Esempio di fede non religiosa e "banale" che è compatibile con questo concetto di ragione: io non sono mai stato in Sicilia, ma so per certo che la Sicilia esiste perché altri (vuoi il mio maestro, vuoi il prof, vuoi la pattuglia sicula del Papersera) me lo dicono, e io non ho motivo di dubitare che essi dicano la verità.
Dunque è come dicevo io: dipende dall'istituzione che ne garantisce l'esistenza. Ma, appunto, non si chiama "fiducia nell'istituzione" quella?
Da bambini i nostri familiari ci dicevano che Babbo Natale esisteva. Il più delle volte nessuno è venuto a dirci: "Babbo Natale non esiste", ma è stata una nostra presa di coscienza a farcelo capire. Teoricamente non potrebbe accadere anche con Dio? Cosa ci testimonia la sua esistenza, se non un libro scritto millenni fa?
La sola differenza è che chi ne garantisce l'esistenza ci crede davvero: ma è lo stesso attegiamento di un profeta islamico, di un sacerdote greco-"pagano", di uno sciamano lappone. Perché queste religioni non dicono il vero, almeno non lo fanno totalmente, mentre quella cristiana sì? Non è una limitazione per chi in questa cultura cristiana ci è nato e vissuto?
E non voglio sentire testimonianze come "i miracoli" (di cui si potrebbe discutere per ore sull'effettiva veridicità) o "io lo percepisco" (perché dipende dalla soggettività del singolo una tale "percezione"), perché sarebbero entrambe questioni di "fede", non di "ragione", quindi presupporrebbero l'esistenza di un "verbo divino cristiano".
A quanto mi risulta, la stragrande maggioranza degli umanisti condividevano l'assunto di fondo "che Dio esiste e la storia di Gesù dev'essere raccontata in un determinato modo". Cosi' come, per il poco che so in materia, immaginerei che nell'antichita' classica ci fossero gia' filologi di altissimo livello, e che almeno alcuni dei padri della Chiesa avessero un'ottima preparazione in proposito.
Il mio era un riferimento al mondo cristiano (perché effettivamente il primo fermento filologico andrebbe ricercato nel mondo alessandrino).
Ho inteso l'Umanesimo nel senso di primi interessi per una filologia più oggettiva (vedi il già citato Lorenzo Valla, ma anche lo stesso Petrarca, che comunque era un ecclesiastico).
Indubbiamente i padri della Chiesa furono uomini dotati di una immensa cultura (d'altronde nell'Alto Medioevo ne erano quasi gli unici detentori).
A quanto ricordo, la raccomandazione "Le mogli siano sottomesse ai propri mariti" si trova in una lettera di San Paolo inclusa nel Nuovo Testamento
Concordo. E' bene saper andare oltre i luoghi comuni