Oddio! (Mai interiezione fu più azzeccata).
Partiamo dal presupposto che mi preoccupa assai che si posti più in questi topic che non in quelli più IT. Un altro segno di quella crisi di cui parlavo mesi addietro.
Questo è l'argomento assoluto da evitare. Ha da sempre messo in discordanza le persone e non tutti riescono a discutere su ciò arrivando alla nascita di vere e proprie dispute.
Ho letto a spizzichi, perché per quanto sia interessante e per quanto non si debba dare per scontato non voglio perdere tre ore a rileggere le stesse cose ripetute e straripetute.
Tuttavia ho letto cose che mi hanno lasciato davvero perplesso. Più che perplesso.
Parto dal fatto che io sono un ateo. Non lo dico alla leggera, ma le mie tantissime riflessioni mi hanno portato a questo pensiero. Non riesco a credere a Dio. Semplicemente perché per me tutto ciò che accade è frutto del caso. Così la nascita della vita. Così l'evoluzione. Così la nostra esistenza. Non riesco a concepire qualcosa che vada fuori dalla ragione. Dopo la morte, sempre a mio opinabilissimo parere, non c'è assolutamente niente.
Rispetto l'idea di chi invece pensa che esista qualcuno di superiore. Cerco di evitare le discussioni a riguardo perché molti credenti non cercano mai di guardare l'altro punto di vista. E cercano di convincerti con la logica quando la logica nella religione NON ESISTE. Ed evito. Ma ci sono due cose che mi hanno particolarmente dato fastidio.
Esistono,a mio parere,due tipi di atei.
Il primo,che possiamo osservare soprattutto nelle nuove generazioni,racchiude finti atei,che si professano tali solo perchè non vogliono fare lo sforzo di spingere la loro mente oltre la mera quotidianità,l'hic et nunc.
Hanno paura di ciò che potrebbero scoprire,perciò si rifugiano nell'edonismo e nell'indifferenza.
Ecco. Questa è la prima. Lo considero un insulto all'intelligenza di coloro che hanno realmente affrontato la questione e sono arrivati alla conclusione della non esistenza divina. E posso assicurarti, Giack, che avendo un padre che rasenta il fanatismo sono discussioni che ho fatto e rifatto all'infinito. Su cui ho pensato e ripensato all'infinito. E ogni volta mi sento di rafforzare la mia conclusione. Per quanto non ho nessun diritto di dire che la mia sia la giusta conclusione, è tanto rispettabile quanto quella di un qualsiasi altro credente.
Per rispondere,prenderò come base l'esempio addotto da Brigitta sulla sua cara amica scomparsa,per la quale mi unisco alle condoglianze.
E' rimasto in voi,suoi cari,l'amore che provate per lei,e il suo ricordo. Sono rimasti anche i suoi insegnamenti,grazie ai quali adesso i suoi alunni sono ingenieri,avvocati,medici e insegnanti.
Quando voi suoi cari morirete (il più tardi possibile spero) e moriranno i suoi alunni (spero tardi anche loro),cosa resterà di lei? Polvere.
Cosa resterà dei suoi alunni? Polvere. Tra mille anni,cosa resterà dei palazzi costruiti dai suoi alunni divenuti ingenieri,delle menti formate dagli alunni divenuti insegnanti? Polvere.
Ma se tutto ciò che ci circonda è polvere,allora qual è il senso?
(Senza alcun intento di offendere nè te,Brigitta,nè la memoria della tua amica,naturalmente)!
E vai con la seconda! Qua in realtà è tutta la discussione. Ma cito solo questo pezzo per riprendere più fluidamente.
Qual è il senso?? Ma vivere la vita nel miglior modo possibile! Non sprecare qualcosa di unico e meraviglioso come la vita. Semmai la concezione che non esista niente dopo la morte dovrebbe rafforzare il valore che viene dato alla vita. Perché questa è. E finisce. Viverla al meglio. Cercare di essere felici. E volendo anche guardare al futuro il nostro contributo comunque rimane. Di persona in persona, in quella che si chiama storia dell'umanità. Tutte le persone, come tanti parti di un domino che si collegano a vicenda. Se per te ha un altro senso, ok. Ma non dire che quello divino è l'unico senso che la vita può avere. Perché sbagli.
Tralasciando che ci sono stati sicuramente altri pezzi che avrei ripreso. Avrei tantissimo da ridire sulla religione e su Dio, ma già altri hanno ampiamente argomentato. Mi son dilungato abbastanza. Evito spesso queste discussioni. Tuttavia ogni tanto bisogna intervenire.
Per terminare quoto in tutto e per tutto il fu Asimov
I am an atheist, out and out. It took me a long time to say it. I've been an atheist for years and years, but somehow I felt it was intellectually unrespectable to say one was an atheist, because it assumed knowledge that one didn't have. Somehow, it was better to say one was a humanist or an agnostic. I finally decided that I'm a creature of emotion as well as of reason. Emotionally, I am an atheist. I don't have the evidence to prove that God doesn't exist, but I so strongly suspect he doesn't that I don't want to waste my time.
Che tradotto è qualcosa come:
Sono un vero e proprio ateo. C'è voluto del tempo per dirlo. Sono stato ateo per anni e anni, ma in qualche modo sentivo che fosse intellettualmente irrispettoso dirlo, perché si presume una conoscenza che non si ha. In ogni caso era meglio di dire di essere un umanista o un agnostico. Alla fine ho concluso di essere una creatura fatta di emozioni così come di ragione. Emozionalmente sono un ateo. Non ho le prove per dimostrare che Dio non esista, ma ho così fortemente il sospetto che sia così che non voglio perdere il mio tempo.
N.B. Per qualsiasi errore di traduzione me lo si faccia notare pure, che l'inglese non è proprio il mio punto forte