Se ho ben capito, il primo giornale a dire che Charlie se l'è cercata è stato il Financial Times...
Non me ne stupisco affatto.
Gli inglesi sono i principali portabandiera del politicamente corretto e della genuflessione alla brutalità e alla violenza del fanatismo islamico.
Stanno svendendo i principi basilari della democrazia occidentale per non rovinare i rapporti con i violenti. Evidentemente tengono più a loro che alla libertà di espressione.
Ciò non toglie tuttavia, almeno a mio parere, che quei giornalisti francesi abbiamo trasceso i limiti della libertà di espressione e di satira: è un mio personale punto di vista, le aggressioni, le offese, gli insulti, il ridicolizzare simboli religiosi non può mai rientrare in alcuna libertà di espressione.
Ecco appunto,personale punto di vista. E' proprio questo il problema : chi stabilisce cosa è lecito e cosa no? Tu? Io? Charb? I musulmani?
Poichè gli argomenti tabù variano a seconda della sensibilità personale, ci sono due soli modi per non incorrere in errore : vietare tutto, o non vietare niente.
Vedi tu quale è praticabile...
A fronte di ciò, per me non esiste alcun "inviolabile" diritto di satira
Per la democrazia occidentale però esiste, te ne dovrai fare una ragione.
Io distinguo tra libertà di espressione e di stampa, e libertà di irridere impunemente ciò che per altri rappresenta il più alto valore.
E cosa dovrebbe fregarne a noi di cos'è l'"alto valore" per gli altri? Può essere qualunque cosa, mica solo la religione...e allora che facciamo, chiediamo a tutti gli abitanti della terra qual è per loro il più "alto valore" così eliminiamo qualche milione di argomenti dalle possibilità di satira?
E quell'"impunemente" poi che mi preoccupa. Quindi chi irride dovrebbe aspettarsi o subire una punizione? E quale?
La morte?
La censura?
L'emarginazione sociale?
Non è una questione di censura, non facciamo paragoni con la mafia, che è ben altro
No, invece è la stessa cosa, perchè qui il problema non è la matrice dell'attacco, ma l'idea stessa alla base dell'attacco : cioè che si possa ammazzare qualcuno per un'opinione espressa.
Esempio. In Messico negli ultimi 8 anni di una feroce guerra fra cartelli della droga, sono stati uccisi più di 120 giornalisti. Almeno 4 blogger, nonostante il teorico anonimato, sono stati rintracciati e uccisi in maniera brutale. Diverse stazioni televisive hanno subito attentati incendiari.
Risultato : tantissimi media hanno semplicemente smesso di parlare di narcotraffico. Ignorano le notizie.
E' giusto? I cittadini non hanno diritto di sapere della criminalità organizzata per questioni di sicurezza?
Sempre in Messico, un paio di anni fa a Ciudad Juarez il nuovo capo della polizia, considerato inflessibile, ha subito una singolare richiesta dal cartello : dimissioni, o avrebbero ucciso un poliziotto al giorno. Messaggio fatto trovare sul cadavere di due poliziotti. Promessa che avrebbero sicuramente mantenuto, tanto che a un certo punto il capo è stato costretto a requisire gli alberghi della città per alloggiare i suoi agenti, non facendoli tornare a casa alla fine del turno perchè c'era il concreto rischio che ci fossero dei sicari ad aspettarli.
Lui stesso ha subito due attentati dai quali si è salvato grazie all'auto blindata. Ma è rimasto al suo posto.
Che avrebbe dovuto fare? Accettare di dimettersi e lasciare il posto ad un comandate magari più morbido e propenso al compromesso con la criminalità?
O per tornare a casa nostra, Saviano avrebbe fatto meglio ad evitare di scrivere quel libro, per evitare minacce a se o alla sua famiglia?
Ecco. Ambienti diversi, motivazioni diverse, ma lo stesso dilemma di base : di fronte alla violenza, alla minaccia di morte, al rischio serio di attentati per se o per altre persone collegate, è giusto piegarsi? E' giusto tacere? E' giusto accogliere le richieste dei violenti, che siano trafficanti o fanatici religiosi?
Ho letto, anche in questo topic, che per qualcuno la satira non può avere tabù, deve poter essere libera di esprimere qualsiasi concetto (anche i più riprovevoli ed offensivi) su qualsiasi argomento e, parimenti, nessuno può essere libero di sentirsi eventualmente offeso da ciò.
Ma certo che un può sentirsi offeso...c'è gente che si sente offesa pure se gli parli male del suo programma televisivo preferito o se gli tocchi il cantante del cuore.
Il punto è che in una democrazia uno deve essere libero di fregarsene altamente. Ed essere protetto da eventuali ritorsioni del violento soggetto in questione.
Se questo è ritenuto il cuore del pensiero occidentale moderno, beh io mi dissocio.
Io mi dissocio dall'idea che di fronte all'ottusità del fanatismo bisogna chinare la testa e mostrarsi ossequiosi e servili verso i tagliagole.