Da tempo avevo sentito parlare di questa serie disegnata da quello che è probabilmente il mio disegnatore di fumetti vivente preferito (probabilmente l’ho sentita per la prima volta sul primo numero dei Maestri Disney dedicato a Cavazzano) e scritta dal creatore di Dylan Dog, ma mai avevo avuto il piacere di leggere qualcosa di questa. Finalmente qualche settimana fa in una libreria ho trovato il volumone delle Edizioni BD (collana Alta Fedeltà, curata da Tito Faraci) che raccoglie tutte le storie – originariamente apparse sulle pagine del Corriere dei Ragazzi e del Mago – che compongono il ciclo di Altai & Jonson, i due scalcinati detective di San Francisco nati dalla fantasia di questi due mostri sacri del fumetto italiano.
Devo dire che ne sono rimasto molto piacevolmente colpito. Le storie sono un mix di thriller/giallo e di commedia allo stato puro, e il lato comico è garantito dall’aria trasognata/tranquillissima/scazzata di Altai e dalle sfuriate di Jonson (dal quale potrei scommettere Cavazzano si sia ispirato anni dopo per creare un altro texano, un certo Rock Sassi…), ma anche dalla loro povertà, dal fatto che non guadagnano mai un cent, dal loro scassato maggiolino, dal fatto che rimangono spesso senza benzina, dall’insistenza di Orville, un sedicente apprendista che vorrebbe farsi assumere nell’agenzia. Senza contare schiere di criminali buffi, pasticcioni o ironici.
Tutto ciò è perfettamente complementare alle indagini che di avventura in avventura i nostri devono affrontare, infatti gli elementi di cui sopra mischiati in molte maniere diventano divertenti impedimenti per i nostri nella loro indagine. Altro impedimento è Kennan, tenente della polizia di San Francisco, che spesso e volentieri sbatte in galera i nostri. Irresistibili poi i siparietti tra Kennan e Bixby, l’agente che vuole continuamente redigere un verbale in triplice copia, e quelli in cui Jonson chiama Sherlock Holmes il tenente.
La lunghezza delle avventure è esigua, in meno di una decina di pagine si svolge una storia, e ogni storia è un giallo diverso su cui i nostri sono chiamati ad indagare, muovendosi sul loro maggiolino scassato. Non manca un filo di continuity tra un’avventura e un’altra, per esempio col cattivo J. Caesar e i suoi scagnozzi Il Contabile, Spararaffica e Becchino, che compaiono in 2/3 avventure e sono personaggi irresistibili e geniali. Ma addirittura in un caso il finale di una storia viene ripreso nella prima tavola di quella successiva, a sottolineare la vicinanza temporale delle vicende narrate.
E’ da notare infine come ci sia un certo stacco stilistico tra le avventure del 1975-76 del Corriere dei Ragazzi e quelle del 1978-79 e 1985 quando si passa sulle pagine del Mago e dell’Orient Express, sia a livello di disegno – dove se per Jonson non si nota moltissimo, ma si nota, per Altai risulta chiara la diversità della faccia, disegnata da un Cavazzano con uno stile diverso e che quindi appare più dettagliata di come era in origine; inoltre porta le scarpe nell’ultima storia, in luogo delle classiche ciabatte – sia nella trama, dove l’aspetto comico lascia di più il posto al giallo e al grottesco, facendo trasparire i contorni alla Dylan Dog. Personalmente preferisco le prime avventure, ma anche le ultime sono godibili.
In sostanza, mi sono goduto tantissimo questo volume, che consiglio davvero a tutti, con trame divertenti e spigliate e disegni del sempre ottimo Cavazzano, per entrare nel mondo di questi due improbabili detective privati, uno texano rude con tanto di cappellaccio e stivali, l’altro giovane, minimalista e dalla personalità unica e stravagante (come non citare infatti, parlando di Altai, i suoi “Yeah” con tanto di traduzioni nelle didascalie o il fatto che va a parlare al suo cane considerandolo il suo psicanalista?), dove ne verrete catturati e ne riconoscerete tutte le divertenti stranezze, scoprendo come è la San Francisco di Sclavi e Cavazzano (vale a dire l’unica città d’America con il servizio tram!).
Buona lettura.