb? I musulmani?
                            Poichè gli argomenti tabù variano a seconda della sensibilità personale, ci sono due soli modi per non incorrere in errore : vietare tutto, o non vietare niente.
                            Vedi tu quale è praticabile...
                            L'argomento religioso io lo considero a parte in quanto credente, e non gradisco che qualcun altro offenda ciò in cui credo. Perchè doverbbe farlo? Per il semplice piacere di offendere? Abbi pazienza, non mi sta bene.

                            Per la democrazia occidentale però esiste, te ne dovrai fare una ragione.
                            Ho messo le virgolette all'aggettivo inviolabile per specificare: nn è che penso che non esista alcun diritto di satira, semplicemente non lo ritengo "inviolabile", come per tanti altri diritti a mio avviso deve trovare un limite.

                            E cosa dovrebbe fregarne a noi di cos'è l'"alto valore" per gli altri?
                            Si chiama "rispetto" del prossimo, quella cosa che dovrebbe stare alla base di ogni convivenza civile.

                            E quell'"impunemente" poi che mi preoccupa. Quindi chi irride dovrebbe aspettarsi o subire una punizione? E quale?
                            La morte?
                            La censura?
                            L'emarginazione sociale?
                            L'unica risposta possibile a chi irride ed offende per me è la semplice commiserazione.


                            No, invece è la stessa cosa, perchè qui il problema non è la matrice dell'attacco, ma l'idea stessa alla base dell'attacco : cioè che si possa ammazzare qualcuno per un'opinione espressa.
                            Non ho mai detto che è lecito ammazzare qualcuno per un'opinione espressa, ho detto che è lecito sentirsi offesi.
                            La violenza non la giustifico mai.

                            Esempio. In Messico negli ultimi 8 anni di una feroce guerra fra cartelli della droga, sono stati uccisi più di 120 giornalisti. Almeno 4 blogger, nonostante il teorico anonimato, sono stati rintracciati e uccisi in maniera brutale. Diverse stazioni televisive hanno subito attentati incendiari.
                            Risultato : tantissimi media hanno semplicemente smesso di parlare di narcotraffico. Ignorano le notizie.
                            E' giusto? I cittadini non hanno diritto di sapere della criminalità organizzata per questioni di sicurezza?

                            Sempre in Messico, un paio di anni fa a Ciudad Juarez il nuovo capo della polizia, considerato inflessibile, ha subito una singolare richiesta dal cartello : dimissioni, o avrebbero ucciso un poliziotto al giorno. Messaggio fatto trovare sul cadavere di due poliziotti. Promessa che avrebbero sicuramente mantenuto, tanto che a un certo punto il capo è stato costretto a requisire gli alberghi della città per alloggiare i suoi agenti, non facendoli tornare a casa alla fine del turno perchè c'era il concreto rischio che ci fossero dei sicari ad aspettarli.
                            Lui stesso ha subito due attentati dai quali si è salvato grazie all'auto blindata. Ma è rimasto al suo posto.
                            Che avrebbe dovuto fare? Accettare di dimettersi e lasciare il posto ad un comandate magari più morbido e propenso al compromesso con la criminalità?

                            O per tornare a casa nostra, Saviano avrebbe fatto meglio ad evitare di scrivere quel libro, per evitare minacce a se o alla sua famiglia?

                            Ecco. Ambienti diversi, motivazioni diverse, ma lo stesso dilemma di base : di fronte alla violenza, alla minaccia di morte, al rischio serio di attentati per se o per altre persone collegate, è giusto piegarsi? E' giusto tacere? E' giusto accogliere le richieste dei violenti, che siano trafficanti o fanatici religiosi?
                            Mi spieghi perchè insisti nell'accumunare le denuncie contro la criminalità con l'offesa verso i valori religiosi? Per il tratto comune della violenza? Quella la condanno fermamente anche io.
                            Al netto di questa, però, non riesco ad accomunare il trafficante che si incazza con chi lo denuncia ed il credente che si offende per la derisione al simbolo della sua fede.
                            Se permetti, vi é differenza.


                            « Ultima modifica: Giovedì 8 Gen 2015, 12:23:37 da Angelo85 »
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                              Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
                              Risposta #28: Giovedì 8 Gen 2015, 12:21:55
                              Il FT, ha sbagliato il momento, ma ha anch'esso centrato un punto, e lo ha fatto in modo coraggioso, come tipico della testata.

