A tal riguardo vale anche la pena di dare una occhiata al seguente studio:
Gods as Topological Invariants
Grande Brigitta! Se non sono indiscreto: com'e' che hai reperito quest'articolo? Immagino che tu non vada a spulciare quotidianamente l'
arXiv ...
Un paio di commenti: se qualcuno se lo chiedesse, l'autore sembra essere un matematico e non un fisico. O perlomeno, ha studiato come
matematico (topologo). Se poi e'
costui, ha un interessante curriculum multidisciplinare, con vari articoli ai confini tra matematica e filosofia.
L'articolo e' dichiaratamente un pesce d'aprile. L'autore si premura di specificare
Comments: Please note that the publication date is April 1st 2012 e in fondo alla prima pagina del testo si legge
Key words and phrases. [...] mathematical joke.Detto questo, la parte matematica del ragionamento mi sembra corretta, a parte un dubbio sul finale (ma non sono un topologo e ho dato solo una rapida scorsa). Provo a farne un riassunto (la sintesi richiesta da dante-94); prendetelo con cautela.
La sezione 1 e' una semplice introduzione. La sezione 2 e' "filosofica": da' le motivazioni per interpretare l'argomento cosmologico come implicante che un universo che sia una palla tridimensionale (piu' o meno la nozione che ne avevano i filosofi medievali) abbia un dio, ed uno solo.
L'inizio della sezione 3 formalizza quest'idea col linguaggio della topologia, ottenendo 3 assiomi. Si noti che a questo punto la parola "dio" non ha altro significato che quello descritto dagli assiomi (e quindi chi volesse contestare le conclusioni dovrebbe contestare che questi assiomi formalizzino nel modo corretto il concetto che vorrebbero descrivere).
Avendo degli assiomi, si puo' applicare un ragionamento matematico ed ottenere il teorema
numero di dei = caratteristica di Eulero dell'universo(l'universo e' visto come una
varieta'[=manifold] M). Come corollario, ne segue che una concezione ciclica del tempo (come nella religione induista) implica l'assenza di dei (nelle formule in fondo alla sezione 3, S^1 e' il cerchio [se preferite, nel linguaggio delle elementari, la circonferenza]; il prodotto dovrebbe indicare considerare l'universo con le tre dimensioni spaziali [=M] e quella temporale [=S^1] per la concezione ciclica).
La sezione 4 introduce surretiziamente vari altri assiomi (su demoni, divinita' inferiori, paradisi, inferni, etc.) e ne trae (in modo piu' discorsivo che formale) le debite conseguenze. La parte che vi consiglio di notare sono gli ultimi due paragrafi: uno scienziato moderno ha a disposizione geometrie un po' piu' complicate e interessanti di quelle immaginate dagli antichi filosofi (per chi se lo chiedesse: "2-sphere" e' semplicemente la superficie sferica - il 2 indica la dimensione, visto che si possono definire sfere di ogni dimensione).
Nella sezione 5, infine, si prendono in considerazione i dati forniti dalla cosmologia contemporanea per identificare la varieta' M (e quindi applicare il teorema 1). Viene asserito che la cosa piu' probabile per quel che ne sappiamo al momento e'
M = T^2 x R
(potete immaginarla come una ciambella sbucciata - T^2 e' il
toro bidimensionale, cioe' la superficie di una ciambella). Calcolare la caratteristica di Eulero per questo M e' un esercizio standard e' il risultato e' 0; dunque, in base al teorema 1, il numero di dei e' 0.
Sulla parte fisica non sono competente; ma non mi e' chiaro se si possa applicare il teorema 1 a M =T^2 x R, come asserito dall'autore. L'obiezione matematica che avrei e' che dalla rapida scorsa che ci ho dato, mi sembra che l'autore dimostri il teorema 1 per il caso in cui M e' una varieta'
compatta; ma ogni studente del secondo anno sa che la varieta' T^2 x R non e' compatta. Non sono un esperto e ci ho dato solo una rapida occhiata: puo' darsi che il teorema 1 si estenda facilmente al caso di T^2 x R. Come puo' darsi che l'autore sia stato un po' disattento sul finale (dopotutto, questo lavoro e' stato scritto per scherzo).
Un commento finale: l'argomento cosmologico (la Causa Prima) unitamente a quanto suggerisce la cosmologia porta a concludere che Dio non esiste. L'articolo e' scherzoso e si puo' facilmente impugnare la derivazione degli assiomi 1-3 dall'argomento cosmologico. Ma quel che mi preme far notare ad alcuni di voi e' quanto sia poco convincente, da un punto di vista razionale, l'argomento cosmologico stesso. E' un ragionamento ridicolmente vago, che poteva apparire cogente mille anni fa, non ora, quando perfino per uno scherzo possiamo applicare strumenti concettuali ben piu' raffinati.