                              Coraggioso? :-?
                              No, guarda, è proprio l'esatto contrario : CharlieHebdo è coraggioso. Il FT ha dimostrato la propria vigliaccheria.
                              E infatti propugna l'idea di tacere su certi argomenti, di autocensurarsi su certe cose per non dar fastidio a qualcuno.
                              Insomma, l'atteggiamento dei vili, dei tendenti al compromesso (al ribasso, ovviamente) dei servi per natura.

                              Citazione
                              A volte il termine satira è utilizzato come termine per definire ogni volgarità e cattiveria gratuita che vogliamo lanciare per non essere mai tacciati, per esempio, di razzismo, di ignoranza o cattivo gusto.

                              Questo è vero, ma il punto è che semplicemente, non può essere considerato reato o azione meritevole di omicidio. Uno deve essere libero di essere razzista, ignorante e di avere cattivo gusto.
                              Ne pagherà le conseguenze nell'opinione che la gente avrà di lui, ma non merita nè di finire in carcere nè di essere ammazzato.

                              Citazione
                              Il discorso la libertà di espressione non deve avere limiti è semplicemente errato

                              No, scusa, ma è errato il tuo. Quale limite vorresti porre? E perchè dovrebbe valere solo il tuo limite, e non il mio o quello di un altro?
                              Se cominciamo a mettere paletti non finiamo più.

                              L'offesa personale e la diffamazione sono un'altra cosa.

                              Citazione
                              Se vado in giro con la maglietta con scritto "maniaco" non è posso andare in giro a palpare le donne giustificandomi "eh ma sono un maniaco, dovete accettarlo".

                              Paragone privo di senso : palpare le donne è un'azione, mica un pensiero.

                              Citazione
                              La testata non ha avuto nessun rispetto per tantissime persone perchè, per esempio, dire che il "corano è una merda" non è  satira, è una cattiveria verso i 5 milioni di musulmani che sono in Francia.

                              Può darsi. Ma deve essere libera di poterlo dire. La libertà di espressione funziona così. A tutti capita di non essere d'accordo con quello che scrivono i giornali, anche in maniera feroce a volte...

                              Citazione
                              Questo è quello che voleva dire il FT, viviamo in una società dove il rispetto reciproco è importante, in tal senso la linea editoriale è stata è stata stupida.

                              No, il FT voleva dire ben altro. E cioè, fra le righe : "Ragazzi, i musulmani sono parecchio suscettibili, evitiamo di parlarne, tolleriamo i loro eccessi, facciamo la figura dei viscidi leccapiedi che porgono l'altra guancia, ma almeno ci risparmiamo le bombe".

                              Cioè praticamente lo stesso concetto della tanto chiacchierata trattativa Stato-Mafia. Chi prese parte a quel patto scellerato sostiene di aver salvato delle vite.
                              Può anche essere, ma il messaggio che lascia è devastante per la società civile : se minacci di morte, se alzi il tiro, i "buoni" scendono a compromessi.
                              Cambiano attori e situazioni, ma il messaggio che lancia il FT e tutti i media politicamente corretti che lo seguono è esattamente lo stesso.
                              E personalmente lo trovo sbagliato.

                              *

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                                Re: CharlieHebdo e la libertà di satira
                                Risposta #29: Giovedì 8 Gen 2015, 12:33:00

                                Ecco appunto,personale punto di vista. E' proprio questo il problema : chi stabilisce cosa è lecito e cosa no? Tu? Io? Charb? I musulmani?
                                Poichè gli argomenti tabù variano a seconda della sensibilità personale, ci sono due soli modi per non incorrere in errore : vietare tutto, o non vietare niente.
                                Vedi tu quale è praticabile...

                                No, l'assolutismo non è mai la risposta. Il tutto o niente è tipico delle dittature. Anche la satira deve rispettare certi limiti.
                                Quando qualcuno non ha limiti si dice despota, e la democrazia va contro tutto ciò che è dispotismo.

                                Citazione
                                Per la democrazia occidentale però esiste, te ne dovrai fare una ragione.

                                ancora una volta, no. CH ha subito diverse proteste nel tempo e più volte ha dovuto tornare indietro sui suoi passi. Quindi non c'è nessun diritto assoluto (inviolabile non è il termine corretto secondo me). Questo è un fatto.

                                Citazione
                                E cosa dovrebbe fregarne a noi di cos'è l'"alto valore" per gli altri? Può essere qualunque cosa, mica solo la religione...e allora che facciamo, chiediamo a tutti gli abitanti della terra qual è per loro il più "alto valore" così eliminiamo qualche milione di argomenti dalle possibilità di satira?

                                La sensibilità è diversa per ognuno di noi, ma il fatto che sia diversa non significa che non bisogna tenerne conto. In diritto esiste un concetto di medietà che si riferisce alla media capacità delle persone.
                                Un certo Schmidt, un economista esperto di diritto tempo fa proponeva di eliminare i risarcimenti morali alla famiglia per la morte di un familiare cagionato da terzi, poichè ogni persona vive la perdita in modo diverso. Giusto eliminare il danno morale allora? Le sensibilità sono diverse, ma c'è un punto di incontro.
                                Il fatto di non riuscire a trovare sempre questo punto di incontro non significa che non bisogna cercarlo, bisogna avere la volontà di trovarlo.

                                Citazione
                                E quell'"impunemente" poi che mi preoccupa. Quindi chi irride dovrebbe aspettarsi o subire una punizione? E quale?
                                La morte?
                                La censura?
                                L'emarginazione sociale?

                                Niente di tutto ciò. Le scuse e le rettifiche in genere bastano. Ma nel caso di antisemitismo, qualcuno per esempio ha perso il posto. Anche questa è una sanzione e come vedi è accaduta.

                                Citazione
                                No, invece è la stessa cosa, perchè qui il problema non è la matrice dell'attacco, ma l'idea stessa alla base dell'attacco : cioè che si possa ammazzare qualcuno per un'opinione espressa.

                                Esempio. In Messico negli ultimi 8 anni di una feroce guerra fra cartelli della droga, sono stati uccisi più di 120 giornalisti. Almeno 4 blogger, nonostante il teorico anonimato, sono stati rintracciati e uccisi in maniera brutale. Diverse stazioni televisive hanno subito attentati incendiari.
                                Risultato : tantissimi media hanno semplicemente smesso di parlare di narcotraffico. Ignorano le notizie.
                                E' giusto? I cittadini non hanno diritto di sapere della criminalità organizzata per questioni di sicurezza?

                                Sempre in Messico, un paio di anni fa a Ciudad Juarez il nuovo capo della polizia, considerato inflessibile, ha subito una singolare richiesta dal cartello : dimissioni, o avrebbero ucciso un poliziotto al giorno. Messaggio fatto trovare sul cadavere di due poliziotti. Promessa che avrebbero sicuramente mantenuto, tanto che a un certo punto il capo è stato costretto a requisire gli alberghi della città per alloggiare i suoi agenti, non facendoli tornare a casa alla fine del turno perchè c'era il concreto rischio che ci fossero dei sicari ad aspettarli.
                                Lui stesso ha subito due attentati dai quali si è salvato grazie all'auto blindata. Ma è rimasto al suo posto.
                                Che avrebbe dovuto fare? Accettare di dimettersi e lasciare il posto ad un comandate magari più morbido e propenso al compromesso con la criminalità?

                                O per tornare a casa nostra, Saviano avrebbe fatto meglio ad evitare di scrivere quel libro, per evitare minacce a se o alla sua famiglia?

                                Ecco. Ambienti diversi, motivazioni diverse, ma lo stesso dilemma di base : di fronte alla violenza, alla minaccia di morte, al rischio serio di attentati per se o per altre persone collegate, è giusto piegarsi? E' giusto tacere? E' giusto accogliere le richieste dei violenti, che siano trafficanti o fanatici religiosi?

                                Su questo si è tutti d'accordo.

                                Ma certo che un può sentirsi offeso...c'è gente che si sente offesa pure se gli parli male del suo programma televisivo preferito o se gli tocchi il cantante del cuore.

                                Il punto è che in una democrazia uno deve essere libero di fregarsene altamente. Ed essere protetto da eventuali ritorsioni del violento soggetto in questione.


                                Io mi dissocio dall'idea che di fronte all'ottusità del fanatismo bisogna chinare la testa e mostrarsi ossequiosi e servili verso i tagliagole.

                                Abbi pazienza, ma qui nessuno ha detto che bisogna inchinarsi alla violenza.
                                Ma chiariamo una cosa: non c'è nessuna opinione alla base di quelle didascalie. C'è cattiveria e un po' di razzismo. Se siamo la civiltà evoluta che diciamo di essere forse quelle vignette devono fare schifo anche a noi.

                                Poi se tutto questo è letto in apologia all'attacco stai facendo un errore, si sta solo ragionando, come la cultura occidentale insegna, a capire i fenomeni a 360 gradi e a capire se come civiltà possiamo migliorare anche noi.

                                Poi la mia opinione generale non cambia e l'ho espressa nel post precedente, l'Europa da questa gente deve difendersi, perchè oggi mirano CH domani non si sa, e non si fermeranno certo da soli.
                                Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
                                (G. Testori)

                                 

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